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Betula aetnensis Raf.

Famiglia: Betulaceae

Forma biologica: P scap (P caesp)

Descrizione: Albero o cespuglio alto 5-20 m, con fusto eretto, con corteccia bianca, sfogliantesi in liste trasversali. Rami giovani esili e rugosi. Le foglie sono di forma triangolare-rombica con dentatura doppia poco evidente, meno acuminate di Betula pendula Roth, e lamina di 20-25 X 35-40 mm, ciliato-pubescente solo sul margine, sulle facce quasi senza ghiandole e sprovviste di peli. Amenti maschili di 3-6 cm, i femminili di 1-2 cm, dopo la fruttificazione fino a 3 cm, con squame patenti. Frutto con ali larghe 2-3 volte la nucula. Si distingue da Betula pendula soprattutto per le foglie con lamina a base tronca o cuoriforme (acuta in B. pendula), l'apice arrotondato e i denti brevi ed ottusi.

 

Biologia: Fiorisce tra aprile e maggio.

Ecologia: Boschi su lava (1200-2100 mslm).

Corologia: Endem. Sic.

Distribuzione nazionale: Sicilia

Distribuzione regionale: Molto rara, solo sul versante occidentale ed orientale dell''Etna, fortemente minacciata di estinzione per la mancanza di rinnovazione naturale.

Questo importante endemismo etneo forma piccoli boschi puri (betulleti) o misti con Pinus nigra subsp. calabrica e Fagus sylvatica, si tratta comunque di formazioni pioniere poco caratterizzate dal punto di vista fitosociologico. Alle maggiori altitudini mostra un habitus cespuglioso ed entra in diretto contatto con gli astragaleti. La presenza in Sicilia di un albero tipicamente nordico come la betulla si spiega come un residuo dell'ultima glaciazione che è potuto sopravvivere solo grazie al clima relativamente fresco e piovoso della fascia montana etnea, tuttavia oggi anche a causa del progressivo riscaldamento climatico questa specie è fortemente a rischio, non mostrando più alcuna rinnovazione. Va comunque considerato che le giovani plantule non riescono a svilupparsi sopratutto a causa della cotica erbosa alta nelle radure e per il pascolo degli ovini.

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