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Distretto Ibleo

Il distretto ibleo comprende la costa ionica meridionale e le catene collinari dei Monti Iblei che raggiungono la loro massima altitudine con Monte Lauro (986 mslm) e degli adiacenti monti Climiti. L’area presenta un notevole interesse sia per la presenza di endemismi esclusivi che di elementi ad areale mediterraneo orientale che talvolta qui trovano le loro uniche stazioni italiane. Il paesaggio è caratterizzato da estesi tavolati calcarei, solcati da profonde valli fluviali conosciute come “cave” che rappresentano l’ambiente più significativo dell’area.  Solo nei pressi di Monte Lauro si rinvengono substrati lavici.

Clima

Il clima si presenta abbastanza eterogeneo, variando soprattutto in base all' altitudine e alla lontananza dal mare. La costa presenta temperature medie annue di 17-18°C e precipitazioni di 450-550 mm. Le zone collinari sopra i 400 mslm, nel versante nord degli Iblei ricevono precipitazioni superiori, comprese tra 700 e 900 mm, mentre le temperature medie scendono sotto i 17°C.  Alle stesse quote, nella parte meridionale del comprensorio le precipitazioni non superano i 700 mm e le temperature medie annue sono lievemente superiori. Un caso particolare è dato dalla zona sommitale degli Iblei sopra gli 850 m, con precipitazioni annue sino a 1100 mm e temperature medie di circa 13° C. 

 

Endemismi esclusivi del distretto Ibleo

Anthemis pignattiorum, Cyperus papyrus subsp. siculus, Epipactis hyblaea, Erica multiflora subsp. hyblaea, Ferulago nodosa subsp. rigida, Foeniculum giganteum, Helichrysum archimedeum, Helichrysum hyblaeum, Limonium syracusanum, Myosotis tinei, Odontites bocconei subsp. angustifolia, Ophrys laurensis, Serapias intermedia subsp. hyblaea, Taraxacum caramanicae, Trachelium lanceolatum, Urtica rupestris, Zelkova sicula.

Specie non endemiche in Sicilia esclusive del distretto Ibleo

Arabis sagittata, Aristolochia altissima, Calendula suffruticosa subsp. gussonei, Fontanesia phillyraeoides, Gladiolus vexillaris, Hydrocotyle vulgaris, Iris unguicularis, Oenanthe silaifolia, Origanum onites, Prunus webbii, Putoria calabrica, Salvia fruticosa, Sarcopoterium spinosum, Stachys cretica subsp. salviifolia, Valantia hispida.

 

 

1. LA FASCIA TERMOMEDITERRANEA

La fascia termomediterranea è rappresentata dal livello del mare sino a 500 m, e presenta temperature media annue comprese tra 16 e 18 °C, mentre le precipitazioni sono comprese tra i 400 e i 600 mm. La vegetazione climax è data da formazioni forestali di vario genere, come leccete, querceti e sugherete. Sono però molto più comuni i vari stadi di degradazione, come praterie, macchie, garighe e arbusteti.

1.1 Il litorale sabbioso

La costa presenta tratti sabbiosi abbastanza estesi alternati a scogliere rocciose. Tutta la fascia litoranea risente fortemente dell' attività umana, mantenendo comunque alcune aree piuttosto integre, tra cui spicca la  riserva naturale di Vendicari. La flora psammofila è molto simile a quella presente nella costa meridionale che si affaccia sul canale di Sicilia.

Calamosche a Vendicari                                                                                                        Salsolo-Cakiletum maritimae a Vendicari

E' quindi possibile distinguere la classica seriazione della vegetazione sul litorale sabbioso, che va dalle formazioni pioniere delle sabbie più prossime al mare  fino alla macchia di Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa. In prossimità della linea di battigia si insedia il Salsolo-Cakiletum maritimae, sostituito in condizioni di minor disturbo dalll' Atriplicetum hastato-tornabenii. Segue sulle prime dune il Cypero mucronati-Agropyretum farcti e quindi sulle dune più consolidate il Medicagini-Ammophiletum australis. Nelle zone retrodunali come nel resto della Sicilia meridionale si insedia il Centaureo-Ononidetum ramosissimae. Sulle dune interne più mature si sviluppa l' Ephedro-Juniperetum macrocarpae, che solo a Vendicari trova un apprezzabile estensione. Le formazioni di terofite sono meno ricche rispetto al litorale del canale di Sicilia, si rinviene tuttavia una cenosi caratteristica per la presenza della rara Romulea  rollii, a cui si  associano  Vulpia membranacea,  Senecio

Cypero mucronati-Agropyretum farcti a Vendicari

 

glaucus subsp. coronopifolius, Erodium laciniatum, Lagurus ovatus, Polycarpon diphyllum, Silene nicaeensis, Cutandia maritima, Pseudorlaya pumila, ecc.. Dal punto di vista fitosociologico questa formazione è riferibile al Vulpio-Romuletum rollii. Un altro consorzio terofitico meno frequente, presente nelle radure delle garighe psammofile, è il Sileno nicaeensis-Maresietum nanae. Nelle piccole depressioni umide con substrato sabbioso si insedia il Polypogonetum subspathacei, dove domina Polypogon subspathaceus, a cui si accompagnano Juncus hybridus, Plantago coronopus, Parapholis incurva, Sagina maritima, Spergularia maritima, Spergularia salina, ecc.

 

 

Ephedro-Juniperetum macrocarpae a Vendicari                                                                 Ephedro-Juniperetum macrocarpae a Vendicari       

Centaureo-Ononidetum ramosissimae a Vendicari                                                             Atriplicetum hastato-tornabenii a Vendicari       

Litorale roccioso a Vendicari

1.2 Il litorale roccioso

Sulle scogliere direttamente sottoposte all'azione marina si insedia il Limonietum syracusani, che è differenziato da Limonium syracusanum, endemico del litorale a sud di Siracusa. A quest'ultimo si associano Chrithmum maritimum e raramente Cichorium spinosus. Più internamente, dove l'effetto marino è meno marcato, si insedia una forma di gariga alofila dominata da Thymelaea hirsuta e Helichrysum stoechas subsp. barrelieri, riferita al Thymelaeo-Helichrysetum siculi. Tra gli arbusti delle garighe o delle macchie sui tratti rocciosi, si insediano praterelli di terofite riferiti all' Anthemido secundirameae-Allietum lehmanii, dove dominano Allium lehmanii e Anthemis secundiramea. Questa cenosi può essere considerata una forma vicariante dell'Anthemido-Desmazerietum siculae nella Sicilia sud-orientale.

 

 

 

 

Limonietum syracusani a Punta Taverna                                                                            Scogliere di Capo Murro di Porco

1.3 I pantani e le lagune salmastre

Gli ambienti umidi costieri più importanti si trovano a Vendicari, dove si rinvegono cinque pantani, tra cui una particolare importanza sia per la flora che per l’avifauna riveste il “Pantano piccolo” che non si prosciuga neppure in estate. La vegetazione risulta distribuita secondo gradienti di salinità e della durata del periodo di sommersione. La vegetazione sommersa è rappresentata da Ruppia spiralis che caratterizza il Ruppietum spiralis, da Potamogeton pectinatus che fisionomizza il Potamogetonetum pectinati e da alcune alghe come Lamprothamnion papulosum. Ai margini dei pantani sono rappresentati diversi aspetti anfibi dominati da eliofite alofile come Juncus maritimus e Juncus acutus che caratterizzano diverse associazioni, quali Spartino-Iuncetum maritimi, Limonio virgati-Juncetum acuti, Inulo-Juncetum maritimi. Altri aspetti sono dominati da elofite non strettamente alofile come Phragmites australis, Typha angustifolia, Bolboschoenus maritimus, Schoenoplectus lacustris e Carex hispida. Più tipici degli ambienti salmastri sono i salicornieti, riferiti a diverse associazioni della classe Sarcocornietea fruticosae, quali l'Arthrocnemo-juncetum subulati che predilige i siti più umidi, mentre in condizioni più xeriche si rinviene lo Sphenopo divaricati-Arthrocnemetum glauci. Sono tipiche di queste cenosi Suaeda vera, Sarcocornia fruticosa,  Atriplex halimus, Arthrocnemum glaucum, Juncus sabulatus, Hordeum amritimum, Triglochin bulbosum, Limonium serotinum, ecc.. Nei terreni più ricchi di materia organica si insedia l' Halimiono-Suaedetum verae, dove dominano Halimione portulacoides e Suaeda vera. Verso l'esterno segue una fascia di vegetazione alofilo-igrofila riferita all' Agropyro-Inuletum crithmoides, dove dominano Inula crithmoides e Agropyrum elongatum. Sui substrati sabbiosi esterni ai margini dei pantani, a diretto contatto con le dune, si insediano formazioni igrofilo-psammofile, che in condizioni di maggiore umidità sono riferite al Schoeno-Plantaginetum crassifoliae, caratterizzata da Plantago crassifolia e Schoenus nigricans a cui si accompagnano altre alofite come Arthrocnemum glaucum, Inula crithmoides, Ambrosia maritima e Limonium serotinum. In condizioni meno umide prevale invece una vegetazione dominata da grandi graminacee, quali Imperata cylindrica e Erianthus ravennae, che permettono di riferirla all' Imperato-juncetum tommasinii. Frammiste agli aspetti igrofili ad elofiti si rinvengono cenosi erbacee alofile quali l'Isolepido-Saginetum maritimae, differenziata dalla presenza di Isolepis cernua, Sagina maritima, Juncus hybridus, Frankenia pulverulenta, ecc. 

 

 

 

 

 

Arthrocnemo-juncetum subulati al Pantano piccolo (Vendicari)                                         Arthrocnemo-juncetum subulati al Pantano Roveto (Vendicari)      

Agropyro-Inuletum crithmoides al Pantano piccolo (Vendicari)                                           Inulo-Juncetum maritimi al Pantano Roveto (Vendicari)      

1.4 Le formazioni erbacee

Dal livello del mare sino a 400 mslm, sono abbastanza diffusi gli iparrieneti, riferiti all’Hyparrhenietum hirto-pubescentis, dove ad Hyparrhenia hirta, si accompagna un ricco corteggio di emicriptofite e geofite tra cui Pallenis spinosa, Carlina corymbosa, Lathyrus articulatus, Asphodelus microcarpus, Urginea maritima, ecc. Sui pendii calcarei delle cave in condizioni xeriche, si sviluppa il Ferulago nodosae-Hyparrhenietum hirtae, differenziato dalla presenza di Ferulago nodosa subsp. rigida. Gli ampelodesmeti sono invece diffusi tra 200 e 800 m di altitudine e sono ascritti all'Helichryso-Ampelodesmetum mauritanici, differenziata dalla presenza di Helichrysum hyblaeus. Altre formazioni erbacee si insediano nei tratti pianeggianti rocciosi, dove di accumula un sottile strato di terriccio, e sono riferite al Thero-Sedetum caerulei, dove dominano terofite succulente come Sedum caeruleum. Con l'aumentare dello spessore del suolo si sviluppa il Vulpio-Trisetarietum aureae, che vede la prevalenza di piccole graminacee come Trisetaria aurea,  Stipa retorta e Vulpia sp., ecc.

Helichryso-Ampelodesmetum mauritanici a Cava Grande                                                 Ifarrenieto nella penisola della Maddalena

1.5 Le formazioni arbustive

Gli aspetti arbustivi più largamente diffusi in tutta l'area iblea sono le garighe, caratterizzate da arbusti alti non più di 50 cm e piuttosto distanziati tra loro, che talvolta ricordano la "frigana", caratteristica delle zone aride del Mediterraneo orientale. La cenosi più tipica è il Chamaeropo-Sarcopoterietum spinosi, dove dominano Sarcopoterium spinosum, Chamaerops humilis e Coridothymus capitatus. Si può considerare un aspetto primario soltanto nelle zone costiere su substrati con elevata rocciosità affiorante, mentre nell'interno si insediano formazioni anche monospecifiche di Sarcopoterium spinosum nei coltivi abbandonati, nelle aree pascolate e in genere su superfici rocciose degradate. Nelle stazioni semi-rupestri dei versanti più soleggiati delle cave, sono frequenti le garighe di Erica multiflora, riferite all'Helichryso scandentis-Ericetum multiflorae, associazione caratterizzata dall'endemico Helichrysum archimedeum (= H. scandens) e da altri piccoli arbusti e camefite quali Coridothymus capitatus, Micromeria nervosa, Rosmarinus officinalis, Cistus creticus.

Gariga con Coridothymus capitatus a Marzamemi                                                              Chamaeropo-Sarcopoterietum spinosi a Punta della Mola

Garighe con Thymus capitatus a punta della Mola                                                             Salvio-Phlomidetum fruticosae a Pantalica

Sui substrati marnosi, rappresentati solo nella valle del Tellaro, si insediano aspetti attribuiti al Rosmarino-Thymetum capitati, strettamente collegati dal punto di vista dinamico con il bosco di Pinus halepensis. Le specie più rappresentative in questo consorzio sono Coridothymus capitatus, Rosmarinus officinalis, Cistus creticus e Cistus salvifolius. Le macchie rappresentano talvolta degli aspetti primari nelle aree costiere, come il Myrto-Lentiscetum che si pone in continuità verso l'interno con l'Ephedro-Juniperetum macrocarpae, vicariando il Pistacio-Chamaeropetum humilis della Sicilia occidentale. Questa cenosi, i cui migliori esempi sono rappresentati a Vendicari, è differenziata dalla presenza di Myrtus communis e Pistacia lentiscus, a cui si associano Rosmarinus officinalis, Ceratonia siliqua, Phillyrea latifolia, Calicotome infesta e Chamaerops humilis che in alcuni aspetti presenti a Capo Murro di Porco e nella penisola della Maddalena assume un ruolo predominante.

Oleo-Euphorbietum a Pantalica                                                                                          Helichryso scandentis-Ericetum multiflorae a Ferla

Myrto-Pistacietum a Capo Murro di Porco con abbondante presenza di Chamaerops humilis         Myrto-Pistacietum a Vendicari      

 

Anche la macchia di Euphorbia dendroides e Olea oleaster var. sylvestris ha un ruolo climacico e viene riferita all' Oleo-Euphorbietum dendroidis, una cenosi molto comune nelle stazioni rupestri o subrupestri in condizioni marcatamente xeriche. La specie dominante di questa cenosi è Euphorbia dendroides, a cui si accompagnano altre sclerofille sempreverdi quali Olea oleaster subsp. sylvestris, Ceratonia siliqua, Artemisia arborescens, Teucrium flavum, ecc. Ha invece un ruolo prettamente secondario, in seguiro al degrado della lecceta sui pendii aridi, la macchia alta di Phlomis fruticosa e Salvia fruticosa, ascrivibile al Salvio-Phlomidetum fruticosae. Raramente questa cenosi si arricchisce di Prunus webbii, altra rara entità ad areale mediterraneo-orientale. Tuttavia più spesso quest'ultima specie si inserisce nella comunità arbustiva del Pyro amygdaliformis-Calicotometum infestae, che si sviluppa in coltivi abbandonati, formando dense formazioni in compagnia di Calicotome infesta e Pyrus spinosa.  In stazioni rocciose e ombrose il degrado della lecceta porta invece ad un altra forma di macchia, riferita al Teucrio fruticantis-Rhamnetum alaterni, dove prevalgono Teucrium fruticans, Rhamnus alaternus e Pistacia lentiscus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Macchia a Vendicari                                                                                                            Tipico aspetto del Myrto-Pistacietum.     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

              

 

Garighe con Sarcopoterium spinosum sull'altopiano ibleo                                                 Coltivi abbandonati colonizzati da arbusteti di Prunus webbii

 

1.6 Le formazioni forestali

Le formazioni boschive un tempo ricoprivano gran parte dei Monti Iblei, mentre oggi sono limitati ai versanti più impervi delle cave, a parte qualche eccezione come il bosco di Bauli, che si sviluppa in superfici più pianeggianti. i querceti caducifogli, riferiti all' Oleo-Quercetum virgilianae, si sviluppano sui terreni più evoluti dal livello del mare sino a 600 mslm, ma sono ormai quasi scomparsi dall'area. Nello strato arboreo prevale Quercus virgiliana a cui si accompagna Quercus amplifolia, mentre nello strato arbustivo prevalgono diverse sclerofille come Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Chamaerops humilis, Prasium majus, Teucrium fruticans. Nelle zone più xeriche, sui substrati marnosi, i querceti caducifogli sono sostituiti dai pineti di Pinus halepensis, il cui migliore esempio è presente nel tratto sinistro del fiume Tellaro. Tale cenosi, riferita al Thymo-Pinetum halepensis subass. sarcopoterietosum, si sviluppa tra 80 e 400 m, e vede la predominanza di Pinus halepensis, a cui si accompagna un ricco corteggio arbustivo costituito da Coridothhymus capitatus,  Rosmarinus officinalis, Cistus creticus, Cistus salvifolius, Sarcopoterium spinosum. Le leccete sono abbastanza frequenti sui substrati calcarei nei pendii più inpervi delle cave, mentre mancano quasi completamente in superfici più piane. L'aspetto più termofilo di lecceta è riferito al Pistacio-Quercetum ilicis, che predilige i versanti più caldi delle cave, generalmente esposti a sud. Lo strato arbustivo è differenziato da Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Prasium majus e Teucrium fruticans.

Oleo-Euphorbietum a Pantalica                                                                                          Oleo-Quercetum virgilianae a Ferla

Pistacio-Quercetum ilicis a Pantalica                                                                                  Pistacio-Quercetum ilicis a Cavagrande del Cassibile

 

2. LA FASCIA MESOMEDITERRANEA

La fascia mesomediterranes si sviluppa da 500-600 m sin quasi alle maggiori altitudini dell'altopiano Ibleo. La vegetazione forestale è limitata ai versanti più impervi e sul fondo delle cave, dove è possibile rinvenire formazioni mesofile extrazonali che si insediano grazie al microclima particolarmente fresco ed umido.

 

2.1 Le formazioni erbacee

La tipologia di prateria più diffusa nelle condiizioni bioclimatiche di tipo mesomediterraneo, è l'ampelodesmeto riferito all' Helchryso-Ampelodesmetum mauritanici. Inoltre risultano molto comuni in tutto il territorio alcune comunità legate ad ambienti particolarmente degradati e soggetti a una forte pressione del pascolo. Tra le specie più diffuse si possono ricordare Asphodelus microcarpus, Asphodeline lutea, Urginea maritima, Ferula communis, ecc.

Cavagrande del Cassibile

 

2.2 La vegetazione arbustiva

Negli affioramenti rocciosi più umidi e ombreggiati delle cave l'Oleo-Euphorbietum viene vicariato da una forma di macchia riferita all'Hippocrepido-Bupleuretum fruticosae, una comunità dominata da Bupleurum fruticosum e Coronilla emerus. Gli aspetti arbustivo-lianosi sono rappresentati principalmente sul fondo delle cave più ombreggiate, dove costituiscono delle macchie dense e impenetrabili ai margini delle formazioni ripariali e sono dominate da Rubus ulmifolius, Calystegia sylvatica, Clematis vitalba, Hedera helix, Smilax aspera, ecc.  Il loro sviluppo è favorito dal degrado della ripisilva, che nei contesti più disturbati possono sostituire del tutto. Tra le cenosi più comuni spicca il Rubo-Dorycnietum recti, dove prevalgono Rubus ulmifolius, Dorycnium hirsutum e Solanum dulcamara. E' invece molto più raro, solo nei fondi delle cave più umide, il Rubo-Aristol_


 

Hippocrepido-Bupleuretum fruticosae presso Monterosso Almo

ochietum altissimae, differenziato dalla presenza della rara Aristolochia altissima a cui si associano Tamus communis, Rubus ulmifolius, Clematis vitalba e Smilax aspera. Sui piccoli affioramenti calcarei posti nelle stazioni ombrose e umide del sottobosco delle leccete mesofile, si insedia una vegetazione arbustivo-lianosa e sciafila, riferita al Scutellario-Urticetum rupestris. Le specie più tipiche sono Urtica rupestris e Scutellaria rubicunda subsp. linneana, a cui si accompagnano diverse specie arbustive quali Prunus spinosa, Rosa canina, Rubus ulmifolius ecc. Se le precedenti rappresentano degli aspetti extra zonali, gli arbusteti che si sviluppano sull' altipiano sopra 600 mslm, sono tipiche formazioni mesofile dominate da Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rosa canina, Rubus ulmifolius, ecc. Queste cenosi sono riferite al Rubo-Crataegetum brevispinae e rappresentano il mantello forestale dei querceti caducifogli o delle leccete, ma più spesso si tratta di formazioni secondarie risultanti dalla scomparsa dell'originaria copertura forestale. Una cenosi simile, ma molto più rara, interpretabile come aspetto di sostituzione del sughereto, è il Calicotomo infestae-Paliuretum spinae-christi, differenziato dalla presenza del raro Paliurus spina-christi, a cui si associano Calicotome infesta, Asparagus albus, Clematis cirrhosa, Aristolochia clusii, ecc.

 

 

 

2.3 La vegetazione forestale

I querceti caducifogli mesofili sono piuttosto rari nell'area, essendo limitati aI substrati vulcanici di Monte Lauro tra 600 e 800 m.  Si tratta del Mespilo-Quercetum virgilianae, in cui lo strato arboreo è dominato da Quercus virgiliana, a cui si associano sporadicamente Quercus ilex, Quercus amplifolia, Quercus dalechampii e Fraxinus ornus. Lo strato arbustivo ed erbaceo si caratterizza per alcune specie mesofile quali Mespilus germanica, Cytisus villosus, Poa sylvicola, Euonymus europaeus, Lamium flexuosum, Galanthus regina-olgae e Clinopodium vulgare subsp. arundanum. Talvolta nel settore degli iblei caratterizzato da substrati vulcanici, i querceti caducifogli sono sostituiti forse a causa dell'uomo, dalle sugherete del Carici-Quercetum suberis, la cui migliore espressione si rinviene presso Buccheri nel Bosco Pisano.

 

Arbusteti sul fondo della Cava Bibbinello                                                                           Scutellario-Urticetum rupestris nella Cava Bibbinello

Carici-Quercetum suberis al Bosco Pisano

Mespilo-Quercetum virgilianae a Buccheri                                                                              Mespilo-Quercetum virgilianae

 

A Quercus suber si affiancano Quercus ilex e Fraxinus ornus, mentre lo strato arbustivo è caratterizzato da Cytisus villosus e Calicotome infesta. Tra le erbacee è considerata tipica Carex flacca subsp. serrulata. La tipologia forestale più diffusa nelle cave è invece rappresentata dalla lecceta mesofila, riferita al Doronico-Quercetum ilicis, che predilige i versanti più freschi ed esposti a nord, dove generalmente occupa le stazioni più impervie, mentre è molto rara nell'altipiano. E' differenziata dalla presenza di diversei specie nemorali quali Doronicum orientale, Festuca exaltata, Hedera helix, Geranium robertianum, Aristolochia clusii, Sanicula europaea, Mercurialis perennis, Epipactis hyblaea, Epipactis microphylla e Galanthus regina-olgae. Un altra tipologia di lecceta, caratterizzata dalla presenza di Ostrya carpinifolia, occupa invece le stazioni di fondovalle più umide ed ombreggiate della cave. Si tratta del Roso sempervirentis-Quercetum ilicis, in cui a Quercus ilex si associano oltre che Ostrya carpinifolia, anche Fraxinus ornus e Rosa sempervirens.  E' tuttavia una formazione molto rara, essendo limitata alla valle dell'Anapo e a Cavagrande di Cassibile. Sono infine rarissimi i laureti, ascritti all' associazione Hedero helicis-Lauretum nobilis, che sostituisce il querceto caducifoglio sugli affioramenti rocciosi di natura marnoso-calcarea in condizioni particolarmente umide. Si tratta di boschi dominati quasi esclusivamente da Laurus nobilis, a cui più raramente si aggiungono Ulmus minor Miller, Fraxinus ornus e Quercus virgiliana. Tale cenosi è tuttavia nota solo in due stazioni a Buccheri e Buscemi.

Lecceta nella valle dell'Anapo                                                                                             Lecceta mesofila (Doronico-Quercetum ilicis) nella valle dell'Anapo

Lecceta di Calcinara (Pantalica)                                                                                          Lecceta di fondovalle a Pantalica con Ostrya carpinifolia

 

3. LA FASCIA SUPRAMEDITERRANEA

Solo le zone sommitali dell' altipiano Ibleo sopra gli 850 m e in particolare Monte Lauro, permettono di individuare una ristretta area con bioclima supramediterraneo. Più che l'altitudine è importante il microclima che viene a crearsi nei versanti più umidi e ombrosi o nelle depressioni umide, che permettono lo sviluppo di una vegetaizone puntiforme con connotati fortemente mesici anche ad altitudini che suggerirebbero aspetti più termofili.

 

3.1 Le formazioni erbacee

Nelle zone sommitali si insediano aspetti di vegetazione erbacea decisamente differenti da quelli del resto del territorio. E' interessante la progressiva rarefazione di Ampelodesmos mauritanicus, a favore dell'insediarsi di una prateria dominata da Helictotrichon convolutum e Arrhenatherum nebrodensis, a cui si accompagnano Brachypodium rupestre, Avenula cincinnata, Festuca rubra, Dactylis hispanica, Micromeria graeca, Lathyrus articulatus, Galium lucidum, Scabiosa maritima, Anthyllis vulneraria subsp. maura, Asphodeline lutea, ecc. Si tratta dell' Arrhenathero-Helictotrichetum convoluti, da conisiderare uno stadio di degradazione dei querceti caducifogli. Negli ambienti rocciosi xerici con substrati basaltici misti a materiali argillosi, all' interno delle praterie montane descritte, si insedia una vegetazione di terofite riferita all'Echinarietum todaroanae, dominata da Echinaria todaroana, a cui si accompagnano Bromus fasciculatus, Polygala monspeliaca, Crupina crupinastrum, Gynandriris sisyrinchium, Medicago littoralis, Stipa capensis, Trifolium scabrum, Hypochoeris achyrophorus, Trachynia distachya, Linum strictum, Ononis reclinata, Ornithogallum collinum, ecc. Altre forme di vegetazione erbacea sono rappresentate dai praticelli effimeri di terofite, come il Trifolio bocconei-tuberarietum guttatae, tipico delle stazioni più xeriche degli affioramenti basaltici. Tra le specie più frequenti si possono ricordare Tuberaria guttata, T. plantaginea, Oglifa gallica, Coleostephus myconis, Aira cupaniana, A. caryophyllaea, Vulpia myuros, Silene gallica, Psilurus incurvus, Paronichya echinulata, Plantago bellardii, Gastridium ventricosum, Tolpis barbata, Hypochoeris glabra e le più rare Trifolium bocconei e Helianthemum aegyptiacum.

Formazioni prative sulla cima di Monte Lauro                                                                      Praterelli terofitici tra i basalti a Monte Lauro

 

3.3 Le formazioni arbustive

In stazioni rocciose meno inclinate, la prateria dell' Arrhenathero-Helictotrichetum convoluti, è sostituita da una gariga dominata da camefite, quali Coridothymus capitatus, Helichrysum hyblaeum, Silene sicula, Teucrium capitatum, Micromeria graeca, Phagnalon rupestre e Teucrium flavum. Tale vegetazione è ascritta al Sileno-Helichrysetum byblaei.

3.3 La vegetazione arborea

Il Mespilo-Quercetum virgilianae sui versanti esposti a nord in condizioni più fresche ed umide è sostituito dal Lauro-Quercetum virgilianae, un raro esempio di querceto caducifoglio limitato alle vulcaniti dell' area sommitale degli Iblei.  E' considerato caratteristica la presenza di un denso sottobosco di Laurus nobilis, che permette di distinguere la cenosi. Nello strato erbaceo sono presenti diverse entità nemorali come Hedera helix, Lamium flexuosum, Brachypodium sylvaticum, ecc. Infine in pochissimi impluvi di Monte Lauro tra 300 e 500 m di altitudine, che mantengono un certo grado di umidità costante, si rinvengono residui popolamenti di Zelkova sicula, un relitto del Terziario che è potuto sopravvivere solo in stazioni particolarmente umide. Questa vegetazione è difficilmente tipificabile e benchè si inserisca in aspetti più xerici dominati da entità termofile tipiche dell' alleanza Oleo-Ceratonion, rappresenta probabilmente una comunità della classe Querco-Fagetea, che si è potuta conservare in condizioni climatiche piuttosto lontane dal suo optimum solo grazie al suolo argilloso profondo presente sotto i basalti che permette di mantenere l'acqua anche nel periodo estivo. E' quindi possibile che in passato fossero presenti boschi dominati da specie caducifoglie nelle zone sommitali degli Iblei. Alcuni botanici suggeriscono in particolare che nelle zone cacuminali la vegetazione climax sia rappresentata delle cerrete dell' Arrhenathero-Quercetum cerridis, come testimoniato dalla presenza di specie tipiche come Arrhenatherum nebrodensis e di qualche esemplare di cerro, la cui origine è tuttavia controversa.

Lauro-Quercetum virgilianae a Buscemi                                                                            Lauro-Quercetum virgilianae nella valle di Pietra (Buscemi)

Monte Lauro                                                                                                                      Popolazione di Zelkova sicula al bosco Pisano

 

4. LA VEGETAZIONE AZONALE

 


 

4.1 La vegetazione degli stagni temporanei

Sono limitati all'altopiano alcuni piccoli ambienti umidi, rappresentati da depressioni inondate in inverno e asciutte in estate. In questa nicchia ecologica si sviluppano comunità di microfite igrofile riferite alla classe Isoeto-Nanojuncetea, che comprende diverse cenosi, spesso con distribuzione puntiforme o comunque limitata a poche stazioni a causa della loro estrema specializzazione. L'Anagallido parviflorae-Mollinerielletum minutae è una rara cenosi presente nelle depressioni della roccia basaltica di Monte Lauro, ed è caratterizzata da Molineriella minuta e Anagallis parviflora, a cui si associano Isoetes durieui, Lotus conimbricensis, L. angustissimus, Lythrum hyssopifolia, Juncus bufonius, J. capitatus, J. pygmaeus, Polypogon subspathaceus, Poa infirma, Mentha pulegium, Romulea ramiflora, ecc.

Ranunculo-Antinorietum insularis a Monte Lauro

Nelle depressioni profonde, la precedente è sostituita da una formazioni più igrofila riferita al Callitricho-Crassuletum vaillantii, dove prevalgono Callitriche brutia e Crassula vaillantii.  In presenza di un periodo di sommersione più lungo si insediano aspetti acquatici riferibili al Ranunculo-Antinorietum insularis, dove prevalgono Ranunculus lateriflorus e Antinoria insularis. Sempre sulle vulcaniti iblee sulle conche umide di Cozzo Ogliastro umide sino a inizio primavera, si rinviene un altro aspetto riferito all' Archidio-Isoetetum velatae, che vede la presenza di Archidium phascoides, Isoetes velata e Solenopsis laurentiae. Nelle superfici soggette solo ad un breve periodo di sommersione si rinviene il Junco pygmaei-Pilularietum minutae, una rara microcenosi dominata dalla pteridofita Pilularia minuta. Solo nello stagno vicino al Faro di Capo Murro di Porco, a poca distanza dal mare si rinviene una peculiare cenosi anfibia estivo-terofitica dal marcato carattere subalofilo-nitrofilo, riferita al Pulicario graecae-Damasonietum bourgaei, caratterizzata da Damasonium alisma subsp. bourgaei, Heliotropium supinum, Polygonum subspathaceus, Lythrum tribracteatum, Pulicaria vulgaris var. graeca, Coronopus squamatus. Nella parte centrale dello stagno si insedia invece una formazione alo-igrofila attribuita allo Scirpetum compacti, dove domina Bolboschoenus maritimus. La cenosi precedente entra in contatto verso l'esterno con il Juncetum subulati, che predilige aree leggermente più rialzate. Intorno alla depressione Carex divisa forma una cintura quasi continua, caratterizzando il Caricetum divisae. Nelle piccole pozze dei substrati calcarei, soggette a rapido prosciugamento primaverile si insediano aspetti di vegetazione anfibia riferiti al Crassulo-Elatinetum macropodae, caratterizzata da Elatine macropoda e Crassula vaillanti.

 

Stagno temporaneo a Capo Murro di Porco                                                                    Pulicario graecae-Damasonietum bourgaei

4.2 La vegetazione dei corsi d'acqua

I principali fiumi iblei, come l' Irminio, l' Anapo, il Tellaro o  il Cassibile, scorrono nel tratto più a monte in strette valli, dove l'acqua ha scavato nella roccia calcarea le tipiche "cave", che rappresentano uno staordinario habitat di rifugio per diverse entità endemiche e relittuali. Le form azioni di ripisilva più caratteristiche dei fiumi Iblei si insediano sui suoli alluvionali ciottoloso-limosi e sono riferite al Platano-Salicetum pedicellatae, cenosi dominata da Platanus orientalis, tipico elemento orientale, e Salix pedicellata, ad areale prevalentemente occidentale. Altre specie tipiche sono Tamarix gallica, Lamium pubescens, Hypericum hircinum, Melissa romana, Salix alba, Populus nigra, Populus alba, Frax inus angustifolia ssp. oxycarpa, Ficus carica, Rubus ulmifolius, Nerium oleander, Vitis vinifera ssp. silv estris, Hedera helix, Mirtus communis, Brachipodium sylvaticum, Carex pendula, Carex remota, Symphytum bulbosum, Equisetum ramosissimum, Equisetum telmateia, Pulicaria dysenterica, ecc.. Le migliori formazioni di questo tipo sono presenti nella valle dell' Anapo e a Cava Grande di Cassibile, ma la sopravvivenza del platano è fortemente minacciata da una grave patologia che sta duramente colpendo le cave Iblee.

Fiume Anapo                                                                                                                   Aspetti del Platano-Salicetum a Cava Grande del Cassibile

Pltatano-Salicetum nella valle dell'Anapo                                                                         Plataneto puro nella cava Belluzza a Villasmundo

 

Sopra i 500 m, i plataneti sono sostituiti dai boschi di Populus nigra, che sono riferiti al Roso sempervirentis-Populetum nigrae. Si tratta di una cenosi meno esigente che colon izza suoli poco maturi e tollera condizioni di minore umidità rispetto al Platano-Salicetum pedicellatae. La vegetazione ad elofite è pure abbastanza frequente nei corsi d'acqua degli Iblei, specialmente nelle acque più tranquille o lentamente fluenti. Si tratta di varie associazioni incluse nella classe Phragmito-Magnocaricetea, come l' Helosciadietum nodiflori, una vegetazione semi-sommersa molto diffusa nelle acque lievemente fluenti più ossigenate e limpide. Prevalgono Apium nodiflorum, Nasturtium officinale, Veronica anagallis-acquatica e Glycera spicata. Sono invece più rare lo Sparganietum erecti, un popolamento monofitico di Sparganium erectum che predilige le anse soleggiate con fondi melmosi, e lo Scirpo-Phragmitetum che si insedia nelle acque più stagnanti con fondi melmosi. In questì ultima cenosi prevalgono Schoen oplectus lacustris e Phragmites australis. Negli slarghi più tranquilli dei corsi d'acqua, su substrati con abbondante accumulo limoso generalmente rialzati e ombreggiati, è diffuso il Cyperetum longi, dove prevalgono Cyperus longus ssp. longus, Carex pendula e Festuca arundinacea, ecc.

Platano-Salicetum a Cava Grande del Cassibile                                                              Aspetti ad eliofite sul fiume Cassibile

 

Helosciadietum nodiflori a Pantalica                                                                                 Soncho-Cladietum marisci sul fiume Cassibile

 

Altri aspetti di vegetazione elofitica non motlo frequenti nelle cave Iblee sono il Typhetum angustiifoliae, il Typhetum latifoliae, il Caricetum hispidae, il Caricetum ripariae e  il Soncho-Cladietum marisci, formazione nota esclusivamente per il fiume Cassibile dove si rinviene in corrispondenza di alcuni tratti in cui il letto del fiume si allarga originando acque stagnanti, profonde e ricche di nitrati. Esternamente alle formazioni di Cladium mariscus, si sviluppa il Carici distantis-Schoenetum nigrescentis, che predilige superfici inondate solo per brevi periodi e vede la dominanza di Carex distans e Schoenus nigrescens. La vegetazione sommersa non è molto frequente, ed è per lo più dominata da alg he e poche embriofite come Zannichellia obtusifolia, che caratterizza il Zannichellietum obtusifoliae. Nei terreni ricchi di materia organica ai margini dei corsi d'acqua, si insediano alcune caratteristiche comunità nitrofile come l'Angelico-Urticetum dioicae o l'Urtico-Sambucetum ebuli.

Cava Bibbinello

Un caso a sè dato dal fiume Ciane, che non scorre in una cava ma si presenta come un brevo corso d'acqua interessato da una ricca vegetazione sommersa e palustre. Le cenosi sommerse sono date da Myriophylletum spicati, Myriophylletum verticillati, Potametum pectinati e Ceratophylletum demersi. Le entità presenti sono Potamogeton natans, P. lucens, P. salicifolium, P. crispus, P. pectinatus, Ceratophyllum submersum, Myriophyllum verticillatum e M. spicatum. Lungo le sponde del Ciane è diffusa una cenosi di piante palustri riferibile al Polygono salicifolii-Phragmitetum subass. cyperetosum papyri, differenziata dalla presenza di Polygonum salicifolium e Cyperus papyrus subsp. siculus, la cui sopravvivenza è favorita dall'intervento dell'uomo a causa della forte competizione con Phragmites australis. Infatti il vero habitat di Cyperus papyrus più che nelle sponde del fiume è da ricercare nelle paludi poste ai margini dello stesso che sono però ormai scomparse. Altri aspetti di elofite presenti nei tratti terminali dei fiumi sono dominati decisamente da Phragmites australis o da Typha angustifolia.

Fiume Ciane                                                                                                                   Fiume Ciane

 

4.3 Le rupi

Sulle pareti calcaree delle cave, a contatto con le macchie di Euphorbia dendroides o le garighe di Erica multiflora, si insedia una peculiare vegetazione rupicola riferita al Putorio-Micromerietum microphyllae, differenziata da Putoria calabrica e Micromeria microphylla, a cui si accompagnano Dianthus rupicola, Silene fruticosa, Odontites bocconei subsp. angustifolia, Brassica incana, Antirrhinum siculum, ecc. Nelle stazioni più ombrose la cenosi è arricchita da Trachelium lanceolatum e Cymbalaria pubescens. Nelle stazioni costiere, ad esempio nelle a Capo Murro di Porco, la pracedente viene sostituita da cenosi impoverite riferite al Limbardo crithmoidis-Dianthetum rupicolae, dove sono frequenti specie alofile quali Limbarda crithmoides e Lotus cytisodies oltre a casmofite più tipiche quali Dianthus rupicola, Antirrhinum siculum. Nelle pareti umide e ombrose, spesso sottoposte a costante stillicidio, si rinvengono aspetti riferibili alla classe Adiantetea in cui prevalgono le crittogame come briofite e pteridofite. Tra quest' ultime si possono ricordare Adiantum capillus-veneris,  Pteris vittata e Phyllitis scolopendrium. Nei muri e nei tratti rocciosi in prossimità dei centri urbani o comunque delel zone antropizzate, si insedia una vegetazione casmo-nitrofila, riferita al Centranthetum rubri, caratterizzata dalla presenza di Centranthus ruber, che con le sue vivaci fioriture caratterizza il paesaggio.

Rupi calcaree a Pantalica                                                                                                Popolazione di Trachelium laceolatum nella valle dell'Anapo

4.4 La vegetazione sinantropica

Tra le formazioni infestanti una delle più tipiche degli Iblei è l' Adonido cupanianae-Anthemidetum incrassatae, una formazione terofitica che si insedia sui suoli bruni derivati da roccie calcaree del Miocene, nei seminativi di orzo o di grano. Sono tipiche di questa cenosi Adonis annua ssp. cupaniana, Allium trifoliatum, Anthemis arvensis ssp. incrassata, Rumex acetosa, Silene vulgaris ssp. angustifolia e Vicia peregrina. Sui suoli derivanti dai basalti, la precedente è sostituita dal Vicio bithynicae-Ranunculetum arvensis, dove prevalgono Vicia bithinica, Poa trivialis, Asperula arvensis, Trisetaria parviflora. Nei campi di grano, su suoli marnosi e argillosi si rinviene il Rapistro rugosi-Melilotetum infestae, differenziato da Melilotus infesta, Rapistrum rugosum, Tetragonolobus conjugatus, Silene neglecta, Lavatera trimestris, ecc.

Pascoli presso Palazzolo Acreide

Oliveti nei pressi di Buccheri                                                                                          Campi di cereali in primavera presso Monterosso Almo

 

Tra le colture arboree, quali carrubeti, oliveti o vigneti, sono diffusi aspetti infestanti riferibil al Diplotaxietum vimineo-erucoidis. Il Fumario densiflorae-Veronicetum hederifoliae è invece tipico delle colture di leguminose e vede la presenza di Fumaria densiflora e Veronica hederifolia. Negli agrumeti, su substrati alluvionali, si riscontrano aspetti riferibili al Setario ambiguae-Cyperetum rotundi, per la presemza di Cyperus aureus. Nei campi di ortaggi, su suoli alluvionali, si insedia il Setario glaucae-Echinochloetum colonum, differenziato da Echinochloa colonum. All' ombra degli agrumeti su suoli argillosi si sviluppa una vegetazione sciafila, riferita al Bromo-Brassicetum sylvestris, differenziata da Brassica rapa ssp. sylvestris e Bromus sterilis. Un altro aspetto sciafilo peculiare dell'area iblea è il Delphinio staphysagriae-Stellarietum cupanianae, che si sviluppa nelle stazioni ombreggiate sotto i grandi carrubi ed è caratterizzato dalla presenza di Delphinium staphysagria e Stellaria cupaniana.

 

 

5. LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE BOTANICO

 

1) Vendicari: Tratto costiero posto nella parte più meridionale del litorale ionico. Protetta come Riserva Naturale, rappresenta uno dei più integri tratti costieri della Sicilia, grazie a form azioni dunali ancora integre e culminanti nellla macchia di Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, dietro cui si stendono degli importantissimi ambienti umidi sia per l'avifauna che per la flora. Sono ben rappresentate anche diverse forme di gariga e macchia, come quelle fisionomizzate da Sarcopoterium spinosum. Le specie più interessanti sono Cichorium spinosum, Limonium syracusanum, Ambrosia maritima e Romulea rollii.

 

Calamosche (Vendicari)

 

2) Valle dell' Anapo: Nel cuore degli iblei si origina il fiume Anapo, che per un ampio tratto scorre in una stretta cava, originando aspetti paes aggistici di grande rilievo. Dal punto di vista vegetazionale l' area si presenta molto varia, alternando vegetazione ripariale a leccete, querceti, garighe, praterie e ambienti rupestri. Tra le specie più rare si possono ricordare Urtica rupestris, Trachelium lanceolatum, Putoria calabrica, Micromeria microphylla, Aristolochia altissima e entità mesofile abbastanza comuni nel nord della Sicilia ma rarissime nella parte meridionale come Galanthus regina-olgae, Sanicula europaea, Mercurialis perennis, ecc.

 

Pantalica

3) Cavagrande di Cassibile: Une delle più famose cave iblee, nota soprattutto per i laghetti presenti lungo il corso del fiume Cassibile.  Sono presenti pregevoli esempi di ripisilva con Platanus orientalis, nonchè aspetti palustri dominati da Cladium mariscus e la vegetazione rupestre. Tra le specie più importanti si ricordano Anthemis pignattiorum, Salvia fruticosa, Cladium mariscus, Micromeria microphylla, Putoria calabrica, Pteris vittata ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cava Grande di Cassibile

 

 

4) Cava Bibbinello: Piccola e ombrosa cava situata nel comune di Palazzolo Acreide, presenta una rilevante popolazione di Phyllitis scolopendrium e un lembo di lecceta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

​Cava Bibbinello

 

 

 

5) Fiume Ciane: Breve corso, lungo pochi chilometri, situato vicino Siracusa. Pres enta una vegetazione sommersa molto ricca e rilevanti aspetti palustri, tra cui spiccano dei ricchi popolamenti di Cyperus papyrus subsp. siculus.

Cyperus papyrus lungo il fiume Ciane

 

6) Monte Lauro: La maggiore cima degli Iblei ospita lembi di querceto caducifoglio con Mespilus germanica, formazioni tipiche dei piccoli stagni effimeri e insoliti aspetti prativi. Nelle zone più elevate è presente un piccolo lembo di cerreta, di probabile origine artificiale. Inoltre sono presenti due endemismi puntiformi quali Ophrys laurensis e Myosotis tinei.

 

 

 

 

 

 

Pendici di Monte Lauro

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8) Bosco di Bauli: Interessante formazione boschiva a dominanza di Quercus ilex, che rappresenta l'unico esempio ibleo significativo di lecceta che si sviluppa in zone relativamente pianeggianti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bosco di Bauli

 

 

 

 

​​9) Bosco Pisano: Si tratta di una sughereta posta nelle vicinanze di Buccheri. L'area è nota soprattutto per ospitare una popolazione di Zelkova sicula.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bosco Pisano

 

 

 

 

 

10) Cava Cardinale: Sito localizzato nei pressi di Canicattini Bagni caratterizzato da valloni poco profondi che ospitano la tipica vegetazione ripariale degli iblei con Platanus orientalis. E' inoltre presente una buona copertura forestale con Quercus ilex. Tra le altre specie si possono citare Aristolochia altissima, Salvia fruticosa, Putoria calabrica, Ferulago nodosa, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cava Cardinale

 

 

 

 

11) Capo Murro di Porco e penisola della Maddalena: Sito costiero posto in una stretta penisola rocciosa appena a sud di Siracusa. Il versante orientale si presenta ancora abbastanza integro grazie alla presenza di aspre scogliere calcaree con una ricca vegetazione alofila a dominanza di Limonium syracusanum. Sono inoltre di grande pregio le formazioni di macchia e di gariga con Sarcopoterium spinosum, nonchè i piccoli ambienti umidi stagionali che ospitano diverse specie rare.

 

 

 

 

 

 

Garighe con Chamaerops humilis nei pressi di Punta Taverna

 

 

 

12) Boschi di Buccheri: Nell'area più alta dei Monti Iblei si trovano formazioni forestali naturali di limitata estensione, rappresentate da querceti caducifogli, di grande interesse per la particolare composizione floristica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Querceti a Buccheri

7) Litorale di Marzamemi: L'estremo costiero meridionale del distretto ibleo, nonostante il pesante impatto antropico, presenta  ancora un certo interesso floristico grazie alla presenza di entità alo-casmofile come Cichorium spinosum, Senecio pygmaeus, Limonium syracusanum, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Calafarina a Marzamemi

13) Complesso speleologico Villasmundo-S. Alfio: Riserva naturale situata nell'immediato entroterra di Augusta nei pressi di Melilli. Oltre alla presenza di diverse grotte naturali l'area è caratterizzata da un piccolo altopiano ricoperto da una estesa gariga con Sarcopoterium spinosum e con interessanti aspetti igrofili legati agli stagni temporanei, interrotto da due piccole cave. In queste ultime si localizzano specie rare come Urtica rupestris, Cymbalaria pubescens e Pteris vittata ed inoltre rilevanti formazioni ripariali con platani monumentali e significative formazioni di lecceta.

 

 

 

 

Cava Belluzza a Villasmundo

14) Diga Santa Rosalia: Invaso artificiale, creato in seguito allo sbarramento del fiume Irminio, posto tra Giarratana e Ragusa. Il sito è molto rinomato per la ricca flora orchidologica ed in particolare per la presenza di Orchis mirabilis.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diga Santa Rosalia

15) Saline di Augusta: Interessante ambiente umido costiero posto appena a sud di Augusta. Sono presenti formazioni di alofite dominate da varie chenopodiacee. Negli incolti ombrosi è presente la rara Molucella spinosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Saline di Augusta

16) Alta Valle dell' Irminio: L'Irminio è uno dei maggiori fiumi Iblei, che nella sua parte montana scorre in strette valli con rilevanti formazioni ripariali dominate da Platanus orientalis.

 

17) Cava Paradiso: Cava non molto conosciuta, posta nei pressi di Rosolini, formata dal fiume Prainito. Anche qui sono presenti lembi di ripisilva e aspettti rupestri.

18) Cava d'Ispica: Situata nel settore meridionale degli Iblei, oltre il notevole interesse archeologico presenta delle indubbie qualità naturalistiche. Dal punto di vista botanico è molto rilevante la flora rupestre che ospita discreti popolamenti di Trachelium lanceolatum.

 

19) Cozzo Ogliastri: Area di notevole importanza botanica per la presenza di sugherete, ambienti umidi effimeri e soprattutto per un reisduo popolamento di Zelkova sicula.

20) Saline di Siracusa: Ambiente umido costiero artificiale, ma ospitante comunque interessanti comunità alofile.

 

 

Bibliografia

Blasi C. (ed.), 2010 - La vegetazione d'Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

Brullo C. et al., 2009- The Lygeo-Stipetea class in Sicily. Annali di Botanica, Roma.

Brullo S.  et al., 2007- A survey of the weedy communities of Sicily. Annali di Botanica, Roma.

Brullo S., Gianguzzi L., La Mantia A., Siracusa G..2008-  La classe Quercetea ilicis in Sicilia. Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat.

Brullo S., Minissale P., Siracusa G..1996- Quadro sintassonomico della vegetazione iblea.

Brullo S., Scelsi F., Siracusa G. e Tomaselli V. 1996- Note fitosociologiche sulla vegetazione di Monte Lauro (Sicilia sud-orientale).

Minissale P., Scelsi F. e Spampinato G.. 1996- Considerazioni sulla flora e vegetazione della Riserva Naturale della Valle dell' Anapo.

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