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                                                  Distretto Agrigentino

Include il vasto settore centro-occidentale della Sicilia, ricadente nelle province di Agrigento, Enna e Caltanissetta. Comprende buona parte della costa meridionale dell’isola a oriente sino a Gela, nonché l’interno isolano caratterizzato dall’altipiano gessoso-solfifero, costituito da affioramenti gessosi e marnosi, oltre che da estese superfici con terreni argillosi spesso articolati nei caratteristici calanchi e dai monti Erei, una piccola catena montuosa costituita prevalentemente da arenarie che culmina nei 1192 m di Monte Altesina. L'entroterra siciliano e specialmente l'ennesse, presenta inoltre diversi laghi per lo più artificiali, ma anche naturali come il lago di Pergusa, il più grande della Sicilia. Tutto il settore si presenta pressochè privo di boschi naturali e per ampi tratti la vegetazione arborea anche esotica è del tutto assente conferendo all'area nel periodo estivo un aspetto desertico. Tuttavia non mancano le specie endemiche esclusive e soprattutto entità xerofile condivise con il vicino Nord Africa come Reamuria vermiculata o Asphodelus tenuifolius.

Clima

Si tratta di una delle parti più calde ed aride della Sicilia, in particolare il clima dell' entroterra si distingue dal resto dell'isola per un marcato carattere di continentalità, con ampie fluttuazioni delle temperature nelle varie stagioni. Gli inverni sono infatti abbastanza freddi, con temperature medie intorno i 5-7 gradi, mentre le estati sono molto calde

con temperature medie intorno ai 24 °C. La temperatura media annua si attesta  invece intorno ai 16° C. Le precipitazioni risultano  piuttosto scarse, essendo comprese tra 350 e 600 mm. Sulle coste il clima è più moderato, con inverni molto miti ed estati calde. La temperatura media annua si aggira intorno ai 18° C. Le precipitazioni medie annue sono di 390-500 mm.

Endemismi esclusivi del distretto Agrigentino

Allium agrigentinum, Anthemis muricata, Anthyllis hermanniae subsp. sicula,  Astragalus raphaelis, Cerinthe major subsp. elegans, Herniaria fontanesii subsp. empedocleana, Helianthemum sicanorum, Limonium calcarae, Limonium catanzaroi, Limonium optimae, Limonium opulentum, Linum collinum, Orobanche thapsoides, Puccinellia gussonei, Salsola agrigentina, Scabiosa parviflora, Senecio leucanthemifolius subsp. pectinatus, Silene agrigentina, Suaeda kocheri.

Specie non endemiche in Sicilia esclusive del distretto Agrigentino

Asphodelus tenuifolius, Chaenorrhinum rubrifolium, Cornus mas, Cucubalus baccifer, Fumana scoparia, Nepeta tuberosa, Reaumuria vermiculata, Sedum gypsicola, Silene nicaeensis var. perennis, Zannichellia peltata.

 

1. LA FASCIA TERMOMEDITERRANEA

Gran parte del distretto presenta un bioclima termomediterraneo con una pronunciata aridità, se si escludono le zone più elevate dei Monti Erei e la parte più alta dell' altopiano gessoso-solfifero. La vegetazione primaria è quasi del tutto sostituita da varie forme di degradazione e dalle colture. Il litorale ha inoltre subito in ampi tratti l'aggressione della serricoltura, benchè si presenti ancora decisamente più integro della urbanizzata costa nord della Sicilia.

1.1 Il litorale sabbioso

Tutta la costa meridionale presenta estesi tratti sabbiosi, che soprattutto in passato ospitavano pregievoli formazioni dunali, tra cui si possono ricordare i Macconi a Gela, ormai invasi dalle serre. Esistono comunque ancora oggi siti di grande pregio, come Torre Salsa, la foce del fiume Platani nell' agrigentino o Poggio Arena nel gelese. E' possibile distinguere una precisa serialità della vegetazione secondo lo sviluppo delle dune e la distanza dal mare. Una prima fascia si sviluppa a diretto contatto con la linea della battigia e vede lo sviluppo di specie alo-nitrofile che si avvantagiano dall' accumulo del materiale organico spiaggiato dal mare. Si tratta di cenosi attribuibili alla classe Cakiletea maritimae, quali Salsolo-Cakiletum maritimae e Salsolo-Euphorbietum paraliae. Le specie più frequenti sono Cakile maritima, Salsola kali, Salsola soda, Euphorbia paralias. Nelle foci dei fiumi si sviluppa invece il Cakilo-Xanthietum italici, differenziato dalla presenza di Salsola tragus, Atriplex litoralis e Xanthium italicum.

Litorale di Gela                                                                                                                      Spiaggia di Malerba (Palma di Montechiaro)

Le dune embrionali sono colonizzate da specie stolonifere, in grado di fissare la sabbia favorendo così un ulteriore sviluppo verso dune più consolidate.  La specie più importante che svolge questo ruolo è la graminacea Elytrigia juncea che caratterizza l'associazione Cypero mucronati-Agropyretum farcti, dove si rinvengono inoltre Cyperus capitatus, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Euphorbia paralias, ecc. Le dune embrionali sono sostituite verso l'interno da dune quasi fisse, stabilizzate dai grandi cespi di Ammophila arenaria, che tratten endo la sabbia permette l'innalzamento della duna. Essa caraterizza il Medicagini-Ammophiletum australis, dove sono ben rappresentati oltre Ammophila arenaria anche Medicago maritima, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Achillea maritima, Launaea fragilis, Pancratium maritimum,  Silene nicaeensis ecc.

 

Dune embrionali a Poggio Arena (Gela)                                                                                 Dune consolidate a Poggio Arena (Gela)

Nelle aree pianeggianti, interposte tra le dune più stabilizzate, si insedia il Seselio maritimi-Crucianelletum maritimae, dove prevalgono Crucianella maritima, Seseli tortuosum var. maritimum, Centaurea sphaerocephala, Silene nicaensis, Ononis ramosissima, Launaea fragilis, ecc. Nella zona retrodunale si insedia invece il Centaureo-Ononidetum ramosissima, una vegetazione dominata da camefite, tra cui assume un certo rilievo Ononis natrix subsp. ramosissima, a cui si accompagn ano Centaurea sphaerocephala, Euphorbia terracina, Scolymus hispanicus, Launaea fragilis ecc. Si tratta di una cenosi alquanto frequente anche nelle aree disturbate dove rappresenta principalmente una forma secondaria che si insedia in seguito al degrado del Seselio maritimi-Crucianelletum mariitmae e può naturalmente evolvere verso l' Asparago stipularis-Retametum gussonei, una formazione arbustiva che si insedia sulle dune interne consolidate.

 

Seselio-Crucianelletum maritimae a Torre Gaffe presso Licata                                              Centaureo-Ononidetum ramosissima a Torre Manfria

 

Prevale l'endemica Retama raetam ssp. gussonei, a cui si associano Ephedra fragilis, Asparagus stipularis, Lycium intricatum, Prasium majus e Pistacia lentiscus. Si tratta di una vegetazione pioniera che tende ad evovlere, in assenza di disturbo, verso le più mature formazioni dominate da Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa o da Juniperus turbinata, che caratterizzano rispettivamente l’Ephedro-Juniperetum macrocarpae e il Junipero-Quercetum calliprini. Tuttavia queste due cenosi sono pressochè scomparse dall'area in seguito al disturbo antropico, infatti si rinvengono solo piccoli lembi dell' Ephedro-Juniperetum macrocarpae nell' agrigentino come alla foce del fiume Platani, mentre del Junipero-Quercetum calliprini si trovano degli esempi nelle dune fossili interne nei pressi di Gela. Sono invece molto diffusi i praterelli di terofite presenti nelle radure lasciate libere dalle specie psammofile perenni. Si tratta di varie associazioni dell' ordine Malcolmietalia, quali il Vulpio-Leopoldietum gussonei, limitato al territorio di Gela, che colonizza le schiarite della macchia a Retama raetam subsp. gussonei. In questa formazione assume una grande importanza la presenza di Leopoldia gussonei, a  cui si associano varie terofite come Vulpia fasciculata, Senecio coronopifolius, Erodium laciniatum, Maresia nana, Brassica tournefortii, Cutandia divaricata, Pseudorlaya pumila, ecc. In substrati più ricchi di materia organica, la precedente cenosi è sostituita dal Vulpio-Cutandietum divaricatae, dove prevalgono specie più nitrofile come Cutandia divaricata, Vulpia fasciculata e Bromus rigidus. Frammisto al Centaureo-Ononidetum ramosissimae si rinviene invece il Vulpio fasciculatae-Hormuzakietumaggregatae, differenziato da Hormuzakia aggregata, che si associa a Vulpia fasciculata, Lagurus ovatus, Erodium laciniatum, Cutandia maritima, Senecio coronopifolius, Pseudorlaya pumila.

 

 

Asparago-Retametum gussonei a Poggio Arena                                                                  Successione psammofila dalle dune embrionali al retameto (Poggio Arena)

Si tratta della formazione terofitica più diffusa nell'area, anche grazie alla capacità di sopportare un certo rimaneggiamento della sabbia che gli permette di insediarsi anche in contesti disturbati. Sono invece molto più rari i consorzi nitro-sciafil, come il Centrantho-Catapodietum hemipoae che si sviluppa all' ombra dei ginestreto di Retama raetam subsp. gussonei, ed è caratterizzato da Centranthus calcitrapa e Catapodium hemipoa, che sono associati a Vulpia fasciculata, Bromus rigidus, Lagurus ovatus, Senecio coronopifolius, Erodium laciniatum ecc.  Una cenosi ancor più nitrofila, presente sempre all' ombra degli arbusti psammofili, è il Torilido nemorali-Cerastietum pentandri, dove prevalgono Torillis nermoralis e Cerastium pentandrum. Tra le dune colonizzate da Ammophila arenaria si rinviene raramente il Sileno coloratae-Ononidetum variegatae, contraddistinto da entità psammofile di piccole dimensioni come Ononis variegata, Silene colorata, Cutandia maritima, Polycarpondiphyllum, Senecio glaucus ssp. coronopifolius.

Vulpio-Leopoldetum gussonei

Ambiente dunale a Torre Salsa                                                                                           Limonio opulenti-Salsoletum oppositifoliae a Porto Empedocle

1.2 Il litorale roccioso

La costa rocciosa è rappresentata soprattutto nell'agrigentino dove si ergono delle spettacolari scogliere dal caratteristico colore bianco, dovuto alla natura geologica data dalle marne (trubi), rocce sedimentarie caratterizzate dall'alternanza di argilla e carbonati. Nel gelese e nell'agrigentino è abbastanza frequente il Crithmo-Limonietum virgati, dove dominano Crithmum maritimum e Limonium virgatum. Tuttavia sono decisamente più tipici dei pendii marnosi sul mare alcune cenosi della classe Pegano-Salsoletea che riunisce delle formazioni arbustive dominate da chenopodiaceae. Sulle pareti marnose di Porto Empedocle si insedia il Limonio opulenti-Salsoletum oppositifoliae, caratterizzata da un buon numero di specie endemiche, quali Limonium opulentum, Herniaria fontanesii ssp. empedocleana, Suaeda kocheri e da alcune specie nordafricane come Reaumuria vermiculata, Capparis ovata e Salsola verticillata.

Pendii marnosi a Torre Manfria

 

Una formazione affine, localizzata a Capo Bianco, è il Limonio catanzaroi-Salsoletum oppositifoliae, differenziato dalla presenza di Limonium catanzaroi, che tuttavia non è una formazione strettamente costiera, essendo presente anche in qualche stazione interna dell' agrigentino su substrati salsi. Altre specie considerate tipiche di questa cenosi sono Salsola verticillata e Helminthotheca aculeata. Sulle falesie ventilate e relativamente umide della scala dei turchi si insedia invece il Suaedo verae-Limoniastretum monopetali, dove prevalgono Suaeda vera e Limoniastrum monopetalum, a cui si accompagnano Atriplex halimus, Capparis sicula, Asparagus stipularis, Salsola oppositifolia ecc.

Crithmo-Limonietum virgati a Torre Manfria                                                                          Falesie marnose vicino Realmonte

Capo Bianco                                                                                                                         Marne colonizzate dal Salsolo-Limonietum opulenti a Porto-Empedocle

 

1.3 I pantani e le lagune salmastre

Gli ambienti salmastri costieri sono abbastanza diffusi nelle aree retro-dunali, anche se la loro diffusione è stata fortemente limitata dall'uomo.  I siti più significativi si trovano  a Torre Salsa e nei dintorni di Gela in corrispondenza dei torrenti Comunelli e Roccazzelle.  La vegetazione sommersa è rappresentata dall' Enteromorpho-Ruppietum maritimae, caratterizzata da Ruppia maritima ed Enteromorpha mediterranea. Ai bordi delle depressioni salmastre che mantengono un grado di umidità costante, si insedia il Junco subulati-Sarcocornietum fruticosae, fisionomizzata da Juncus subulatus e Sarcocornia fruticosa. Più esternamente rispetto i pantani si sviluppa l' Agropyro scirpei-Inuletum crithmoidis, differenziata da Limbarda crithmoides e Elytrigia scirpea. Quest'ultima associazione in presenza di maggiore accumulo di materia organica, è sostituita dall' Halimiono portulacoidis-Suaedetum verae, dove dominano Suaeda vera e Halimione portulacoides. Gli aspetti ad elofite, oltre che dal Phragmitetum communis alquanto comune nelle foci dei fiumi, sono rappresentati dal Festuco-Elytrigietum athericae che si insedia nelle depressioni umide debolmente salse e nei canali di drenaggio. Prevalgono Schedonorus arundinaceus e Elytrigia atherica. Le formazioni di terofite subnitrofile che si insediano sui terreni salmastri umidi ma non sommersi sino alla primavera,  vanno riferite al Hordeo marini-Spergularietum marinae, dove prevalgono Spergularia marina e Hordeum marinum, a cui si accompagnano Sphenopus divaricatus, Frankenia pulverulenta, Polypogon monspeliensis, Parapholis incurva, Hordeum marinum. Nelle depressioni sogette a sommersione solo in inverno e ricche di nitrati, si sviluppa il Cressetum creticae, dove domina Cressa cretica. Frammista alle formazioni di terofite si insediano aspetti arbustivi dominati da chenopodiaceae succulente della classe Sarcocornietea fruticosae. Tra queste si possono ricordare Sarcocornia alpini che caratterizza l' Aeluropo lagopoidis-Sarcocornietum alpini, benchè nell'area Aeluropus lagopoides sia pressochè scomparso.

 

Ambienti Umidi Retrodunali a Torre Salsa                                                                           Foce del fiume Funcitedda a Torre Salsa

 

 

1.4 La vegetazione erbacea

Le praterie sono comuni sia nelle zone costiere che nell'interno e sono dominate da diverse graminacee cespitose. Sui versanti più freschi esposti a nord prevale Ampelodesmos mauritanicus, che costituisce delle formazioni caratterizzate da una marcata povertà floristica, anche a causa dei continui incendi. Tra le specie più comuni si ricordano Charybdis maritima, Carlina corymbosa, Phagnalon saxatile, Hyparrhenia hirta, Dactylis hispanica, Pallenis spinosa ecc. Formazioni più peculiari sono presenti nell'entroterra, su substrati con elevata pendenza e In condizion particolarmente xeriche. Si tratta dall'Astragalo huetii-Ampelodesmetum mauritanici, differenziato dalla presenza dell'endemico Astragalus huetii. Nelle zone costiere, specialmente sui vers anti più acclivi, l'ampelodesmeto è sostituito dall'ifarrieneto, riferito al' Hyparrhenietum hirto-pubescentis, in cui alla dominante Hyparrhenia hirta,  si accompagnano Thapsia garganica, Carlina corymbosa, Daucus carota, Asphodelus ramosus, Convolvulus altheoides, Foeniculum piperitum, Dactylis hispanica, Kundmannia sicula, Charybdis maritima, ecc. Molto sporadicamente, su superfici pianeggianti e sabbiose, si insedia una forma di prateria xerofila, riferita allo Stipo gussonei-Hyparrhenietum hirtae, differenziata dalla presenza di Stipa gussonei, Echinophora tenuifolia e Cachrys libanotis. Sui substrati argillosi, sia costieri che nell'entroterra, si insediano praterie dominate da Lygeum spartum. Sui calanchi prospicienti il mare si rinviene il Phagnalo annotici-Lygeetum sparti, differenziato dalla rilevante presenza di Phagnalon rupestre ssp. annoticum. Nell' entroterra è invece molto diffuso il Lygeo-Eryngietum dichotomi, dove a Lygeum spartum si affiancano Eryngium dichotomum, Eryngium triquetrum, Moricandia arvensis, Dactylis hispanica, Asphodelus ramosus, Charybdis maritima, Asphodeline lutea, Oncostema sicula, Pallenis spinosa, Reichardia picroides, ecc.

Ifarrenieto a Torre Salsa                                                                                                       Prateria con Lygeum spartum a Punta Bianca

Astragalo huetii-Ampelodesmetum mauritanici a Poggio Barbuzza (Butera)                         Prateria di Lygeum spartum nel litorale di Palma di Montechiaro

 

 

 

 

Il paesaggio dell'entroterra è tuttavia dominato da estese formazioni di Hedysarum coronarium, pianta coltivata come foraggiera e noto come "Sulla" che durante la fioritura caratterizza le zone centrali dell' isola. Le formazioni erbacee effimere di terofite, riferite alla classe Stipo-Trachynietea distachyae, sono frammiste ai cespi delle graminacee delel praterie o tra gli arbusti della gariga. Tra queste il Podospermo-Plantaginetum deflexae si sviluppa sulle superfici sulle superfici piane dei calanchi e vede la presenza di Podospermum canum e Plantago bellardi. Sulle cenge erbose delle scarpate calcaree di Torre Manfria, tra le garighe di Reamuria vermiculata, si insedia il Parapholido-Asphodeletum tenuifolii, in cui domina Asphodelus tenuifolius, che si associa a Hedysarum spinosissimum, Trachynia distachya, Valantia muralis, Parapholis incurva, Catapodium marinum, ecc. Negli affioramenti gessosi e calcarenitici, su suoli compatti,  si ins

Praterie di Lygeum spartum  a Monte San Nicola (Butera)                                                                           

 

edia il Sagino maritimae-Crassuletum tilleae, dominata da Tillaea muscosa e Poa bulbosa, a cui si accompagnano Stipa capensis, Sedum caespitosum, Trachynia distachya, Medicago minima, ecc. Su suoli più profondi i praterelli di terofite sono invece attribuibili all'Ononido breviflorae-Stipetum capensis, dove dominano Stipa capensis, a cui si associano Helianthemum salicifolium, Trachynia distachya, Medicago minima, Hippocrepis ciliata, Echium parviflorum, Ononis breviflora, Ophrys fusca, Ophrys oxyrrhynchos, Ophrys sphegodes, Ophrys lutea, ecc. Un aspetto diffusissimo sui substrati gessosi, sia nell'interno che sulla costa è il Thero-Sedetum caerulei,  fisionomizzato da Sedum caeruleum, associato a Campanula erinus, Valantia muralis, Medicago marina, Crupina crupinastrum, Ononis reclinata, Filago eriocephala, Lotus edulis, Sideritis romana ecc. La precedente nei substrati gessosi più acclivi è sostituita dal Filagini-Chaenorhinetum rupestris, dove prevale Chaenorhinum rupestre, a cui sporadicamente si accompagna Sedum gypsicola, e altre terofite come Campanula erinus, Valantia muralis, Hypochaeris achyrophorus, ecc.

 

1.5 La vegetazione arbustiva                                                                                                                                                                 

Le tipologie di formazioni arbustive più diffuse nell'area sono riferibili alla classe Pegano-Salsoletea, che raggruppa delle cenosi dominate da arbusti alofili ben adattati a terreni molto aridi e con un certo tenore salino. Sui terreni argillosi e marnosi la formazione più frequente nel territorio è rappresentata dal Capparido siculae-Salsoletum oppositifoliae, che predilige le superfici meno acclivi, ricche di sostanza organica e  con un certo grado di salinità nel terreno grazie all'evaporazione. Prevale decisamente Salsola verticillata, specie rara nel resto dell' isola ma qui molto abbondante, associata a Capparis sicula e Suaeda vera. Sui pendii marnosi più ripidi, in genere costieri ma talvolta anche interni, la precedente è sostituita da una rara cenosi riferita all'Asparago albi-Salsoletum oppositifoliae, per la signifcativa presenza di Asparagus albus. Le falesie marnose dei promontori costieri, nei siti più disturbati sono invece occupate dal Lycio intricati-Salsoletum oppositifoliae, dove dominano Salsola vertcillata e Lycium intricatum. Una variante edafica della precedente può essere considerata il Medicagini arboreae-Salsoletum oppositifoliae, rara formazione che colonizza i pendii calcarei nei pressi di Licata, soggetti all'azione diretta dello spray salino e all'apporto degli uccelli marini.

Oleo-Euphorbietum a Torre Salsa                                                                                       Lycio intricati-Salsoletum oppositifoliae a Punta Bianca 

 

La specie più caratteristica è Medicago arborea, a cui si associano Salsola oppositifolia, Artemisia arborescens, Suaeda vera e Atriplex halimus. Nelle depressioni dei tratti rocciosi costieri, dove si accumula materiale sabbioso-limoso, si insedia l' Halimiono portulacoidis-Salsoletum oppositifoliae, differenziato dalla presenza di Halimione portulacoides. Nei siti più disturbati, con elevato accumulo di materia organica, si insedia l' Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis, una cenosi dal carattere nitrofilo in cui dominano Artemisia arborescens, Suaeda vera ed Atriplex halimus. Nell'agrigentino è particolarmente frequente la subass. salsoletosum oppositifoliae, differenziata dall'abbondante presenza di Salsola oppositifolia. I ripidi versanti marnosi delle zone interne, ad altitudini comprese tra i 400 e i 500 m di altitudine, caratterizzati dal continuo accumulo di materiale eroso, sono colonizzati dal Coronillo valentinae-Artemisietum arborescentis, dove si rinvengono sparsi arbusti di Artemisia arborescens, Salsola oppositifolia, Anagyris foetida, Coronilla valentina e Ruta chalapensis.

Cespugli di Salsola verticillata a Porto Empedocle                                                               Capparido siculae-Salsoletum appositifoliae a Porto Empedocle

  Garighe con Chamaerops humilis a Torre Salsa                                                                  Atriplici halimi-Artemisietum arborescentis al castello di Palma di M. 

 

Nelle zone interne del gelese sui pendii calcareii si insedia il Rhamno oleoidis-Pistacietum lentisci, una macchia xerofila frutto della degradazione della copertura forestale, differenziata dala presenza di Rhamnus lycioides subsp. oleoides, oltre che di Chamaerops humilis, Phyllirea latifolia, Teucrium fruticans. Un aspetto primario di macchia si insedia invece sui litorali rocciosi ed è riferito all' Ephedro-Pistacietum lentisci, una formazione chiusa dominata da Ephedra fragilis, Pistacia lentiscus, a cui si associano Lycium intricatum, Teucrium fruticans e Phillyrea latifolia. Tale vegetazione tuttavia è stata ampiamente degradata ad aspetti di gariga dominati da Thymus capitatus, riferiti al Coronillo-Coridothymetum capitati, il cui ruolo può essere considerato primario solo sui ripidi versanti calcarei prossimi al mare. A Thymus capitatus si affiancano diverse specie caratteristiche della classe Cisto-Micromerietea, quali Erica multiflora, Fumana arabica, Fumana thymifolia, Teucrium capitatum, Coronilla valentina ed Asperula aristata. Sui substrati gessosi o marnosi la precedente è sostituita dal Rosmarino-Coridothymetum capitati dove a Thymus capitatus si associano Rosmarinus officinalis e varie camefite come Cistus creticus, C. monspeliensis, C. salvifolius, Erica multiflora, Teucrium capitatum, Fumana thymifolia, F. laevipes, F. arabica, F. scoparia e  F. ericoides. A volte questi aspetti possono essere considerati uno stadio di degradazione del Calicotomo infestae-Juniperetum turbinatae, una formazione dominata da Juniperus turbinata, a cui si accompagnano Chamaerops humilis, Pistacia lentiscus, Phillyrea latifolia, Calicotome infesta, Teucrium fruticans, Asparagus acutifolius e Prasium majus. Questa cenosi, esclusiva della Sicilia sud-occidentale, è attualmente relegata ai versanti più impervi e indisturbati.

Macchie e garighe a Torre Monterosso                                                                                 Gariga con Rosmarinus officinalis a Torre Monterosso

Lycio intricati-Salsoletum oppositifoliae alla Scala dei Turchi                                                Rosmarino-Coridothymetum capitati a Torre Salsa

 

Una formazione molto caratteristica, sempre attribuita alla classe Cisto-Micromerietea, limitata alle scarpate marnose e gessose di Torre Manfria, è il Diplotaxio-Reaumurietum vermiculatae, una gariga subrupestre dominata da Reamuria vermiculata, a cui si associano Thymus capitatus, Phagnalon rupestre, Thymelaea hirsuta, Teucrium capitatum, Diplotaxis crassifolia e Helianthemum sicanorum. Infine in ambienti subrupestri rivolti a sud, si insedia l' Oleo-Euphorbietum dendroidis, rappresentato nell'agrigentino sui substrati gessosi dalla subass. phlomidetosum fruticosae, differenziata dalla presenza di Phlomis frutiicosa, mentre su calcare dalla subass. rhamnetosum oleoidis, differenziata da Rhamnus oleoides. Infine in ambienti subrupestri rivolti a sud, si insedia l' Oleo- Euphorbietum dendroidis, rappresentato nell'agrigentino sui substrati gessosi dall a subass. phlomidetosum fruticosae, differenziata dalla presenza di Phlomis frutiicosa, mentre su calcare dalla subass. rhamnetosum oleoidis, differenziata da Rhamnus oleoides.

Lycio intricati-Salsoletum oppositifoliae a Nicolizia Colonne (Licata)                                   Medicagini arboreae-Salsoletum oppositifoliae presso Mollarella (Licata)

Reamuria vermiculata a Torre Manfria                                                                                  Macchia con Euphorbia dendroides sotto Torre Monterosso

1.6 La vegetazione forestale

La vegetazione forestale risulta pressochè scomparsa, ed è ipotizzabiile che in alcune zone, specialmente costiere,  non vi sia mai stata. In alcune aree interne del Nisseno si insediano aspetti di lecceta particolarmente xerofili riferibili al Pistacio lentisci-Quercetum ilicis, il cui migliore esempio è presente sui substrati gessosi di Monte Gibliscemi. Nei substrati più profondi si rinvengono rarissimi lembi di querceto dell' Oleo-Querceto virgilianae. Ancora più localizzate sono le residue pinete del Cisto cretici-Pinetum pineae, note solo nell'ennese sugli affioramentii quarzarenitici a Nicosia e Piazza Armerina. A Pinus pinea si accompagna un ricco strato arbustivo con Lavandula stoechas e Cistus sp. Sui monti Erei sono inoltre sporadicamente rappresentate piccole popolazioni di Quercus suber che a causa del notevole disturbo antropico (incendio, pascolo, ecc.) non riescono ad assumere una fisionomia matura.

Cisto cretici-Pinetum pineae presso Nicosia

Sugherete presso Portella Argento (Gangi)                                                                           Pistacio lentisci-Quercetum ilicis a Monte Gibliscemi

2. LA FASCIA MESOMEDITERRANEA

Presentano un bioclima mesomediterraneo gran parte delle zone interne della Sicilia centrale, da 500-600 m sino alle maggiori altitudini dei Monti Erei. Se le temperature media annue sono tipiche di questo bioclima, le precipitazioni sono invece piuttosto scarse attestandosi intorno i 400-500 mm. Il risultato di queste condizioni climatiche  è l'insediamento di formazioni vegetali un pò atipiche per questa fascia, come alcuni pineti mediterranei o leccete dal carattere termofilo.

Ampelodesmeti a Monte Capodarso

2.1 Le formazioni erbacee

Gli ampelodesmeti del Seselio tortuosi-Ampelodesmetum mauritanici sono ben rappresentati nell'ennese e nel nisseno. Si tratta di una formazione legata a condizioni xeriche, in cui ad Ampelodesmos mauritanicus si associano Seseli tortuosum var. tortuosum, Klasea cichoracea, Avenula cincinnata, Gypsophila arrostii, Asperula aristata subsp. scabra, ecc. L'ampelodesmeto nelle creste più esposte e ventilate, con suoli molto primitivi, viene sostitutio dall'Avenulo cincinnatae-Stipetum siculae subass. hyparrhenietosum hirtae. Altri aspetti erbacei sono rappresentati da consorzi nitrofili che si sviluppano in superfici sottoposte a un intensa pressione pascoliva, come l'Onopordo-Cirsietum scabri, dove prevalgono Onopordium illyricum e Cirsium scabrum, o le cenosi dominate da Notobasis syriaca e Silybum marianum. Infine nelle zone sommitali degli Erei si rinvengono aspetti molto impoveriti del Cynosuro -Leontodontentum siculi.

2.2 Le formazioni arbustive

Gli arbusteti sono talvolta rappresentati come espressione del mantello forestale e sono dominati da varie rosacee come Pyrus spinosus, Purnus spinosa, Rubus ulmifolius, Rosa canina, Rosa sempervirens ecc. Si tratta di cenosi della classe Rhamno-Prunetea riferibili al Rubo-Crataegetum brevispina o al Roso sempervirentis-Rubetum ulmifolii. Sono inoltre molto diffusi gli arbusteti di Spartium junceum, mentre sono rarissimi quelli dominati da Bupleurum fruticosum, essendo limitati a pochissime stazioni subumide dell'ennese. In prossimità dei centri abitati, su substrati argillosi, lungo i bordi strada, sui sentieri e sui ruderi, si insedia invece una peculiare cenosi alo-nitrofila riferita al Lycio europaei-Artemisietum arborescentis, Le specie dominanti sono Artemisia arborescens, Atriplex halimus e Lycium europaeum, spesso con elevati indici di copertura. Un altro aspetto di arbusteto diffuso nell'area, interpretabile come uno stadio di evoluzione dei coltivi abbandonati (soprattutto oliveti), è rappresentato da un aggruppamento ad  Anagyris foetida,  Artemisia arborescens  e  Pistacia terebinthus.

Teucrio-Quercetum ilicis a Monte Altesina

2.3 La vegetazione forestale

Le formazioni forestali che in passato erano ampiamente rappresent ate, in seguito al millenario uso agro-pastorale del territorio sono pressochè scomparse. Fanno eccezione il Bosco di Sperlinga, in un discreto stato di conservazione e vari lembi presenti a Monte Altesina e in altre zone dell'ennese. Le formazioni potenzialmente più diffuse sono rappresentate dai querceti caducifogli. Tra questi si rinvengono ancora discrete formazioni soprattutto dell' Erico-Quercetum virgilianae, presente in uno stadio piuttosto maturo a Sperlinga. La cenosi, caratteristica dei substrati silicei profondi, è dominato da Quercus virgiliana, a cui sporadicamente si associano altre entità del ciclo di Quercus pubescens. Nello strato arbustivo si rinvengono Lonicera etrusca, Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rosa canina, Pyrus spinosus. Lo strato erbaceo è caratterizzato da  Tamus communis, Silene italica subsp. sicula, Ec

 

_hinops siculus, Crocus biflorus ecc. I lembi relitti di lecceta sono relegati ai versanti più impervi e nella Sicilia centrale sono rappresentate da formazioni termofile. Sui substrati calcarei raramente si rinvengono formazioni boschive attribuibili al Rhamno alaterni-Quercetum ilicis subass. pistacietosum terebinthi, dove a Quercus ilex si associano Rhamnus alaternus, Pistacia tarebinthus, Prasium majus, Teucrium fruticans, Osyris alba, Asparagus acutifolius, Ruscus aculeatus e Lonicera etrusca. A Monte Altesina, su substrati silicei, si insedia un lecceto acidofilo attribuito al Teucrio siculi-Quercetum ilicis, differenziato dalla presenza di Teucrium siculum. Aspetti di bosco misto con leccio e querce caducifoglie (Q. virgiliana e Q. amplifolia) diffusi nel Nisseno sono inoltre stati riferiti al  Thalictro calabrici- Quercetum virgilianae, dove è considerata caratteristica la presenza di Thalictrum calabricum e Achnatherum  bromoides.

Teucrio-Quercetum ilicis a Monte Altesina                                                                             Querceti caducifogli e lecceti a Monte Altesina 

Lecceta acidofila sugli affioramenti quarzarenitici a Gangi

 

Solo nei suoli poco evoluti con ph acido, localizzati nelle stazioni rocciose con esposizione meridionale, si rinvengono micro-boschi con Olea europaea var. sylvestris, ascritti al Calicotomo infestae-Oleetum sylvestris. Sono infine molto diffusi i rimboschimenti, dal dubbio valore paesaggistico, di Eucalyptus sp. pl., Pinus sp. pl., Acacia sp. pl., ecc.

 

3. LA VEGETAZIONE AZONALE

 

3.1 La vegetazione lacustre

Oltre a numerosi bacini artificiali come il lago Comunelli, sono presenti diversi laghi naturali di dimensioni più o meno ridotte quali il Lago Soprano, il Lago Sfondato ed il lago di Pergusa, il più grande in Sicilia ma in pessime condizioni di conservazione a causa della pista che lo circonda interamente. In questo sito si rinvengono aspetti sommersi dominati da Ruppia sp., mentre la vegetazione ad elofite è rappresentata dal Phragmitetum communis che forma una cintura quasi continua intorno al lago. Si tratta di una formazione monospecifica dominata da Phragmites australis, a cui si associano sporadicamente  Calystegia sepium, Solanum dulcamara e  Lactuca virosa.  Più esternamente, su superfici che tendono a prosciugarsi in estate, si insedia lo Juncetum maritimi, dominato da Juncus maritimus. Nelle zone più periferiche sottoposte solo a brevi periodi di immersione, si insediano formazioni alo-nitrofile talvolta dominate da Atriplex latifolia o da Suaeda maritima (Suaedetum maritimae) o da Salicornia europaea (Suaedo-Salicornietum patulae). In altri piccoli ambienti lacustri si rinvengono altri aspetti ad elofite come il Thyphetum angustifoliae, ma anche cenosi dominate da Lemna trisulca (Lemnetum trisulcae). Solo nel piccolo bacino naturale del lago Soprano si rinviene una formazione idrofitica dominata da Ranunculus aquatilis. I laghi artificiali presentano in genere una vegetazione meno varia, tuttavia non mancano alcuni biotopi di un certo interesse come l'invaso Cimia (Mazzarino), il lago Comunelli (Butera) e il lago Disueri (Gela). La vegetazione sommersa al lago Comunelli è rappresentata dal Potametum pectinati, una cenosi dominata Potamogeton pectinatus, tipica di acque poco ossigenate e ricche di sostanze azotate e fosfati. Altre specie che vengono considerate caratteristiche sono Najas marina var.  delilei, Potamogeton crispus e Myriophyllum verticillatum, tutte idrofite elodeiformi radicanti sul fondo a prevalente sviluppo primaverile-estivo. Nel Bacino Cimia la cenosi precedente viene invece sostituita dal Najadetum marinae, dove prevale Najas marina che si associa a Potamogeton crispus e Myriophyllum verticillatum. Si tratta di un aspetto semi-sommerso tipico di acque dolci poco profonde e ricche in nitrati. Nel periodo primaverile le superfici del lago che si vanno progressivamente a disseccare vengono colonizzate da popolamenti di Paspalum distichum, che nel periodo estivo e autunnale sono sostituiti da cenosi terofitiche più ricche riferite a varie associazioni. in particolare le sponde pianeggianti di natura limoso-argillosa del bacino artificiale, soggette a disseccamento estivo, sono colonizzate da formazioni  riferibili al Glino-Verbenetum supinae, in cui risultano frequenti Crypsis schoenoides, Glinus lotoides, Heliotropium supinum, Verbena supina, ecc. Nelle stazioni più rialzate la precedente è sostituita dall'Heliotropio-Heleochloetum schoenoidis. Lungo le sponde del bacino Cimia, in stazioni che mantengono un certo grado di umidità anche nel periodo estivo, su suoli sabbiosi, si insedia il Verbeno supinae-Gnaphalietum luteo-albi, dove assume un ruolo dominante Gnaphalium luteo-album accompagnato da  Verbena  supina, Paspalum  distichum,  Centaurium  spicatum,  Juncus hybridus, Chamaesyce canescens, ecc. Nel bacino Comunelli le superfici emerse dopo il prosciugamento estivo delle acque nelle parti più periferiche del lago sono colonizzate da un peculiare aspetto di vegetazione annuale riferibile al Polygono orientalis-Chenopodietum rubri, caratterizzata da specie annuali di grossa taglia quali Persicaria lapathifolia,  Polygonum  orientale,  Rumex  palustris,  Lythrum junceum,  Atriplex  latifolia e Chenopodium rubrum. Le sponde più esterne, che emergono per prime nel periodo estivo, sono interessate invece dal Polygono-Xanthietum italici, un consorzio nitrofilo caratterizzato da Xanthium itlaicum e Persicaria lapathifolia. Nelle sponde lacustri di alcuni bacini artificiali con acque leggermente salse si sviluppano limitati esempi del Bolboschoenetum maritimi, mentre in corrispodenza delle foci degli immissari su suoli caratterizzati da ingenti apporti di materiale limoso-argilloso si sviluppano formazioni arboree di Tamarix gallica riferite al Tamaricetum gallicae.
 

Lago Sfondato                                                                                                                        Lago Soprano

Lago Comunelli                                                                                                                       Boscaglia ripariale del Tamaricetum gallicae nella valle dell'Imera meridionale

3.2 La vegetazione dei corsi d'acqua

Lungo la costa agrigentina sfociano alcuni dei maggiori fiumi della Sicilia, tuttavia la maggior parte di essi risultano in precarie condizioni di conservazione. La vegetazione sommersa è rappresentata saltuariamente solo nei tratti meno disturbati dell'Imera meridionale e dei suoi affluenti, in presenza di acque lentamente fluenti o quasi stagnanti su substrati argillosi ed è caratterizzata da Zannichellia peltata e Z. palustris. Le originarie formazioni di ripisilva risultano degradate o del tutto scomparse, con l'eccezione di alcuni valloni dei Monti Erei, dove è ancora possibile rinvenire formazioni discretamente conservate, come quelle del Vallone di Piano della Corte, dove dominano Populus nigra, Ulmus canescens, Salix alba, Salix purpurea, Salix pedicellata, Fraxinus angustifolia, Populus alba, Cornus sanguinea e Sambucus nigra, che costituiscono la tipica foresta “a galleria”.

Ulmo canescentis-Salicetum pedicellatae nella Valle dell'Eremita (Monte Ganzaria)

 

Si tratta dell' Ulmo canescentis-Salicetum pedicellatae, cenosi diffusa in gran parte dell' isola, a cui partecipano anche diverse erbacee come Equisetum telmateja, Solanum dulcamara ecc.  Nei tratti in cui l'alveo si allarga, spesso su substrati marnosi in condizioni xeriche, si insedia il Tamaricetum gallicae, dove prevale Tamarix gallica. Infine sulle sponde del fiume Salso e di alcuni suoi affluenti caratterizzati da acque salmastre, è presente una peculiare cenosi xerofila, riferita al Limonio optimae-Salsoletum oppositifoliae, caratterizzata dall'endemico Limonium optimae appartenente a un genere tipico di ambienti costieri e con pochissime specie che si spingono verso l’interno. In questa formazione sono inoltre presenti Salsola verticillata, Artemisia verticillata, Mantisalca salmantica, Elytrigia pungens, Hainardia cyilindrica, Spergularia rubra, Juncus subulatus, Beta vulgaris subsp. maritima, Parapholis incurva, Hordeum maritimum, ecc. Un altro aspetto molto localizzato è rappresentato dal Rumicetum palustris, una cenosi nota soltanto per la foce del fiume Imera Meridionale, dove colonizza le superfici sabbioso-argillose, ricche in sostanza organica e periodicamente inondate. E' di notevole interesse la presenza in quest'ambito del raro Rumex palustris.

 Limonium optimae lungo il torrente Vaccarizzo                                                                    Fiume Salso (Imera Meridionale)

3.3 I calanchi

Ampie zone della Sicilia centrale sono interessate da substrati argillosi con estesi calanchi dovuti all'intensa attività erosiva dell'acqua sui versanti argillosi. Ottimi esempi di vegetazione calanchiva sono presenti a Sutera, nei pressi di Caltanissetta, ad Aragona, nella valle del Salso, ecc. Sulle superfici più pianeggianti si insedia l'Eryngio dichotomi-Lygetum sparti, che in presenza di maggiori acclività è sostituito dal Lygeo-Lavateretum agrigentInae, una formazione floristicamente ricca con la presenza di Lavatera agrigentina, Allium agrigentinum, Scabiosa parviflora, Capparis sicula, Erysimum metlesicsii, Eryngium dichotomum, Moricandia arvensis, Diplotaxis crassifolia ecc. Una cenosi decisamente più rara è il Limonio calcarae-Suaedetum verae, che occupa i canaloni erosi e i versanti più ripidi dei calanchi. La specie di gran lunga dominante è l'endemico Limonium calcarae, a cui si associano Suaeda vera e Moricandia arvensis.

Boscaglia ripariale con Tamarix sp. lungo il Salso                                                                Foce del fiume Platani

Limonio calcarae-Suadetum verae a S. Angelo Muxaro

Lygeo-Lavateretum agrigentinae ad Aragona                                                                      Salsoletum agrigentinae alle Maccalube di Aragona

Calanchi di Sutera                                                                                                                Asteretum sorrentinii a Sutera

Cespi isolati di Salsola agrigentina alle Maccalube di Aragona

Rupi gessose vicino S. Angelo Muxaro

Frammiste alle praterie di Lygeum spartum si inseriscono formazioni di terofite subnitrofile dei substrati argillosi, attribuite all'associazione Podospermo-Parapholidetum pycnanthae caratterizzata da Brassica souliei subsp. amplexicaulis, Parapholis pycnantha, Astragalus raphaelis, Catananche lutea, Astragalus echinatus, Linum decumbens, Podospermum canum, Anthemis muricata, ecc. In condizioni meno xeriche, la precedente è sostituita dall'Asteretum sorrentinii, una cenosi piuttosto povera floristicamente, dove prevale Tripolium sorrentinoii a cui si associano Podospermum canum, Diplotaxis erucoides var. hispidula e Centaurea pulchellum. In alcune località dell'interno, caratterizzate da condizioni particolarmente aride, sui calanchi più erosi si insedia una rada vegetazione attribuita al Salsoletum agrigentinae. Prevalgono isolati pulvini di Suaeda vera e Salsola agrigentina che conferiscono all' ambiente un aspetto subdesertico.

3.4 Le rupi

Gli affioramenti gessosi sono colonizzati da formazioni rupicole riferite al Brassico tinei-Diplotaxietum crassifoliae, dove prevalgono Diplotaxis crassifolia e Brassica tinei, a cui si accompagnano Sedum gypsicola, S. ochroleucum, Erysimum metlesicsii, Gypsophila arrostii, Matthiola fruticulosa e molto raramente Velezia rigida, Chaenorhinum exile e Nepeta cataria.

 

3.5 La vegetazione sinantropica

Gli aspetti più interessanti della vegetazione sinantropica sono rappresentati dalle cenosi di piante infestanti nelle estese colture cerealicole della Sicilia centrale. Si tratta di associazioni riferibili alla classe Papaveretea rhoeadis. Nei seminativi, in quasi tutti i tipi di substrati, è diffuso il Legousio hybridae- Biforetum testiculati, dove sono presenti Legousia hybrida, Bifora testiculata, Legousia falcata,

Anacyclus tomentosus, Adonis microcarpa, Neslia paniculata, Ridolfia segetum, Gladiolus segetum, Scandix pecten veneris, Ranunculus arvensis, Papaver rhoeas, P. hybridum, Kickxia spuria, ecc. Una formazione più rara è data dal Valerianello dentat ae-Medicaginetum scutellatae, che si insedia su substrati argillosi aridi. Nelle colture fertilizzate si sviluppa il Chrozophoro tinctoriae-Kickxietum integrifoliae.  Sui substrati argillosi con ph alcalino, si insediano formazioni dominate da Capnophyllus peregrinus, riferite al Capnophyllo peregrini-Medicaginetum ciliaris, che mostrano delle notevoli affinità con alcune cenosi nordafricane. Altre cenosi sono invece legate agli incolti, tra cui una delle più tipiche è  l’Ononido-Vicietum siculae che predilige stazioni umide, mentre lungo le sponde esterne dei torrenti che scorrono in terreni argillosi si insediano dei consorzi caratterizzati da Arundo collina ed Euphorbia ceratocarpa, riferibili all'Euphorbio ceratocarpae-Arundinetum collinae.

Rupi gessose a Sutera                                                                                                         Filagini-Chaenorhinetum rupestris sui gessi a Sutera

Incolti con Sulla coronaria a S. Angelo Muxaro                                                                    Calanchi degradati colonizzati da Daucus aureus

 

Coltivi nei pressi di Vallelunga Pratameno                                                                            Incolti aridi ad Aragona

 

4. LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE BOTANICO

1) Torre Salsa: Protetta come riserva naturale orientata, si tratta di un'area costiera tra le più conservate in Sicilia, che presenta delle interessanti formazioni dunali, praterie, flora rupestre sui gessi, vari tipi di macchie e garighe come quelli fisionomizzati da Juniperus turbinata. Altre specie rare sono Fumana scoparia, Chaenorhinum rubrifolium, Hormuzakia aggregata,  Asparagus pastorianus ecc.

 

 

Spiaggia di Torre Salsa

 

2) Foce del fiume Platani: Riserva naturale della Provincia di Agrigento, include un interessante ambiente costiero situato alla foce del fiume Platani. Sono presenti formazioni dunali di un certo rilievo benchè invase dai rimboschimenti con Pinus sp. ed Eucalyptus sp.  Di grande rilievo la presenza di isolati individui di Retama raetam sub sp. gussonei e Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, probabili relitti di formazioni più vaste.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spiaggia alla foce del Platani

 

 

 

 

3) Eraclea Minoa e Capo Bianco: Nell'area adiacente al sito archeologico di Eralcea Minoa sono presenti formazioni relittuali di Juniperus turbinata mentre a Capo Bianco sui pendii marnosi si riscontrano specie rupestri endemiche come Limonium catanzaroi.

 

 

 

Capo Bianco

 

 

 

4) Maccalube d' Aragona: Sito molto peculiare per la presenza di fenomeni di vulcanesimo sedimentario, rappresentati da vulcanelli di fango, dovuti all'azione dei batteri nel sottosuolo che dalla degradazione della materia organica producono metano che tende a risalire portando con sè fango e detriti originando quindi il caratteristico fenomeno. Notevole l'interesse botanico con la presenza di Salsola agrigentina, Aster sorrentinii, Scabiosa parviflora, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

Vulcanelli alle Maccalube di Aragona

 

 

5) Litorale di Licata: A oriente rispetto a Palma di Montechiaro, anche questo tratto costiero si presenta piuttosto vario, benchè prevalgano gli ambienti dunali. Rilevante la presenza di Medicago arborea e Muscari parviflorum. E' invece ormai scomparsa Anthyllis hermanniae, un tempo segnalata vicino il castello di Falconara.

 

 

 

 

 

 

 

Spiaggia di Torre Gaffe (Licata)

 

 

 

 

​​6) Scala dei Turchi: Spettacolare formazione marnosa a picco sul mare, in alcuni tratti accompagnata da spiaggie sabbiose. L' interesse floristico è dato dalle formazioni rupestri insediate sui pendii marnosi e dalle specie psammofile.  Tra le specie più importanti si ricordano Limoniastrum monopetalum, Pancratium maritimum, Salsola verticillata ecc.

 

​Scala dei Turchi

 

 

 

 

7) Litorale di Torre Manfria: Sito posto a ovest di Gela, benchè non ancora protetto in modo effettivo, si può considerare uno dei tratti costieri più integri della Sicilia, importante soprattutto per le formazioni dunali con la presenza di specie rarissime come Muscari gussonei, Torillis nemorosa, Hormuzakia aggregata. Sono di grande interesse anche le specie presenti sulle falesie calcaree con Helianthemum sicanorum, Asphodelus tenuifolius e Reamuria vermiculata. E' infine da ricordare la presenza a  Poggio Arena della più grande macchia di Retama raetam subsp. gussonei della Sicilia.

 

 

 

 

 

Torre Manfria

 

 

8) Diga Comunelli: Sito posto nelle vicinanze di Gela, più che l'invaso artificiale sono da segnalare diverse entità molto rare presenti nei calanchi circostanti come Anthemis muricata e Astragalus raphaelis.

 

 

 

Lago Comunelli 

 


9) Monte Altesina: Maggiore cima dei monti Erei con i suoi 1100 m, ospita le uniche leccete acidofile dell'area e alcuni piccoli ambienti umidi. Tra le specie rare è interessante la presenza di Crocus biflorus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lecceta di Monte Altesina

 

 

10) Lago di Pergusa: Il più grande lago naturale della Sicilia, non lontano da Enna, si presenta oggi in uno stato critico in seguito alla scriteriata attività umana che ha condotto alla totale eliminazione della cosidetta "selva pergusina" e infine alla costruzione di una pista automobilistica intorno al lago.

 

 

Lago di Pergusa

 

 

 

11) Litorale di Torre Monterosso e Capo Rossello: Zona costiera caratterizzata da affioramenti calcarenitici, alternati a calanchi e strette spiagge sabbiose. Sono presenti interessanti aspetti di macchia e gariga con Rosmarinus officinalis, nonchè una particolare vegetazione delle scogliere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spiaggia sotto Torre Monterosso

 

 

 

12) Porto Empedocle: Le aree costiere prossime al centro abitato benchè fortemente degradate e minacciate, sulle falesie ospitano specie molto rare come Limonium opulentum, Herniaria fontanesii ssp. empedocleana, Suaeda kocheri e Reaumuria vermiculata.

Spiaggia del Kaos (Porto Empedocle)

 

 

 

 

13) Boschi di Piazza Armerina: L'estesa area boschiva situata a nord dell'abitato di Piazza Armerina è costituita prevalentemente da impianti artificaili con pini ed eucalipti. Non mancano tuttavi lembi di querceti caducifogli, nonchè interessanti ambienti umidi quali la sorgente di Furma la Cara che ospitano specie rare quali Cornus sanguinea, Trigonella esculenta e Trifolium filiforme. Da rilevare inoltre la presenza nei siti sabbiosi di garighe con timo ed elicriso che annoverano specie rare quali Stipa letourneuxii subsp. pellita e Stachys arenaria.

 

 

 

 

 

 

Sorgente di Furma La Cara

 

 

 

 

14) Monte Capodarso e valle dell'Imera meridionale: Tra le più estese riserve naturali della provincia di Caltanissetta, presenta importanti formazioni calanchive con Aster sorrentinii. In alcuni torrenti legati al fiume Imera si riscontra l'endemico Limonium optimae. In gran parte dell'area dominano comunque le praterie a Lygeum spartum.

 

 

 

 

Valle ell'Imera meridionale

 

15) Monte Conca e calanchi di Sutera: Modesto rilievo gessoso situato nei pressi di Campofranco, ospita un interessante vegetazione calanchiva in cui assume un certo rilievo la presenza di Aster sorrentinii che però diventa ancora più comune vicino Sutera.  Altre specie interessanti presenti sui calanchi sono Moricandia longirostris e Diplotaxis harra subsp. crassifolia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Calanchi nel versante meridionale di Monte Conca

 

 

 

 

16) Litorale di Palma di Montechiaro: Zona costiera a est di Agrigento, presenta piccoli ambienti dunali alternati a estesi tratti rocciosi. Tra le specie più interessanti si possono ricordare Iris juncea e Silene agrigentina. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Litorale di Palma di Montechiaro 

17) Punta Bianca: Piccolo promontorio marnoso che chiude ad est il golfo di Agrigento, presenta un notevole interesse vegetazionale con discrete formazioni arbustive dominate da varie chenopodiaceae e da Chamaerops humilis. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Punta Bianca

18) Agro di Butera: Area rurale posta nel territorio di Butera, comprendente estesi calanchi, rilievi argillosi, gessosi e picchi calcareii, in genere non superiori ai 500 m di quota. L'area è ricca di specie rare quali Astaragalus raphaelis, A. huetii, Cynoglossum clandestinum, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rilievi argillosi a Butera

 

 

 

 

19) Lago Sfondato: Ambiente umido molto particolare formatosi recentemente, situato nei pressi di Marianopoli. Il suo letto è sprofondato infatti nel 1907 per il collasso delle rocce calcaree sovrastanti, sciolte nel tempo dall’acqua. Le acque salmastre del lago ospitano soltanto alcune alghe, mentre i bordi dell'ambiente lacustre sono colonizzati da un fitto canneto dominato da Phragmites australis e Apium nodiflorum. Lungo il torrente Stretto che scorre nei pressi del lago si rinvengono aspetti ripariali a dominanza di Tamarix africana. Da rilevare infine la presenza di varie orchidee, tra cui la rara Ophrys phryganae.

 

 

 

 

 

 

Lago Sfondato

20) Lago Soprano: Lago naturalo poco prodondo (circa 2,5 m), situato nei pressi di Serradifalco. E' circondato da un denso canneto dominato da Phragmites australis e da una fascia più esterna a Juncus acutus. Le parti più interne del bacino ospitano invece interessanti aspetti con Ranunculus aquatilis.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lago Soprano e Serradifalco

21) Area di Monte Mimiani e valle del fiume Salito: Comprensorio molto eterogeneo posto tra Marianopoli e San Cataldo includente diversi siti di interesse naturalistico quali Monte Mimiani noto per il suo antico uliveto misto a un querceto naturale ospitante peraltro un esemplare monumentale di roverella (Quercia Ferrieri) e per una ricca flora orchidologica (Ophrys mirabilis, Cephalanthera damasonium, Ophrys lacaitae, ecc.). Altri siti di una certa importanza sono la valle del fiume Salito con gli aspetti ripariali a dominanza di Tamarix africana e gli adiacenti calanchi, mentre le rupi di Marianopoli ospitano un interessante flora casmofitica, tra cui risulta piuttosto insolita la presenza di Anthemis cupaniana.

 

 

 

Calanchi nella valle del fiume Salito

 

 

 

 

 

 

 

 

22) Monte Gibliscemi: Rilievo gessoso alto 532 m, situato nelle ultime propaggini meridionali dei monti Erei tra Mazzarino e Niscemi. Sono presenti rilevanti aspetti di vegetazione forestale ed in particolare leccete termofile rare e quasi del tutto scomparse dalla Sicilia centro-meridionale a causa della secolare presenza antropica. Sono di un certo pregio anche le formazioni di gariga, la vegetazione delle rupi gessose e dei calanchi. Tra le specie rare si possono citare Cynoglossum clandestinum, Sedum gypsicola, Diplotaxis crassifolia, ecc.

 

 

 

 

 

Valle dell'Aquila, Monte Gibliscemi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

30) Contrada Caprera: Sita nel territorio di Pietraperzia, include rilevanti lembi di lecceta, nonchè aspetti rupestri legati agli affioramenti gessosi.
 

31) Vallone Piano della Corte: Riserva naturale nota per la presenza di aspetti di ripisilva tra i più pregevoli della Sicilia centrale.

 

​32) Monte Rossomanno: Sito protetto come riserva naturale, ospita lembi di querceti caducifogli.

 

 

 

Bibliografia

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Blasi C. (ed.), 2010 - La vegetazione d'Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

Brullo C. et al., 2009- The Lygeo-Stipetea class in Sicily. Annali di Botanica, Roma.

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Brullo S., Gianguzzi L., La Mantia A., Siracusa G..2008-  La classe Quercetea ilicis in Sicilia. Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat.

Minissale P., Sciandrello S., Scuderi L., Spampinato G., 2010–Gli ambienti costieri della Sicilia Meridionale, Bonanno Editore. Catania.

Sciandrello S., 2009- La vegetazione igrofila dei bacini artificiali della Provincia di Caltanissetta (Sicilia centro-meridionale). Informatore Botanico Italiano 41(1): 53-62.

23) Monte Formaggio: Modesto rilievo di arenaria, situato nel territorio di Mazzarino, che si innalza sulla piana di Gela. Dal punto di vista floristico è noto soprattutto per la presenza di una ricca flora orchidologica, in cui spicca Ophrys mirabilis che è stata rinvenuta e descritta per la prima volta proprio in quest'area.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Monte Formaggio

 

24) Valle del torrente Morello: Affluente del fiume Imera che nasce in prossimità del Monte Altesina. In corrispondenza di Villarosa sono presenti interessanti aspetti di vegetazione igrofila e sommersa con Zannichellia peltata, oltre ad estese boscaglia ripariali a dominanza di Tamarix sp.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vegetazione con Tamarix sp. lungo il torrente Morello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25) Montagna della Ganzaria: Rilievo calcarenitico alto 791 situato nella parte meridionale dei monti Erei, nei pressi di S. Michele Ganzaria. Gran parte della sua superficie è occupata da un esteso rimboschimento, ma sono presenti limitati lembi naturali di sughereta e ancor più rari esempi di lecceta e querceti caducifogli, mentre lungo la "Valle dell'Eremita" si insedia un interessante vegetazione ripariale. Il sito è noto tra gli appassionati per una ricca flora orchidologica, che include alcune specie rare quali Ophrys mirabilis e Listera ovata. Altre specie interessanti sono Viola hymettia e Cornus mas.
 

 

 

 

 

 

Montagna della Ganzaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

26) Calanchi di S. Angelo Muxaro e San Biagio Platani: Sito posto nell'entroterra agrigentino caratterizzato da bassi rilievi gessosi ed estese formazioni calanchive. Queste ultime rivestono un particolare interesse per la presenza dell'endemico e raro Limonium calcarae, oltre ad altre specie tipiche di questo ambiente quali Lavatera agrigentina, Senecio pectinatus, Euphorbia akenocarpa, ecc. Lungo le sponde del fiume Platani si rinvengono estesi tamariceti, mentre la vegetazione casmofitica degli affioramenti gessosi è dominata da Diplotaxis crassifolia.
 

 

 

 

 

 

Calanchi a San Biagio Platani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

27) Calanchi di Casteltermini: Area calanchiva posta nel nisseno, annovera interessanti formazioni calanchive con una flora tipica di questi ambienti. In particolare è presente un abbondante popolazione di Aster sorrentinii.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Calanchi di Casteltermini

 

 

 

28) Bosco di Sperlinga: Biotopo situato nella provincia di Enna, nel cuore dei monti Erei, ospita la più importante formazione boschiva della Sicilia centrale con un querceto caducifoglio impreziosito da un ricco sottobosco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bosco di Sperlinga

 

 

 

 

 

 

29) Bacino Cimia: Lago artificiale situato tra Niscemi e Mazzarino che presenta un certo interesse a causa della presenza di numerose idrofite quali Potamogeton pectinatus, P. nodosus, P. crispus e soprattutto la rara Najas marina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bacino Cimia

 

 

 

 

 

 

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