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                      Distretto Madonita

La catena montuosa della Madonie si trova nella parte centro-settentrionale dell’isola, ponendosi in continuità a est con i monti Nebrodi. La grande diversità vegetale di quest’area, che non ha pari nel resto dell’isola per numero di endemismi, si spiega con la peculiare natura geologica di questi monti, la cui parte centrale è costituita da calcari e dolomia e soprattutto per la grande varietà di ambienti dal livello del mare a quasi duemila metri di altitudine (Pizzo Carbonara 1979 m). Non sono neppure rari i substrati silicei, costituiti da rocce arenaceo-argillose, soprattutto nel settore orientale dove si sviluppano le uniche sfagnete siciliane.  Le superficie boschive risultano molto significative, seppur meno estese rispetto a quelle nebrodensi, con la presenza di faggi, querce caducifoglie, lecci e sughere, a cui si affiancano ambienti rupestri, acquitrini, fiumi, forre, garighe, pascoli ecc.  Nel complesso nell’area madonita si riscontrano 1500 taxa che rappresentano circa il  50% dell’intera  flora siciliana. L’endemismo consta di 170 entità facendo di quest’area la  più ricca di piante endemiche nell’isola.

Clima

Il clima è estremamente vario secondo l'altitudine e l'esposizione. Nelle zone costiere la piovosità è compresa tra i 600 e i 700 mm, mentre le temperature annue medie sono piuttosto elevate superando i 18° C.  Salendo sulle colline la piovosità si alza leggermente mentre le temperature calano più velocemente arrivando a 16° C già intorno ai 300-400 mslm.

Nella zona montana sopra i 1000 m la piovosità raggiunge valori annui di 1200 mm e le temperature scendono progressivamente a 13°C intorno a 900-1000 m. Rispetto l'area nebrodense la siccità estiva è più marcata anche nelle zone montane nonostante non siano rari temporali e acquazzoni nel periodo caldo. In alcune zone esposte a nord hanno un ruolo significativo le nebbie nel mantenere un livello di umidità costante, favorendo lo sviluppo di particolari formazioni vegetali di tipo relittuale.

 

Endemismi esclusivi del distretto Madonita

Abies nebrodensis, Adenostyles nebrodensis, Allium nebrodense, Alyssum nebrodense, Arabis madonia, Aria madoniensis, Aria phitosiana, Armeria nebrodensis, Asperula gussonii, Astragalus nebrodensis, Brassica incana subsp. hirta, Bupleurum elatum, Campanula marcenoi, Dianthus minae, Draba olympicoides, Epipactis cupaniana, Evacidium discolor, Festuca pignattorum, Genista cupanii, Genista demarcoi, Genista madoniensis, Helianthemum nebrodense, Helichrysum nebrodense, Hesperis cupaniana, Hieracium murorum subsp. atrovirens, Hieracium racemosus subsp. pignattianum, Hieracium schmidtii subsp. madoniense, Hieracium schmidtii subsp. nebrodense, Jurinea bocconei, Laserpitium siculum, Ophrys cephalodaetana, Pimpinella tragium subsp. glauca, Pyrus castribonensis, Rhamnus lojaconoi,  Senecio candidus, Siculosciadium nebrodense, Sideritis sicula, Silene minae, Silene saxifraga subsp. lojaconoi, Sternbergia exscapa, Viola nebrodensis.

Specie non endemiche in Sicilia esclusive del distretto Madonita

Allium permixtum, Anacyclus radiatus, Anthemis cretica subsp. columnae, Artemisia alba, Buglossoides incrassata, Campanula trichocalycina, Cardamine monteluccii, Carex laevigata, Carex pallescens, Carex paniculata, Carex tumidicarpa, Cerinthe auriculata, Chenopodium bonus-henricus, Colchicum triphyllum, Corydalis intermedia, Cotoneaster nebrodensis, Cynoglossum nebrodensis, Daphne oleoides, Dianthus gasparrinnii, Eleocharis nebrodensis, Ephedra major, Ferulago campestris, Gagea fistulosa, Galium bernardii, Helianthemum canum, Herniaria permixta, Iberis carnosa, Lotus corniculatus, Juncus compressus, Minuartia condensata, Minuartia graminifolia, Myosotis stricta, Myosurus minimum, Ornithogalum comosum, Orthilia secunda, Potentilla inclinata, Prunus cerasus, Ptilostemon niveus, Rhamnus infectorius, Ribes uva crispa, Rosa serafini, Scleranthus marginatus, Silene monachorum, Scrophularia vernalis, Sorbus umbellatus, Thesium parnassi, Thlaspi rivale, Verbascum rotundifolium, Vicia glauca.

1. LA FASCIA TERMOMEDITERRANEA

Questa fascia è estesa dal livello del mare sino a circa 500 mslm e come spesso accade in Sicilia si presenta molto antropizzata, con la vegetazione naturale relegata ai tratti più impervi. Le condizioni climatiche probabilmente permetterebbero lo sviluppo della foresta mediterranea sin dalla costa, restano infatti ancora oggi piccoli lembi di pinete e sugherete al livello del mare.

1. 1 La vegetazione del litorale

La flora psammofila è poco rappresentata, sulle spiagge molto turisticizzate, sono presenti solo aspetti molto impoveriti del Salsolo-Cakiletum maritimae e del Cypero mucronati-Agropyr etum farcti, con poche specie pioniere come Salsola kali, Pancrat ium maritimum, Cakile maritima, Matthiola tricuspidata, Eryngium maritimum e Elytrigia juncea. Solo nei pressi di Lascari, nella fascia retrodunale si conservano piccole popolazioni di Crucianella maritima e Ononis ramosissima. Nelle scogliere si rivengono solo poche entità come Inula crithmoides, Limonium virgatum, Lotus cytisoides, Daucus gingidium subsp. gingidium e Chritmum maritimum che formano delle comunità della classe Crithmo-Limonietea.

 

1.2 La vegetazione erbacea

Solo nelle zone costiere più calde si rinvengono limitati esempi di Hyparrhenietum hirto-pubescentis ricco di terofite quali Stipa capensis, Trifolium stellatum, Hypochoeris achyrophorus, Trifolium scabrum, Lotus edulis, Sideritis romana, Linum strictum, Nigella damascena, ecc.. Gli ampelodesmeti sono invece ampiamente rappresentati nell'area costiera e collinare delle Madonie fino a 1000 mslm. Le formazioni ad ampelodesma delle Madonie vengono riferite all’Helictotricho convoluti-Ampelodesmetum mauritanici.  Le specie più caratteristiche sono Ampelodesmos mauritanicus ed Helictotrichon convolutum, a cui

Cefalù

Vegetazione psammofila a Lascari (Salinelle)

 

si associano Delphinium emarginatum, Serratula cichoracea subsp. mucronata, Bituminaria bituminosa, Phagnalon saxatile, Pallenis spinosa, Micromeria graeca subsp. graeca, Hyoseris radiata, Kundmannia sicula, Avenula cincinnata, Anthyllis vulneraria subsp. maura, Convolvulus cantabrica, Convolvulus althaeoides, Andropogon distachyus, Sixalis atropurpurea subsp. maritima, ecc.

1.3 La vegetazione arbustiva

Le macchie di sclerofille non sono molto diffuse nell'area ad eccezione del territorio di Cefalù dove nei settori meno cementificati, si rinvengono piccoli lembi che formano una stretta fascia tra la spiaggia e i campi agricoli all'interno. Si tratta principalmente di aspetti riconducibili al Myrto-Lentiscetum, in cui è rilevante la presenza di Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Phyllirea latifolia, spesso con un caratteristico portamento a bandiera, e con uno strato lianoso costituito da Smilax aspera e Rubia peregrina.

Lembi di Myrto-Lentiscetum alla baia del Capitano presso Cefalù                                    Rada vegetazione psammofila alla spiaggia di Torre Conca                                                

Lembi di macchia nei pressi di Capo Raisi Gerbi (Finale)                                                  Myrto-Lentiscetum a Lascari

 

Sulle colline del versante settentrionale, con substrati del flysh numidico, si insedia il Cisto salvifolii-Genistetum madoniensis, una gariga interpretabile nell'ambito della serie della sughereta termofila. Sono tipici di questa formazione l'endemica Genista madoniensis, Cistus salvifolius, Cistus monspelensis, Lavandula stoechas, ecc.  In condizioni più mesiche su substrati silicei si insedia l'Erico arboreae-Arbutetum unedonis, una macchia fisionomizzata da Erica arborea e Arbutus unedo a cui si accompagnano altre specie come Lavandula stoechas, Daphne gnidium, Myrtus communis, Lonicera implexa ecc. In ambienti rupestri e subrupestri caratterizzati da un elevata aridità edafica dal livello del mare a 800 m, si insedia l'Oleo-Euphorbietum dendroidis. Gli ampelodesmeti meno disturbati tendono a essere sostituiti da specie arbustive come Calicotome infesta, Spartium junceum, Rhamnus alaternus, Teucrium fruticans, Teucrium flavum, Phillyrea latifolia,  Cistus sp. ecc. 

Genistetum demarcoi a Isnello

Macchie e garighe sopra Lascari                                                                                                   Cisto salvifoli-Genistetum madoniensis a Monte Ficaricchia

Solo nei pressi di Isnello sulle rupi calcaree di Pizzo Dipilo, nei versanti esposti a sud-est, si insedia una rada gariga riferita al Genistetum demarcoi, dominata dall'endemica Genista demarcoi associata ad Helichrysum nebrodense, Matthiola fruticulosa e Coronilla valentina. Una tipologia di arbusteto molto diffusa, per esempio nelle colline sopra Cefalù è lo Spartio juncei- Bupleuretum fruticosi, dove predomina Bupleurum fruticosum che qui raggiunge il limite occidentale del suo areale siciliano. Le varie forme di degradazione della vegetazione arbustiva sono rappresentate soprattutto da praterie a dominanza di Hyparrhenia hirta, la cui presenza è comunque sporadica a causa della diffusa urbanizzazione delle zone costiere e collinari, mentre in alcune zone interne sono più frequenti gli ampelodesmeti.

Sugherete sulle basse Madonie

1.4 La vegetazione forestale

I rari lembi di vegetazione forestale della fascia termomediterranea sono rappresentati da sugherete attribuibili al Genisto aristatae-Quercetum suberis generalmente della subass. typicum che ne rappresenta la forma più mesofila.  Alla sughera si accompagnano altre specie come Quercus virgiliana, Q. amplifolia e Q. dalechampii, Q. ×bivoniana, Q. ilex e Fraxinus ornus. Nello strato arbustivo si distinguono Erica arborea, Arbutus unedo, Daphne gnidium, Lavandula stoechas, Rosa sempervirens, Genista madoniensis  e ai margini di queste formazioni l’endemico Pyrus castribonensis. Lo strato erbaceo consta di Genista aristata, Trifolium bivonae, Asplenium onopteris, Asperula laevigata, Eryngium bocconei, Cyclamen repandum, Poa sylvicola, Pulicaria odora, Symphytum gussonei, Thalictrum calabricum, Melica arrecta, Melittis albida, Limodorum abortivum ecc. Solo nelle aree più calde, specialmente nel cefaludese si sviluppa il Cisto cretici–Pinetum pineae dove si distinguono la presenza di annosi esemplari di Pinus pinea a cui si associano Cistus creticus, Lavandula stoechas ed Eryngium bocconei.

 

 

 

Cisto cretici-Pinetum pineae a Cefalù                                                                                         Sugherete di Gibilmanna

Boschi di Castelbuono

Praterie a Pizzo S. Angelo

2. LA FASCIA MESOMEDITERRANEA

La fascia mesomediterranea si estende dai 500 ai 1000 mslm ed è caratterizzata da temperature medie annue comprese tra i 13 e i 16 gradi, mentre le precipitazioni annue sono superiori ai 600 mm, arrivando sino a 1000 mm. La vegetazione forestale è abbastanza diffusa con la presenza di leccete soprattutto sui sub strati calcarei e di querce caducifoglie sui suoli più profondi. Sono altresì rappresentati anche i vari stadi di degradazione della vegetazioni climax. Una coltura molto caratteristica e diffusa soprattutto nelle colline di Cefalù, Pollina e Castelbuono è quella dell'orniello (Fraxinus ornus), dalla cui corteccia si estrae un lattice, noto come manna. Oggi questa coltura è stata in gran parte abbandonata ma il frassino da manna resta ancora molto diffuso specialmente nei boschi soggetti all'attività umana.

2.1 La vegetazione erbacea

Gli ampelodesmeti dell'Helictotricho convoluti- Ampelodesmetum mauritanici sono ancora ben rappresentati, con un corteggio floristico che si arricchisce di Dianthus siculus, Avenula cincinnata, Brachypodium ret usum, Micromeria graeca subsp. graeca, Foeniculum vulgare subsp. vulgare, Reichardia picroides, Bituminaria bituminosa, Sixalis atropurpurea subsp. maritima, Kundmannia sicula, Ophrys lacaitae, O. lunulata, O. oxyrrhynchos subsp. oxyrrhynchos, Orchis brancifortii e O. commutata, Ophrys archimedea, O. obaesa ecc. Nei suoli sottoposti all’azione costante del pascolo, le praterie ad ampelodesma vengono sostituite da aspetti discontinui, subnitrofili, fisionomizzati da diverse emicriptofite e geofite. Tra le prime si ricordano Ferula communis, Carlina sicula, Cynoglossum creticum, Cynoglossum columnae, Rumex thyrsoides, Eryngium   campestre,   Cichorium  intybus,  Thapsia  garganica, Elaeoselinum asclepium, ecc., tra le seconde Asphodelus microcarpus, Mandragora autumnalis, Oxalis pes-caprae, Atractylis gummifera, Iris planifolia, Gynandriris sisyrinchium, ecc.

Pascoli ai piedi di Monte Quacella                                                                                                Dittrichio viscosae-Ferulaginetum campestris vicino Petralia
 

Spesso queste formazioni sono inoltre arricchite dalla presenza di asteraceae a taglia elevata quali Cynara cardunculus subsp. cardunculus, Scolymus grandiflorus, Onopordon illyricum, Carthamus lanatus, Centaurea calcitrapa che caratterizzano l'Onopordo-Cirsietum scabri. Solo nei pressi di Gangi, a circa 900-1000 mslm, su pendii ripidi con una buona quantità di materia organica, si sviluppa l'Avenulo cincinnatae-Brachypodietum phoenicoidis, dove domina nettamente Brachypodium phoenicoides a cui si accompagnano altre emicriptofite cespitose come Dactylis hispanica e Avenula cincinnata. Sempre vicino Gangi, su substrati calcarei con suoli molto primitivi e sottoposti a una forte ventosità l'ampelodesmeto viene sostituito dall'Avenulo cincinnatae-Stipetum siculae subass. matthioletum fruticulosae. caratterizzato da Stipa sicula, Matthiola fruticulosa, Avenula cincinnata e Koeleria splendens subsp. splendens. Un'altra cenosi molto peculiare e localizzata, si sviluppa tra 800 e 1200 m, in contesti molto disturbati come bordi strada e sentieri. Si tratta del Dittrichio viscosae-Ferulaginetum campestris, dove prevale Ferulago campestris, specie rara in Sicilia. Alle quote più elevate sui substrati poco compatti si rinvengono altri aspetti prativi dominati da specie perenni come Carduncellus pinnatus e Thymus spinulosus, con Iris pseudopumila, Bivonaea lutea, Erysimum bonannianum, Helianthemum croceum, Scorzonera hirsuta, Micromeria fruticulosa, Pimpinella anisoides, Cynosurus cristatus, Lolium perenne, Plantago lanceolata, P. serraria, Trifolium repens, Bellis perennis, Cynosurus elegans, Poa bulbosa, Evax pygmaea, Trifolium nigrescens, Leontodon tuberosus, Euphorbia rigida, Hypochoeris laevigata, Eryngium campestre, Centaurea solstitialis subsp.schouwii, ecc.

 

2.2 La vegetazione arbustiva
Sono piuttosto diffusi arbusteti interpretabili come forme di degradazione della vegetazione forestale dominati da Calicotome infesta, Spartium junceum e diverse rosaceae come Rosa canina, Rubus ulmifolius, Pyrus spinosus, Prunus spinosa, Pyrus castribonensis, Crataegus monogyna ecc. Questi aspetti possono essere ricondotti nella classe Rhamno-Prunetea.

Arbusteti nel territorio di Castelbuono                                                                                           Querceti caducifogli nel territorio di Isnello

Genisto aristatae-Quercetum suberis a Geraci Siculo                                                                                

2.3 La vegetazione forestale

Le sugherete arrivano sino a circa 800 m di altitudini e soprattutto nei dintorni di Geraci raggiungono un estensione apprezzabile con diversi esemplari monumentali talvolta ospitanti alcune emiparassite come Loranthus europaeus e Viscum album. Anche in questo caso la cenosi viene attribuita al Genisto aristatae-Quercetum suberis subass. typicum. Le leccete si sviluppano sui substrati calcarei o dolomitici tra 900 e 1500 m, con intrusioni fin verso i 1800 metri dove incontra Abies nebrodensis, Fagus sylvatica e Quercus petraea. Esempi molto significativi di queste formazioni si rinvengono a Pizzo Sant'Angelo, nel territorio di Castelbuono al bosco  Vicaretto, sul versante nord del Carbonara ecc.  In questi boschi a Quercus ilex si accompagnano Fraxinus ornus, Pyrus spinosus, Acer campestre, Acer monspessulanum, varie entità appartenenti al ciclo della Roverella (Quercus pubescens) e Sorbus graeca. Sono più rari e localizzati Viburnum tinus e Sorbus domestica.

Querceti caducifogli nei pressi di Contrada Mongerrati                                                              Querceti caducifogli in autunno

Aceri-Quercetum ilicis sul Carbonara                                                                                            Aceri-Quercetum ilicis sul Carbonara in autunno

Lecceta di Vicaretto                                                                                                                             Leccete orofile a Piano Zucchi

Nel sottobosco si rinvengono Euphorbia characias, Lonicera etrusca , Rubia peregrina,  Rosa sempervirens, Ruscus aculeatus, Clematis vitalba, Tamus communis, Paeonia mascula, Brachypodium sylvaticum, Cyclamen hederifolium, C. repandum, Lamium flexuosum var. pubescens, Thalictrum calabricum, Trifolium pratense e Viola dehnhardtii. Questa forma di lecceto basifilo dal carattere maggiormente orofilo rispetto l'Ostryo-Quercetum ilicis, viene riferita all’Aceri campestris-Quercetum ilicis, che si differenzia dalle leccete dei Nebrodi per la totale assenza di Ostrya carpinifolia e la presenza di Ilex aequifolium, Acer campestre, Acer monspessulanum e Sorbus graeca. Sui substrati quarzarenitici, nei versanti più umidi e freschi esposti a nord al di sopra dei 400 m, si insedia il Teucrio siculi-Quercetum ilicis, un espressione di lecceto acidofilo con un sottobosco caratterizzato da Arbutus unedo, Asplenium adiantum-nigrum, Cytisus villosus, Erica arborea, Festuca drymeia, Pulicaria odora, Teucrium siculum, Thalictrum calabricum, Asplenium onopteris, Daphne laureola, Rubus ulmifolius, Hedera helix, Prunus spinosa, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Malus sylvestris  e altre specie presenti anche nel lecceto basifilo indifferenti alla tipologia di substrato. In questi ambiti si rinviene una rara cenosi di grande importanza fitogeografica, caratterizzata dalla presenza di Laurus nobilis allo stato arboreo a cui si associano altre entità relittuali come Rhamnus lojaconoi e Vitis vinifera subsp. sylvestris. Tale formazione, riferita al  Rhamno lojaconoi- Lauretum nobilis, sembra esclusiva dei settori più umidi del bosco del Vicaretto. Tra 900 e 1200 m si sviluppa un altra forma di lecceto acidofilo più mesofila con un denso sottobosco di Ilex aequifolium, riferibile al Geranio versicoloris–Quercetum ilicis, di cui sono considerate caratteristiche Geranium versicolor, Silene sicula, Melittis albida, Aremonia agrimonioides, Symphytum gussonei e Thalictrum calabricum. Le formazioni boschive naturali sono a volte sostituiti da piccoli nuclei di castagneto, di cui i migliori esempi si trovano a Castelbuono. A Castanea sativa si affiancano Quercus pubescens s.l., Fraxinus ornus, Quercus ilex e Quercus suber. Nello strato arbustivo crescono  Arbutus unedo, Crataegus monogyna, Clematis vitalba, Cytisus villosus, Erica arborea, Euonymus europaeus, Mespilus germanica, Hedera helix, Rubus ulmifolius, Ruscus aculeatus, Smilax aspera e Tamus communis. Nello strato erbaceo si rilevano Asplenium adiantum-nigrum, A. onopteris, Brachypodium sylvaticum, Cyclamen hederifolium, Dactylis hispanica, Pteridium aquilinum, Rubia peregrina, Viola riviniana, Fragaria vesca, Hieracium crinitum e Narcissus papyraceus. Da rilevare inoltre lo strato precario del castagno nell’area madonita dovuto soprattutto ad attacchi fungini, che mostra una progressiva espansione delle specie quercine a scapito dei castagni stessi. Le formazioni a quercie caducifoglie risultano ampiamente diffuse in tutto il territorio collinare-montano, con aspetti molto significativi nel territorio di Cefalù e Isnello. In questi boschi si rinvengono infatti roverelle di dimensioni monumentali, con alcuni esemplari alti oltre i venti metri. Si tratta di specie appartenenti al grande gruppo di Quercus pubescens che include le più termofile Quercus virgiliana e Q. amplifolia e le più mesofile Quercus leptobalanos, Q. dalechampii e Quercus congesta. Un ruolo di primo piano nello strato arboreo è svolto pure da alcuni monumentali esemplari d Pyrus spinosus. Inoltre si rinvengono Acer campestre, Acer monspessulanum, Fraxinus ornus ecc.  Nel sottobosco si rinvengono Cytisus villosus, Asparagus acutifolius, Calicotome infesta, Clematis vitalba, Dapgne gnidium, Erica arborea ecc. Nello strato erbaceo si rinvengono Asperula laevigata, Brachypodium sylvaticum, Viola alba ssp. dehnhardtii, Cyclamen repandum, C. hederifolium, Festuca drymeia, Melica arrecta, Melittis albida, Paeonia mascula ssp. russii, Pimpinella anisoides, Thalictrum calabricum, Trifolium bivonae, Viola dehnhardtii, Cephalentera longifolia, Orchis longicornu, Orchis provincialis ecc. In suoli acidi e profondi il sottobosco si arrichisce di Arbutus unedo, Cytisus villosus, Erica arborea, Clinopodium vulgare subsp. arundanum, Echinops siculus, Festuca drymeia, Luzula forsteri, Melica arrecta, Melittis albida, Poa sylvicola, Pulicaria odora, Symphytum gussonei, Teucrium siculum e Genista aristata. I querceti più termfoili che si insediano su differenti substrati sotto i 1000 m sono stati riferiti all’Oleo- Quercetum virgilianae

Su suoli abbastanza profondi, silicei, ad altitudini comprese tra i 500 e gli 800 mslm ad esempio a Gibilmanna, i querceti caducifogli sono riferiti all’Erico-Quercetum virgilianae. Si tratta di un querceto caducifoglio dominato da Quercus virgiliana, caratterizzato da un fitto strato arbustivo costituito da specie acidofile quali Erica arborea, Cytisus villosus, Arbutus unedo e Calicotome infesta. Tra le entità erbacee più caratteristiche si possono ricordare Echinops siculus, Teucrium siculum, Symphytum gussonei e Melittis albida. Un altro aspetto di querceto caducifoglio si sviluppa su substrati silicei tra 700 e 1.000 mslm e viene attribuito al Quercetum leptobalanae, dove prevale l'endemico Quercus leptobalanos, associato a altre quercie caducifoglie e a Quercus ilex. Sono presenti diverse specie calcifughe come Melittis albida, Teucrium siculum, Echinops siculus, Erica arborea, Cytisus villosus e Symphytum gussonei.

Erico-Quercetum virgilianae a Gibilmanna

Querceto caducifoglio vicino Castelbuono                                                                                      Laureto al Vicaretto

3. LA FASCIA SUPRAMEDITERRANEA

La zona montana delle Madonie sopra i mille metri, presenta uno straordinario mosaico di formazioni vegetali erbacee, arbustive e forestali che accolgono un gran numero di specie esclusive. La quantità di precipitazioni medie annue è generalmente superiore ai 1000 mm, mentre le temperature medie sono inferiori ai 13°C. Le formazioni forestali sono ben rappresentate da querceti caducifogli e faggete e si alternano a formazioni prative, astragaleti, arbusteti e alla vegetazione dei macereti, delle rupi ecc.  che sono a volte deturpati dai rimboschimenti di conifere esotiche come Pinus nigra, Cedrus atlantica, Abies cephalonica, Abies alba ecc.

 

Monte Carbonara, versante occidentale

3.1 La vegetazione erbacea

Sono ampiamente rappresentate le formazioni erbacee tra i 1200 m e le zone cacuminali sia a cause del degrado delle originaria copertura forestale che per ragioni edafiche che impediscono l'instaurarsi della vegetazione arborea. Le formazioni orofile della Sicilia sono riferite alla classe Rumici-Astragaletea siculi.  Le migliori espressioni si trovano nel Anfiteatro naturale del Quacella che ospita un ricchissimo contigente di specie endemiche. In questo sito e nei luoghi adiacenti si possono distinguere varie cenosi: Il Lino-Seslerietum nitidae si insedia sui ghiaioni calcarei o dolomitici sopra i 1400 mslm e si presenta come  una formazione a copertura discontinua con prevalenza di specie erbacee perenni o suffruticose senza però che si manifesti un entità chiaramente dominante.  Tra le specie più frequenti si ricordano  Sesleria nitida, Senecio candidus, Ptilostemon niveus, Onosma canescens e Linum punctatum.

Monte Quacella                                                                                                                                   Ghaioni e macereti al Quacella

Una delle principali forme di degradazione del faggeto è rappresentato dal Cachryetum ferulaceae, un consorzio di specie nitrofile che si insedia su substrati calcarei. Si tratta di una formazione molto diffusa in tutta l'area madonita, particolarmente ricercata per la presenza del pregiato fungo Pleurotus nebrodensis (fungo di basilisco) che si sviluppa sulle radici di Cachrys ferulacea che rappresenta la specie dominante di questa cenosi. Risulta ben rappresentato anche Astragalus nebrodensis, cui si associano diverse altre specie, tra cui Euphorbia myrsinites, Cerastium tomentosum, Phleum ambiguum e Artemisia alba. La subass. typicum è considerata di origine secondaria a differenza delle altre due subass. che sono invece di probabile origine primaria. Sui versanti più acclivi si insedia la subassociazione artemisietosum che è differenziata da Artemisia alba, Micromeria juliana, Origanum heracleoticum, Calamintha nepeta subsp. nepeta, Euphorbia rigida, Teucrium camaedrys, Sideritis syriaca e Achillea ligustica. La subass. vicietosum si localizza in prossimità di spuntoni rocciosi e viene distinta da Melica ciliata, Scutellaria rubicunda subsp. linneana e Vicia glauca.

Lino-Seslerietum nitidae sui versanti occidentali del Quacella                                                 Cachryetum ferulaceae ai margini della Faggeta

Paesaggio carsico delle alte Madonie                                                                                           Cachrys ferulacea alle pendici di Pizzo Carbonara

 

Queste cenosi in pendii più ripidi ma con minore rocciosità affiorante sono sostituiti dal Seslerio siculae-Melicetum cupanii, dove prevalgono Melica cupanii e Sesleria sicula. Del tutto particolare è la flora che si rinviene sul fondo delle dol ine, tipiche espressioni del carsismo delle alte quote madonite come le “fosse di S. Gandolfo” sul Carbonara, dove la coltre erbosa si mantiene verde fino alla tarda estate grazie al lento scioglimento delle nevi invernali. Qui si rinvengono specie rare e endemiche quali Siculosciadium nebrodense, Viola nebrodensis, Viola parvula, Colchicum triphyllum, Buglossoides gasparrinii, Sternbergia colchiciflora ssp. colchiciflora e specie pià diffuse come Arrhenatherum nebrodense, Malva moschata, Urtica dioica, Scilla bifolia, Chenopodium bonushenricus, Herniaria glabra ssp. nebrodensis e Hordeum bulbosum. Queste cenosi erbacee delle depressioni umide di alta montagna sono in parte incluse nel Peucedanetum nebrodensis. Dai 1400 mslm sino alle zone cacuminali nei substrati calcarei ricchi di scheletro con una scarsa capacità di trattenere l'acqua, si sviluppa l'Astragaletum nebrodensis. Più che di una formazione erbacea si tratta in realtà di una vegetazione arbustiva pulvinante dominati da Astragalus nebrodensis a cui si accompagna un ricco corteggio di specie erbacee. Tale formazione appartiene alla tipica vegetazione degli astragaleti diffusi nelle più alte montagne mediterranee, che in SIiclia si riscontra anche sulle alte quote dell’Etna. Tuttavia sulle Madonie l’astragaleto pulvinante rappresenta una forma di vegetazione primaria solo nelle zone cacuminali su suoli carbonatici privi di scheletro dove le condizioni edafiche non permettono lo sviluppo del faggeto, mentre alle quote inferiori la sua presenza si spiega con l’azione umana di degrado dei boschi.

Fosse di San Gandolfo, unica stazione di Siculosciadium nebrodense                             Doline sul  Carbonara 

 

Sui brecciai consolidati sotto i 1400 m si sviluppa il Carduncello-Thymetum spinulosi, dove si rinvengono Thymus spinulosus, Scorzonera villosiformis, Carduncellus pinnatus, Teucrium camaedrys, Avenula cincinnata, Dianthus arrostii, Helianthemum cinereum, Erysimum bonannianum, Koeleria splendens, Inula montana, Jurinea bocconii, Sesleria nitida e Silene sicula. Un aspetto simile ma molto localizzato solo a Monte Quacella, vede la predominanza di Stipa sicula a cui si aggiungono Alyssum nebrodense, Astragalus nebrodensis, Asphodeline lutea, Inula montana, Iris pseudopumila, Onosma canescens e Valeriana tuberosa. Sopra i 1400 m, sui detriti calcarei o dolomitici alla base delle pareti verticali si insedia una comunità pioniera con un importante funzione di stabilizzazione, attribuita all'Arenario-Rumicetum scutati. Tra le entità più caratteristiche si possono ricordare Ptilostemon niveus, Arenaria grandiflora, Iberis pruitii, Saponaria sicula, Rumex scutatus, Hesperis cupaniana, Senecio candidus e Sideritis syriaca. La vegetazione prativa sui suoli acidi e sulle argille in ambienti pianeggianti sottoposti al continuo calpestio del bestiame, è attribuita al Cynosuro-Plantaginetum cupani. Questa formazione vede la netta predominanza di emicriptofite come Cynosurus cristatus, Lolium perenne, Plantago cupani, Trifolium repens, T. bivonae, Potentilla calabra, Hieracium macranthum, Crepis vesicaria, Leontodon tuberosus, Hypochoeris radicata subsp. neapolitana, Cynosurus cristatus, Lolium perenne, Vulpia sicula, Festuca circummediterranea, Carlina sicula e Centaurea solstitialis subsp. schouwii, Lepidium hirtum subsp. nebrodense, Sedum tenuifolium e Polycarpon tetraphyllum. Sono ben rappresentate anche le geofite come Crocus longiflorus, Crocus biflorus, Colchicum bivonae ecc.

 

Pascoli montani a Monte Catarineci                                                                                              Astragaleto sul Carbonara

Creste del Quacella                                                                                                                          Pascoli a Piano Battaglia

 

Il Plantagini-Armerietum nebrodensis si sviluppa sui substrati quarzarenitici in ambiente di cresta sopra i 1700 m sottoposti a un elevata ventosità. Questa vegetazione è caratterizzata dai piccoli pulvini di Plantago subulata subsp. humilis ed Armeria nebrodensis, tra sui si inseriscono Dianthus arrostii, Anthemis cretica, Festuca circummediterranea, Minuartia verna, ecc. Sempre sulle creste ventose, ma su substrato calcareo si insedia il Cerastio tomentosi-Juniperetum hemisphaericae, Si tratta di una formazione erbaceo-arbustiva dove domina Juniperus communis subsp. hemisphaerica a cui si accompagnano  Allium nebrodense e Cerastium tomentosum.

 

3.2 La vegetazione arbustiva

Nella zona montana sono ben rappresentati gli aspetti di degradazione del faggeto, attribuiti alla classe Rhamno-Prunetea e all'alleanza Berberido aetnensis-Crataegion laciniatae. Si tratta di arbusteti montani dove prevalgono nettamente specie mesofile come Sorbus graeca, Sorbus umbellatus, Sorbus graeca, Sorbus madoniensis, Amelanchier ovalis, Cotoneaster nebrodensis, Berberis aetnensis, Rhamnus saxatilis, Rhamnus chatarticus, Prunus cupaniana, Crataegus laciniata, Rosa heckeliana, Rosa sicula, Lonicera xylosteum e Ribes uva-crispi. Dal punto di vista sintassonomico si distinguono il Crataegetum laciniatae, il Clematido vitalbae-Prunetum cupanianae, il Pruno cupanianae-Junipero hemisphaericae e il Lonicero xylostei-Prunetum cupanianae.

 

Creste del Quacella                                                                                                                     Arbusteti e lembi forestali nel versante Nord del Carbonara

 

Una formazione più caratteristica è invece diffusa nei rilievi quarzarenitici tra 1100 e 1600 mslm. Si tratta del Genistetum cupanii, fisionomizzato dai cuscinetti pulvinanti di Genista cupanii, a cui si associano Allium cupanii, Avenella flexuosa, Tolpis virgata, Agrostis castellana, Aira cariophyllea, Cistus salvifolius e Cynosurus echinatus. Sono frequenti, inoltre, Anthoxanthum odoratum, Dactylis hispanica, Jasione montana e Oglifa gallica. Gli arbusteti fisionomizzati da Juniperus communis subsp. hemisphaerica sono riferiti oltre che al Cerastio tomentosi-Juniperetum hemisphaericae anche al Junipero hemisphaericae-Abietetum nebrodensis, una formazione arbustivo-arborea che si sviluppa nelle schiarite delle faggete solo nel Vallone Madonna deg li Angeli. E' qui che si rinvengono le poche decine di esemplari di Abies nebrodensis, a cui oltre Juniperus communis subsp. hemisphaerica si accompagnano Rosa heckeliana e Berberis aetnensis.

 

 

Genistetum cupanii                                                                                                                         Arbusteto con Juniperus hemisphaerica a Monte Catarineci

Abies nebrodensis nelle radure della faggeta                                                                          Abies nebrodensis

 

 

 

 

 

3.3 La vegetazione forestale

Il bosco a rovere e agrifoglio si sviluppa sulle quarzareniti del Flysch Numidico,  tra 1100 e 1500 mslm, rappresentando la migliore espressione siicliana della cosidetta "fascia colchica" che fa riferimento a una vegetazione di tipo relittuale, che trova attualmente il suo miglior sviluppo nella Colchide sul Mar Nero dove si riscontrano foreste con uno strato arboreo deciduo ma con una significativa presenza di elementi sempreverdi nello strato arbustivo. Questa cenosi, attribuita all’Ilici-Quercetum austrothyrreniae si è potuta sviluppare solo in aree che godono di un microclima particolarmente umido, reso possibile dalle frequenti nebbie. I migliori esempi si rinvengono a Bosco Pomiere, dove sono noti esemplari di rovere di 700-800 anni con un diametro fino a 8 m e a Piano Pomo dove crescono alcuni gruppi di agrifogli monumentali.

Faggete a Pizzo Carbonara

Bosco di rovere in contrada Pomieri                                                                                          Tipico aspetto dell'ilici-Quercetum austrothyrrenae con denso sottobosco

Bosco  Pomieri                                                                                                                                Ilici-Quercetum leptobalani alle serre di Corcò

Alla rovere (Quercus petraea subsp. austrotyrrhenica) si associano Acer obtusatum, A. campestre, A. monspessulanum, Sorbus torminalis e Ulmus glabra. Il denso ed intricato sottobosco è costituito principalmente da Ilex aequifolium, sporadicamente accompagnato da Malus sylvestris, Crataegus laciniata, Prunus spinosa, Euonymus europaeus, Daphne laureola, Rhamnus cathartica e Ruscus aculeatus.  Lo strato erbaceo è costitutio da Aquilegia sicula, Hieracium madoniensis, Festuca drymeia, Anemone apennina, Cyclamen repandum, C. hederifolium, Symphytum gussonei, Melica uniflora, Polystichum setiferum, Tamus communis, Rubus canescens, Primula vulgaris, Galium rotundifolium, Aremonia agrimonoides, Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula, Viola reichenbachiana, Brachypodium sylvaticum, Geum urbanum, ecc. Ad altitudini inferiori, ma sempre in microclimi caratterizzati da un clima particolarmente fresco ed umido, il bosco di rovere ed agrifoglio tende a essere sostituito da un altro querceto caducifoglio con agrifoglio, in cui prevalgono però Quercus leptobalanos, Quercus congesta, Quercus dalechampii, a cui si accompagnano più sporadicamente Quercus ilex, Fraxinus ornus, Acer campestre, Malus sylvestris, mentre nello strato erbaceo sono frequenti Symphytum gussonei, Viola alba, Melittis albida, ecc. Tale cenosi, descritta come Ilici aquifolii-Quercetum leptobalani, sembra limitata all'area delle Serre di Corcò tra 1000 e 1200 mslmi. Alle quote più elevate invece la rovere può entrare in contatto con la faggeta che si sviluppa sopra i 1400 m, arrivando a 1900 mslm. Le faggete madonite che si insediano sui substrati calcarei sono attribuite al Luzulo siculae-Fagetum, in cui nello strato arboreo domina Fagus sylvatica, a cui si associa sporadicamente Acer pseudoplatanus. Lo strato arbustivo è costituito da Ilex aequifolium,  Sorbus graeca, Orthilia secunda, Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula, Rhamnus cathartica e Crataegus laciniata.

Bosco di Rovere a Piano Pomo                                                                                                    Bosco di Pomieri

Faggete madonite in Autunno                                                                                                      Faggeta sul Carbonara

 

 

Faggete del Luzulo siculae-Fagetum  a Portella delle Mele                                                  Faggeta di Monte Mufara in Inverno

 

Lo strato erbaceo è abbastanza povero, si rinvengono comunque Allium pendulinum, Anemone apennina, Asperula odorata, Atropa belladonna, Cardamine chelidonia, Campanula trichocalycina, Cephalantera damasonium, C. rubra, Cerinthe auriculata. Cyclamen hederifolium, Corydalis solida, Doronicum orientale, Galium odoratum, Geranium versicolor, Lamium flexuosum var. pubescens, Luzula forsteri, Monotropa hypopitis, Mycelis muralis, Neottia nidus-avis, Scilla bifolia ecc. Un altra forma di faggeto basifilo, molto più localizzata, si insedia sui pendii dolomitici di strette gole, caratterizzate da una densa umidità atmosferica. Si tratta dello Hieracio madoniensis-Fagetum sylvaticae, nota solo nell'area di Passo Canale, differenziata dalla presenza di Sorbus graeca, Sorbus aucuparia subsp. praemorsa, Physospermum verticillatum ed alcuni endemismi quali Adenostylis hybrida, Hieracium madoniense e Hieracium pignattianum.

In zone umide indisturbate del faggeto si rinvengono ​inoltre due rare pteridofite quali Botrychium lunaria e Ophioglossum vulgatum. Le faggete acidofile, attribuite all' Anemono apenninae-Fagetum, presentano un corteggio floristico molto simile al faggeto basifilo, ma mancano Cephalanthera damasonium, C. rubra e Orthilia secunda, mentre è più abbondante Ilex aequifolium e sono presenti Ranunculus umbrosus, Allium ursinum, Anthriscus nemorosa.  Nel complesso le faggete delle madonie si presentano in uno stato di conservazione precario sia per l'intenso impatto antropico che per  ragioni naturali, visto che il mesofilo faggio trova qui condizioni estreme raggiungendo il limite meridionale del suo areale. Sono presenti piccoli nuclei discontinui in tutto il territorio montano, ma formazioni più estese si rinvengono a Monte Mufara, Pizzo Antenna Grande, Monte dei Cervi, Monte Daino e Monte S. Salvatore.

Hieracio madoniensis-Fagetum sylvaticae a Passo Canale

Faggeta a Monte Carbonara                                                                                                       Faggeta sul Monte Catarineci

 

 

4. LA VEGETAZIONE AZONALE

4.1 La vegetazione dei corsi d'acqua

Nei tratti montani deii corsi d'acqua si sviluppa la tipica ripisilva riferita all' ordine dei Populetalia albae e ad associazioni quali l'Ulmo-Salicetum pedicellatae e l' Agropyro-Salicetum pedicellatae. In genere lo strato arboreo di questa forma di ripisilva è costituito da Populus alba, P. canescens, P. nigra, Salix alba, S. pedicellata, Ulmus canescens, U. glabra, Fraxinus angustifolia subsp. angustifolia, Sambucus   nigra,  Ficus carica var. caprificus e Alnus cordata spontaneizzatosi nel Vallone Madonie.  Lo strato arbustivo ed erbaceo include Arum italicum, Brachypodium sylvaticum, Carex pendula, Dorycnium rectum, Equisetum telmateja, Hypericum hircinum, Rubus ulmifolius, Solanum dulcamara e Tamus communis. Più a valle l'alveo si allarga accogliendo formazioni del Salicetalia purpureae, in cui prevale Salix pedicellata, Salix. purpurea, Populus nigra. Tra le cenosi riferibili a questo ordine si ricorda il Salicetum albo-pedicellatae.

Torrente Vicaretto                                                                                                                         Vegetazione ripariale con Nerium oleander ad Isnello

Vegetazione ripariale ad Isnello                                                                                                Gole di Tiberio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4.2 La vegetazione degli specchi lacustri

Alcuni modesti ambienti lacustri, localmente noti come "gurghi", si rinvengono nelle depressioni umide del settore orientale delle Madonie, specialmente alle falde di Monte Catarineci nei pressi di Geraci Siculo. La vegetazione sommersa e palustre è rappresentata, da Myriophyllum alterniflorum, Potamogeton natans, Utricularia vulgaris, Apium inundatum, Glyceria aquatica, Ranunculus aquatilis e Callitriche sp.

 

Nelle fiumare della parte orientale, come nei pressi del fiume Pollina, si insediano formazioni xerofile come lo Spartio-Nerietum oleandri, dove prevalgono Nerium oleander, Spartium junceum, Calicotome infesta e Rubus ulmifolius.  Si rinviene inoltre la tipica flora glareicola del Loto-Helichrysetum italici, dove a Helichrysum siculum si accompagnano Scrophularia canina subsp. bicolor, Inula viscosa, Euphorbia rigida, Lotus commutatus, Micromeria graeca, Verbascum macrurum,  Artemisia campestris subsp. variabilis, Ononis natrix subsp. ramosissima, ecc.

Formazioni di Tamarix sp. e Nerium oleander alla foce del fiume Pollina

Sfagnete in contrada Mandarini                                                                                                 Laghetto sotto Monte Castellaro

 

Si tratta di aspetti impoveriti di varie associazioni della classe Potametea. Nella cintura circostante gli stagni solo periodicamente sottoposta ad inondamento si rilevano comunità poco tipificabili di R. marginatus, R. muricatus, R. lateriflorus, R. ophioglossifolius, Alisma plantago-acquatica, Eleocharis nebrodensis, Oenanthe aquatica, Juncus articulatus, J. conglomeratus, J. bufonius, Carex laevigata, C. tumidicarpa, C. paniculata, C. pallescens, ecc. Sopra i 1000 m sono presenti le cosidette "triemule", comunità muscinali riferibili alla classe Scheuzerio-Caricetea fuscae, dominate dallo sfagno (Sphagnum sp.) che non trovano eguali in Sicilia, affini alle sfagnete dell'Europa centro-settentrionale e che ospitano diverse fanerogame quali Solenopsis laurentia, Carex punctata, C. oederi, C. paniculata,  ]uncus articulatus, Hypericum tetrapterum, Utricularia vulgaris, Lysimachia nemorum,  Deschampsia caespitosa e Holcus lanatus. Le sfagnete, con il progressivo  colmamento  dello  specchio  d' acqua,  tendono  ad evolvere  verso  i "margi filiciari"  dominati da pteridofite quali Osmunda regalis, Blechnum spicant e Athyrium filix-femina, a cui si accompagnano talvolta specie legnose quali Hypericum androsaemum, Ilex aequifolium e Salix sp., ma anche ricche comunità di briofite. Formazioni simili, ma su substrati calcarei, si rinvengono tra Piano Battaglia e Petralia, nelle cosidette "favare",  sorgenti montane che creano piccoli acquitrini colonizzati da Carex viridula, Solenopsis laurentia, Ranunculus fontanus, Isolepis setacea e Odontites vulgaris subsp. siculus. Altre piccole pozze effimere dovute allo scioglimento delle nevi si rinvengono in alcune zone pianeggianti di alta montagna (Piano della Battaglietta) e accolgono il Myosuro-Ranunculetum lateriflori, dove sono caratteristici Ranunculus lateriflorus, R. marginatus e Myosurus minimus. Nel versante meridionale delle Madonie, in presenza di substrati argillosi, spesso nelle depressioni tra i calanchi, si rinvengono molto raramente alcuni piccoli stagni in genere abbastanza profondi da permettere lo sviluppo di una variegata flora igrofila e sommersa. In particolare sui bordi dei bacini lacustri si sviluppano aspetti ad eliofite con Phragmites australis, Typha angustifolia dell'alleanza Phragmition (Phragmito- Magnocaricetea), o cenosi igrofile con Eleocharis palustris e Glyceria nutans (alleanza Glycerio-Sparganion). Al centro del bacino sono frequenti aspetti di vegetazione acquatica con Ranunculus tricophyllus riferibile al Ranunculion aquatilis (Potametea), mentre nelle parti più profonde del bacino (che in genere non si disseccano nel periodo estivo) sono presenti cenosi sommerse con Zannichellia palustris, oltre a diverse alghe ed in particolare a Chara sp.

Margi di Monte Caterineci, in contrada S. Cosimano                                                           Myosuro-Ranunculetum lateriflori a Piano Battaglietta                                                                         

Gorgo Pollicino ​

Margi con ricca vegetazione pteridofitica alle Serre di Corcò

Stagno nei calanchi di Castellana Sicula

 

4.3 La vegetazione delle rupi calcaree

La flora delle rupi calcaree si presenta particolarmente ricca ed è  ben rappresentata a tutte le quote, con diverse specie endemiche alcune delle quali molto localizzate.  Gli aspetti rupestri più termofili, rappresentati soprattutto nella rocca di Cefalù, vedono la presenza di Iberis semperflorens, Dianthus rupestris, Lithodora rosmarinifolia, Anthirrinum tortuosum, Anthirrinum siculum, Seseli bocconei subsp. bocconei, Brassica rupestris, Brassica incana,  Scabiosa cretica, Ceterach officinarum e Silene fruticosa.

Rupi calcaree sul Versante Nord del Carbonara                                                                    Monte Quacella

 

 

Gli ambienti rupestri che si sviluppano tra 500 m e 1500 mslm sono colonizzati da cenosi dell’Anthemido-Centauretum bus ambarensis, dove abbondano le specie endemiche come Anthemis cupaniana, Centaurea busambarensis, Genista demarcoi, Dianthus minae, Bupleurum elatum ed Helic irysum pendulum.  A questi si aggiungono Iberis semperflorens, Silene fruticosa subsp. fruticosa, Brassica rupestris subsp. rupestris, Cymbalaria pubescens, Antirrhinum siculum, Seseli bocconi subsp. bocconi, Scabiosa cretica, Ephedra major, Melica minuta, Sedum dasyphyllum, Ceterach officinarum ecc. A quote superiori subentra l’Asperulo-Potentilletum nebrodensis che rappresenta uno dei rari esempi di formazione rupestre montana della Sicilia.  I migliori aspetti di questa vegetazione si riscontrano nelle serre di Monte Quacella dove si  possono rinvenire  Asperula  gussonei,  Aubrieta  deltoidea ​subsp. sicula,

Rupi di Pizzo Dipilo

Rupi di Monte Quacella                                                                                                             Rupi del versante occidentale del Carbonara

Rupi calcaree a Fosso Canna                                                                                                 Rupi del versante occidentale del Carbonara con Bupleurum elatum

Calanchi di Castellana sicula

Campanula marcenoi, Draba olympicoides, Edraianthus graminifolius subsp. siculus, Helichrysum nebrodense, Hieracium symphytifolium, Minuartia verna subsp. grandiflora, Potentilla caulescens subsp. nebrodensis, Saxifraga lingulata subsp. australis e Silene saxifraga var. lojaconoi. Sulle rupi sottoposte a stillicidio si rinvengono aspetti della classe Adiantetea, che ospitano alcune felci come Adiantum capillus veneris, Blechnum spicant e  Phyllitis scolopendrium.

 

4.4 La vegetazione dei calanchi

Sul versante meridionale del complesso montuoso si rinvengono formazioni calanchive che si sviluppano in seguito al dilavamento operato dall'acqua sui versanti argillosi e presentano una rada copertura vegetale. Nonostante l’ambiente ostile si rinvengono talune specie ben adattate a questo substrato, quali l'endemico 

Tripolium sorrentinoi, Centaurium pulchellum, Diplotaxis erucoides var. hispidula, Hainardia cilindrica, Podospermum canum, Hordeum hystrix, Kickxia spuria, Chenopodium vulvaria, Allium castellanense ecc. La cenosi è riferita all'associazione endemica Asteretum sorrentini, appartenente alla classe Lygeo-Stipetea.

 

Asteretum sorrentini sui calanchi di Petralia                                                                        Calanchi di Petralia

Calanchi di Castellana Sicula                                                                                                Incolti a Petralia

4.5 La vegetazione sinantropica

La vegetazione infestante i coltivi è ben diversificata presentando varie associazioni della classe Stellarietea mediae.  Nei campi di frumento è ben rappresentato il  Legousio hybridae-Biforetum testiculati, caratterizzato da Bifora testiculata, Anacyclus clavatus, Adonis microcarpa, Rhagadiolus stellatus e Neslia paniculata, che si associano a Ammi visnaga, Allium nigrum, Daucus aureus, Lolium rigidum, Ranunculus ficaria, Avena barbata, A. fatua, Gladiolus italicus, Medicago ciliaris, Papaver rhoeas, Phalaris paradoxa, P. brachystachis, Ridolfia segetum, Convolvulus arvensis e raramente Tulipa raddii e T. sylvestris. I vigneti vedono invece la prevalenza di aspetti fisionomizzati da Oxalis pes-caprae. Le colture arboree sono rappresentate soprattutto da oliveti, frassineti e vari frutteti e presentano sempre una flora infestante dominata da Oxalis pes-caprae. ​

Campi con Tulipa raddii presso Blufi

 

Nelle colture irrigate come gli agrumeti si rinvengono aspetti dell'ordine Solano nigri-Polygonetalia convolvuli (Stellarietea mediae). Predomina ancora una volta Oxalis pes caprae, a cui si associano Arum italicum, Arisarum vulgare,  Bromus willdenowii, Trachynia distachya, Convolvulus arvensis, Sonchus oleraceus, Mercurialis annua, Beta vulgaris, Malva nicaensis, Fumaria capreolata, Poligonum aviculare, ecc. Nelle cave abbandonate un ruolo importante nel caratt erizzare la vegetazione è svolto da Centranthus ruber, mentre nelle discariche consorzi nitrofili caratterizzati da Anacyclus tomentosus, Bromus scoparius, Carduus pycnocephalus, Chrysantemum coronarium, Galactites tomentosa, Hordeum leporinum, Lophochloa cristata, Parietaria diffusa, Plantago lagopus, Reseda alba, Rumex pulcher e Sisymbrium officinale. Nelle aree urbane, sui muri o sui terreni sottoposti a calpestio si rivnengono varie formazioni ascrivibili alle classi Parietarietea e Stellarietea mediae. Lungo i fossati e negli impluvi, con un ricco accumulo di nitrati, si insediano frequentemente densi canneti riferiti al Calystegio sylvaticae-Arundinetum donacis, la cui diffusione è stata agevolata dalla coltura praticata in passato. Domina Arundo donax, a cui si associano Calystegia sylvatica e Tamus communis.

 

 

Colline sopra Cefalù                                                                                                                    Paesaggio agrario nel versante sud delle Madonie

5. LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE BOTANICO

1)  Rocca di Cefalù: Rappresenta l'estrema roccaforte settentrion ale delle Madonie e nonostante la vicinanza diel centro urbano presenta un interessante flora rupestre con Lithodora rosmarinifolia, Genista demarcoi e Megathyrsus bivonianus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

​Rocca di Cefalù

 

​​2) Litorale di Cefalù e Settefrati: Il lungomare di Cefalù è pressochè privo di vegetazione naturale ma è comunque rilevante la presenza di Anacyclus radiatus. Sicuramente meglio conservato è l'adiacente litorale di Settefrati dove si rinvengono gli ultimi lembi di macchia a sclerofille della costa madonita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Baia di Settefrati

3) Valle del fiume Pollina: Oltre l'interesse paesaggistico delle famose Gole di Tiberio, si rinvengono significativi esempi di ripisilva e vegetazione glareicola lungo il corso d'acqua. Sono inoltre ben rappr esentate in tutta l'area macchie di sclerofille e sugherete.

 

 

Valle del Pollina

 

 

 

​4) Pizzo Dipilo: Con i suoi 1400 m si tratta della cima sopra i 1000 m delle Madonie più vicina al mare. Oltre a limitati esempi di veget azione forestale sono particolarmente significative alcune specie rupestri come Genista demarcoi e Centaurea busambarensis. In alcune grotte si rinvengono inoltre le uniche stazioni madonite di Phyllitis scolopendrium.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pizzo Dipilo

 

5) Boschi di Montaspro: Le estese formazioni forestali a nord di Isnello presentano un grande interesse naturalistico ospitando querceti caducifogli e leccete, rifugio per un buon numero di specie nemorali tra cui la rara orchidea Listera ovata.

 

 

 

​​​Boschi sopra Isnello

​6) Pizzo Carbonara: La maggiore vetta della Madonie (1979 m), nonchè seconda cima della Sicilia dopo l'Etna, sul versante Nord ospita interessanti leccete e una peculiare flora rupestre contraddistinta da Bupleurum elatum, Ephedra major e Hesperis cupaniana. Sulle zone più elevate si sviluppano faggete alternate ad astragaleti e ad altre formazioni erbacee ricche di endemismi come Viola nebrodensis, Peucedanum nebrodense ecc.

 

 

Pizzo Carbonara

 

7) Boschi di Vicaretto: Estesa lecceta nel territorio di Castelbuono, ospita piccoli nuclei arborei di Laurus nobilis dove cresce l''endemico Rhamnus lojaconoi.

 

 

8) Sughereta di Geraci Siculo: Estesa sugher eta ricca di esemplari di sughera piuttosto antichi con un ricco corteggio floristico.

 

 

 

 

 

Boschi del Vicaretto

 

​9) Gurghi di Monte Catarineci: Monte Caterineci rappresenta la maggiore cima del settore orientale delle Madonie con i suoi 1600 mslm. Il notevole interesse naturalistico dell'area è dato dalla presenza di numerosi piccoli specchi d'acqua e delle uniche sfagnete siciliane.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Monte Catarineci

 

 

​10) Piano Pomo: Nel contesto di un bosco di Rovere si sviluppano cinque nuclei di circa 300 individui monumentali di agrifoglio alti 14-18 m e con una circonferenza sino a 14 m.  Alcune ceppaie monumentali sono il risultato di un innesto naturale per aprossimazione.

 

 

​​Agrifogli monumentali a Piano Pomo

 

 

 

11)  Bosco Pomieri: Esteso nel territorio di Petralia, rappresenta il miglior esempio siciliano del bosco di rovere ed agrifoglio con esemplari di querce monumentali e un denso sottobosco di agrifoglio.

 

 

 

Rovere nel bosco di Pomieri

​12) Pizzo Sant' Angelo: Alto 1081 mslm, è incluso nel territorio di Cefalù e ospita interessanti formazioni forestali, costituite soprattutto da leccete e querceti caducifogli. L'area è inoltre ricca di orchidee.

 

 

 

​​Pizzo Sant'Angelo

 

 

 

 

 

13) Rocca di Mele: Il territorio compreso tra Piano Battaglia e Petralia presenta importanti aspetti forestali costituiti da faggete anche abbastanza estese. Ma sono degni di nota anche gli ambienti umidi con Solenopsis laurentia e soprattutto la flora rupestre che consta di Hieracium madoniense, Campanula marcenoi, mentre la feggeta è arricchita da Cephalanthera rubra, Orthilia secunda ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Faggete a Rocca di Mele

 

 

 

14) Pizzo Antenna Piccolo e Monte Castellaro: Le cime più occidentali della Madonie si presentano ricoperte da estese faggete e in parte da leccete. Sono inoltre presenti alcuni piccoli caratteristici laghetti di montagna.

 

 

Monte Castellaro

 

15) Monte Mufara: Nonostante l'impatto antropico dovuto agli impianti sciistici di Piano Battaglia sono ancora rilevanti gli aspetti floristici grazie alla presenza di una densa faggeta e una flora rupestre significativa con Silene lojaconoi, Aubretia sicula ecc.

 

 

 

 

 

 
 
 

Monte Mufara

 

 

16) Monte Quacella: L'anfiteatro naturale formato dalle serre del Quacella rappresenta probabilmente l'area con la maggiore biodiversità vegetale di tutta la Sicilia, grazie alla presenza di ambienti forestali, ghiaioni, rupi calc aree, detriti ecc.  E' inoltre piuttosto insolita l'inversione altitudinale che si verifica sul versante merid onale del Quacella, con il più termofilo leccio che raggiunge le zone sommitali a 1800 m, mentre il faggio si insedia più in basso. Ciò è comunque facilmente spiegabile con l' esposizione meridionale e l'acclività del versante che favorisce una certà aridita edafica. Tra le specie rare ed endemiche si ricordano Draba olympicoides, Aubrieta sicula, Asperula gussonii, Linum punctatum, Edraianthus graminifolius, Saxifraga callosa, Senecio candidus, Jurinea bocconei, Genista cupanii, Silene saxifraga, Helichrysum nebrodense, ecc.


Monte Quacella

 

17) Vallone Madonna degli Angeli: Il sito, posto nelle vicinanze del Quacella all'interno del comune di Polizzi Generosa, è famoso per essere l'ultimo rifugio del rarissimo Abies nebrodensis ormai ridotto a circa 30 esemplari.

 

18) Monte San Salvatore: Interessante rilievo di natura quarzarenitica di 19 12 m, ospita faggete acidofile e una peculiare vegetazione di cresta con Armeria nebrodensis e Plantago humilis.

 

Vallone Madonna degli Angeli

19) Gorgo di Pollicino e Gorgo Nero: Piccoli ambienti umidi posti nel territorio di Petralia, nonostante le manomissioni subite presentano ancora un a flora abbastanza caratteristica in cui spicca un denso popolamento di Osmunda regalis nel Gorgo Nero ormai circondato da un parco avventura.

 

20) Calanchi di Castellana Sicula: L'area posta nel versante meridionale delle Madonie presenta un interessante vegetazione legata ai calanchi dove si rivnengono discrete popolazioni di Aster sorrentinii.

Gorgo Nero

21) Passo Canale: Il sito, posto nel versante sud di monte Quacella, è importante soprattutto per la presenza di esemplari monumentali di aceri e rovere, ma anche per un ottimo esempio di faggeta su calcare, impreziosita da endemismi puntiformi come Hieracium pignattianum e Adenosyles nebrodensis.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Passo Canale

​22) Monte Ferro: Quinta cima delle Madonie con i suoi 1906 m, si presenta del tutto spoglia di vegetazione arborea, presentando tuttavia interessanti aspetti arbustivi dove si rinvengono specie rare come Cotoneaster nebrodensis.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Monte Ferro

 

 

23) Vallone Canna: Gola di grande impatto paesaggistico posta ai piedi di Pizzo Canna, presenta rilevanti aspetti di flora rupestre con la presenza di Potentilla nebrodensis e Campanula marcenoi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vallone Canna

 

 

 

24) Passo Scuro: Sito posto nei pressi di Castel Buono ai marigni di un ampia area boschiva, in cui si localizza un imponente formazione rocciosa che ospita una ricca flora rupestre tra cui merita di essere citata la presenza dell'endemica puntiforme Dianthus minae.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Passo Scuro

 

 

 

25) Boschi di Gibilmanna: Sito posto nelle colline sopra Cefalù, alle falde di Pizzo Sant'Angelo e Pizzo Dipilo, ospita interessanti cenosi forestali che includono piccoli redisui di pinete più o meno naturali, sugherete, aspetti di lecceta acidofila e soprattutto estesi querceti caducifogli dove prevale Quercus virgiliana. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Boschi di Gibilmanna e Pizzo Dipilo

26) Ambienti umidi di Contrada Mandarini: Biotopo posto nelle vicinanze delle Petralie che annovera interessanti ambienti ripariali e soprattutto alcune piccole sfagnete. Tra le specie più rilevanti si possono citare Osmunda regalis, Solenopsis minuta, Gnaphalium prostratum, Rorippa sylvestris, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ambienti umidi di Contrada Mandarini

 

 

 

 

27) Monte dei Cervi: Si tratta di uno dei maggiori rilievi dellle Madonie, raggiungendo i 1794 m di altezza. Sul versante orientale si apre un ampio pianoro a circa 1600 m di altitudine noto come Piano dei Cervi. Tutta l'area è ricoperta da estese faggete, che ospitano diverse specie nemorali quali Arum cylindraceum, Epipactis sp. pl., Arabis turrita, ecc. Negli arbusteti è presente il raro Rhamnus chatarticus. Sul versante meridionale sono presenti alcune spettacolari valli carsiche, tra cui la famosa "padella".

 

 

 

 

 

 

Piano dei Cervi

 

 

 

 

28) Monte Cavallo: Rilievo quarzarenitico posto nei pressi di Polizzi Generosa, che presenta interessanti aspetti di vegetazione rupestre che ospitano il rarissimo Hieracium nebrodense, un endemismo puntiforme.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serra delle Sanguisughe

Bibliografia

Blasi C. (ed.), 2010 - La vegetazione d'Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

Brullo S., Gianguzzi L., La Mantia A., Siracusa G..2008-  La classe Quercetea ilicis in Sicilia. Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat.

Raimondo F.M., Schicchi R., Surano N. 2004– Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale del parco delle Madonie. Il Naturalista Siciliano.

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