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Distretto Lopadusano

Comprende l'isola di Lampedusa e l'isolotto di Lampione, appartenenti all'arcipelago delle Pelagie, ma non Linosa, che presenta una storia geologica completamente diversa e di conseguenza una vegetazione altrettanto differente.  Le due isole di natura calcarea fanno parte della piattaforma africana e anche geograficamente sono più vicine alla Tunisia che alle coste meridionali della Sicilia. Il clima particolarmente arido e la bassa altitudine delle isole (il punto più alto è Monte Albero Sole con 133 m) probabilmente non ha mai permesso lo sviluppo di formazioni forestali, mentre in origine le isole dovevano essere ricoperte da una densa macchia di ginepro feniceo. Dal punto di vista floristico spiccano alcuni endemismi ed entità dalla prevalente diffusione Nord Africana, che spesso qui trovano le loro uniche stazioni europee.

 

Clima

Le condizioni climatiche di Lampedusa, visto la bassa latitudine e la marcata natura insulare, sono alquanto peculiari sia per le temperature che per le precipitazioni. Lampedusa registra temperature annue di 19°C, con valori assoluti di 2°C  per le minime e di 37° per le massime. Le precipitazioni sono piuttosto scarse, limitandosi a 325 mm annui. Un altro fattore climatico importante, che influenza la vita vegetale sulle isole, è il vento, che spira prevalentemente da NW e NE.

Endemismi esclusivi del distretto Lopadusano

Allium hemisphaericum, Allium lopadusanum, Allium pelagicum, Anthemis lopadusana, Bellevalia pelagica, Chiliadenus lopadusanus, Cistus x skambergii, Daucus lopadusanus, Dianthus rupicola subsp. lopadusanus, Diplotaxis scaposa, Euphorbia pycnophylla, Limonium albidum, Limonium intermedium, Limonium lopadusanum, Scilla dimartinoi, Suaeda pelagica, Thapsia pelagica.

Specie non endemiche in Sicilia esclusive del distretto Lopadusano

Allium hirtovaginatum, Caralluma europaea subsp. europaea, Carlina involucrata, Cistus parviflorus, Echinops spinosus, Hypericum aegyptiacum, Launea nudicaulis, Linaria reflexa subsp. lubbockii, Ophrys scolopax subsp. scolopax, Paronychia arabica subsp. longiseta, Silene muscipula, Teucrium creticum.

1. LA FASCIA INFRAMEDITERRANEA

Entrambe le isole presentano un bioclima inframediterraneo, caratterizzato da condizioni particolarmente calde ed aride. La vegetazione potenziale è rappresentata dalla macchia a Juniperus phoenciea e Periploca angustifolia, che oggi è stata quasi completamente sostituita da garighe e formazioni erbacee.

1.1 Il litorale sabbioso

A Lampedusa sono presenti piccole cale sabbiose colonizzate da formazioni psammofile pioniere come il Salsolo kali-Cakiletum maritimae e il Salsolo kali-Euphorbietum paraliae, nei tratti caratterizzati dall'accumulo di materia organica spiaggiata. Le specie più caratteristiche sono Euphorbia paralias, Cakile maritima, Salsola kali subsp. kali, Glaucium flavum e Polygonum maritimum. Segue sulle dune embrionali lo Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei, in cui prevalgono Elytrigia juncea subsp. mediterranea, Otanthus maritimus, Sporobolus arenarius e Pancratium maritimum. Più all'interno segue una formazione psammofila di terofite riferita al Cutandio maritimae-Parapholietum marginatae, dove prevalgono Catapodium balearicum e Parapholis marginata. Le migliori espressioni di flora psammofila a Lampedusa sono limitate alla spiaggia di Isola dei Conigli.

Spiaggia di isola dei Conigli                                                                                                       Spiaggia di isola dei Conigli 

Vegetazione psammofila sulla spiaggia di isola dei conigli                                                 Cala Pulcino 

1.2 Il litorale roccioso

La costa rocciosa prevale in entrambe le isole, alternando tratti più bassi a falesi alte decine di metri. A Lampedusa la vegetazione delle scogliere è rappresentata dal Limonietum lopadusani, dove dominano i cuscinetti emisferici di Limonium lopadusanum, a cui si associano Allium hemisphaericum e Halimione portulacoides nelle zone meno inclinate e più umide.  A Lampione la precedente è vicariata dal Limonietum albidi, dove domina Limonium albidum. Sulle falesie marnose più umide, come in un piccolo tratto della costa meridionale di Lampedusa, si insedia il Suaedo verae-Limoniastretum monopetali. Più all'interno su substrati calcarei compatti, segue una vegetazione subalofila riferita al Chiliadenetum lopadusani, dominata da Chiliadenus lopadusanus, a cui si associano specie rare come Echinops spinosissimus subsp. spinosus, Caralluma europaea subsp. europaea, Hypericum aegyptiacum e Oncostema dimartinoi.

Falesie sulla costa sud-occidentale di Lampedusa

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Coste di Lampedusa e Isola dei Conigli                                                                               Limonietum albidi a Lampione

 

In condizioni più spiccatamente rupestri e ombrose si aggiungono Dianthus rupicola subsp. lopadusanus, Melica minuta e Sedum dasyphyllum, che permettono di differenziare la subass. dianthetosum rupicolae. Nelle piccole fessure delle rocce calcaree, dove si accumula un sottile strato di terriccio, si insediano formazioni di terofite riferibili al Filagini gussonei-Daucetum lopadusani, caratterizzato da Daucus lopadusanus, Linaria reflexa subsp. lubbockii, Diplotaxis scaposa, Filago gussonei, Ononis sieberi, Trigonella maritima, Lagurus ovatus subsp. nanus, Nauplius aquaticus, Allium lopadusanum e Allium hirtovaginatum. In contesti più freschi, come nelle falesie esposte a nord, diventano abbondanti Rumex bucephalophorus subsp. aegaeus ed Anthemis lopadusana, che permettono di individuare la subass. rumicetosum aegaei. In condiizoni più ombrose, nelle nicchie o negli anfratti delle roccie calcaree, il Filagini gussonei-Daucetum lopadusani è sostituito dal Catapodio pauciflori-Sedetum litorei, differenziato da Sedum litoreum e Sedum caespitosum.  Sono comunque molto frequenti nei tratti costieri rocciosi, forme di degradazione dominate da Asphodelus microcarpus ed Urginea maritima.

 

 

 

 

 

 

 

Garighe dominate da Chiliadenus lopadusanus                                                                   Chiliadenetum lopadusani subass. dianthetosum rupicolae

Falesie nella costa meridionale di Lampedusa                                                                    Capo Ponente, Lampedusa

1.3 La vegetazione erbacea

Le praterie dell' Oryzopsio pauciflorae-Hyparrhenietum hirtae rappresentano una forma di degradazione della gariga e sono differenziate dalla presenza di Oryzopsis miliacea fo. Pauciflora e Allium pallens. Nei substrati caratterizzati dall'accumulo di materiale dalla granulometria grossolana, si insedia il Sanguisorbo verrucosae-Magydaretum pastinaceae, dominato da Magydaris pastinacea e Sanguisorba minor subsp. spachiana.

 

 

Vegetazione erbacea nella falesie a Lampedusa

 

1.4 La vegetazione arbustiva

La macchia termofila climax di Lampedusa è il Periploco angustifoliae-Juniperetum turbinatae, una densa formazione alto-arbustiva, nota anche in Tunisia e in alcune piccole isole a sud di Creta, dominata da Juniperus turbinata a cui si associa frequentemente Periploca angustifolia. Questa cenosi, che in passato doveva occupare superfici piuttosto estese, è oggi ridotta in alcuni valloni, dove si conservano esemplari anche alquanto antichi. In condizioni più xeriche o come forma di degradazione della macchia a ginepro, anche in ambiente rupestre, si insedia il Periploco angustifoliae-Euphorbietum dendroidis, dove dominano Euphorbia dendroides e Periploca angustifolia. Le garighe del Coridothymo capitati-Cistetum parviflori rappresentano una forma di degradazione della macchia, e sono dominate da Coridothymus capitatus, Cistus parviflorus e Cistus monspeliensis. 

 

 

Periploco angustifoliae-Euphorbietum dendroidis in un vallone                                       Esemplare isolato di Juniperus turbinata

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Anche questo tipo di vegetazione è quasi scomparso dall' isola, venendo sostituito da formazioni impoverite dominate da Coridothymus capitatus e talvolta Phagnalon rupestre subsp. annoticum. Gli arbusteti alo-nitrofili della classe Pegano-Salsoletea sono rappresentati dal Thapsio pelagicae-Salsoletum oppositifoliae, presente sia a Lampedusa che a Isola dei conigli. Questa formazione è strettamente legata ai substrati marnosi costieri che risentono dell'apporto degli uccelli marini. Le specie dominanti sono Suaeda vera, Salsola oppositifolia ed Atriplex oppositifolia, ma è inoltre signfiicativa la presenza di Thapsia pelagica e Reichardia tingitana. Affine ma molto più raro è il Salsolo oppositifoliae-Suaedetum pelagicae, cenosi dominata da Salsola verticillata e Suaeda pelagica, limitata alle falesie della costa sudoccidentale di Lampedusa.

Salsolo oppositifoliae-Suaedetum pelagicae al vallone dell'Acqua

Vallone Galera a Lampedusa                                                                                                 Coridothymo capitati-Cistetum parviflori a Lampedusa

2. LA VEGETAZIONE AZONALE

2.1 La vegetazione sinantropica

Nelle superfici caratterizzate da abbondante accumulo di materia organica si insedia una comunità nitrofila riferibile al Glaucio flavi-Scolymetum hispanici, dove dominano Glaucium flavum, Beta maritima e Scolymus hispanicus. in substrati ricchi di pietrisco e componente sabbiosa, su superfici non troppo frequentemente calpestati, si insedia il Polycarpo tetraphylli-Spergularietum rubrae, dominata da cariofillacee terofite prostrato-reptanti come Arenaria leptoclados, Polycarpon tetraphyllum e Spergularia rubra. Nelle colture di cereali, in ambienti marcatamente xeriche, si insedia il Calendulo tripterocarpae-Hypecoetum procumbentis, dove dominano Calendula tripterocarpa e Hypecoum procumbens. La vegetazione infestante estiva delle colture di ortaggi o nei vigneti è rappresentata dal Chrozophoro tinctoriae-Heliotropietum dolosi, differenziato dalla presenza di Heliotropium dolosum.

Vegetazione nitrofila con Sonchus sp.


Nelle colture orticole, su substrati argillosi sottoposti a frequenti pratiche agricole, si insedia il Fumarietum parvifloro-bastardii, dove prevale Fumaria bastardii. Nei vigneti con suoli sabbiosi, si sviluppa il Fumario parviflorae-Resedetum luteae, differenziato da Reseda lutea. Nei centri urbani o nelle loro vicinanze, su macerie o su suoli di riporto, si insedia una vegetazione arbustiva ipernitrofila, riferita al Lavateretum cretico-arboreae, per la dominanza di Lavatera arborea. Sempre in ambienti urbani, ma in contesti più freschi e ombreggiati, come marciapiedi, edifici abbandonati, si insediano aspetti dominati da terofite ipernitrofile, riferibili al Chenopodio muralis-Parietarietum diffusae, dove prevalgono Malva nicaeensis e Parietaria judaica. Sulle coste più disturbate sono frequenti aspetti alo-nitrofili, riferiti al Mesembryanthemetum crystallino-nodiflori, dove dominano Mesembryanthemum cristallinum e M. nodiflorum. Sempre in ambiti costieri, sui bordi strada, nei centri urbani o sulle macerie, si rinviene il Hordeo leporini-Sisymbrietum orientalis, caratterizzata da Sisymbrium orientale. Negli ambienti ruarali, lungo le vie sono ampiamente diffusi aspetti subnitrofili a sviluppo invernale riferiti al Malvo parviflorae-Chrysanthemetum coronarii, dove prevalgono Reseda lutea, Crysanhtemum coronarium e Malva parviflora. La precedente in condizioni più nitrofile, come i siti frequentati dai gabbiani, è sostituita dal Hordeo leporini-Carduetum argyroae, dove prevale Carduus argyroa. Lungo i sentieri, nei tratti soggetti a blando calpestio, si sviluppa  l'Evaco asterisciflorae-Filaginetum congestae, dove prevalgono Filago congesta ed Evax asterisciflora. Negli incolti delimitati da muretti a secco, talvolta sottoposti a pascolo, sono frequenti formazion di terofite nitrofile, riferite al Plantagini afrae-Carrichteretum annuae, dominato da Carrichtera annua e Plantago afra. Nei vecchi campi abbandonati, dove il suolo ha un alta componente sabbiosa, si sviluppa l'Hippocrepido ciliatae-Astragaletum epiglottis, dove prevalgono Astragalus epiglottis e Hippocrepis ciliata. Questa cenosi tendono ad evovlere verso popolamenti monospecifici di Foeniculum vulgare subsp. piperitum. Sul fondo dei valloni, in condizioni umide e fresche, si insedia una vegetazione nitro-sciafila riferita al Succowio balearicae-Smyrnietum olusatri, differenziata dalla rara Succowia balearica. Sui bordi strada, sui macereti in condizinoi più fresche ed ombrose, si insedia il Carduetum australis, differenziato da Carduus arabicus subsp. marmoratus. Sulle cende più ventose esposte a nord, nei valloni più freschi, si insedia il Fumario flabellatae-Parietarietum judaicae, differenziato da Fumaria flabbelata, a cui si aggiunge Smyrnium olusatrum nei pressi delle grotte. Nelle piccole cenge ombrose nei muretti a secco, nelle pareti o ai margini dei rimboschimenti, si afferma una vegetazione nanoterofitica, ascritta al Galio murali-Catapodietum occidentalis, dove prevalgono Catapodium hemipoa subsp. occidentale e Vulpia ciliata. La vegetazione casmo-nitrofila che colonizza i muri e le rupi più disturbate dall'attività umana, è riferita al Capparidetum rupestris, dove domina Capparis spinosa subsp. rupestris. In condizioni più ombrose, soprattutto in ambiente urbano, sono diffusi aspetti del Parietarietum judaicae.

2.2 La vegetazione degli ambienti umidi

Nonostante le condizioni climatiche nettamente sfavorevoli alle piante igrofile, si rinvengo alcune cenosi di microfite legate alle piccole depressioni umide, come il Crassulo vaillanti-Elatinetum gussonei, che si insedia sulle depressioni delle rocce calcaree, inondate in inverno. Domina l'endemica Elatine gussonei, che ai margini delel pozze o quando le pozze cominciano ad asciugarsi, è sostituita da Poa infirma e Plantago coronopus. Nelle depressioni con fondo duro ricoperte da suoli salmastri con componente limoso-sabbiosa e inondati d'inverno, si sviluppa il Polypogonetum subspathacei, dove dominano Polypogon subspathaceus e Bupleurum semicompositum. Tra i cuscinetti di briofite che si insediano sulle depressioni delle rocce inondate per brevi periodi, si insedia il Paronychio longisetae-Crassuletum tilleae, caratterizzato da Crassula tillaea e Paronychia arabica subsp. longiseta.

 

 

1) Lampedusa: La maggiore delle isole Pelagie, si presenta come un tavolato calcareo dalla bassa altitudine. La vegetazione è in pessime condizioni di conservazione, con pochi lembi di macchia e gariga, mentre prevalgono aspetti dominati da terofite. Sono presenti diversi endemismi esclusivi quali Allium hemisphaericum, Allium lopadusanum, Anthemis lopadusana, Chiliadenus lopadusanus, Dianthus rupicola subsp. lopadusanus, Diplotaxis scaposa, Limonium intermedium, Limonium lopadusanum, Scilla dimartinoi, Suaeda pelagica, Thapsia pelagica. Tra i luoghi più celebri si possono ricordare la spiaggia di Isola dei Conigli, l'unica cala che osptia una vegetazione psammofila. Sono di grande interesse le falesie e tutti gli ambienti costtieri rupestri ricchi di specie rare. Nei valloni, come l'imbriacola, si rinvengono lembi di macchia e gariga, con esemplari di Juniperus turbinata e Cistus parviflorus.

 

2) Lampione: La più piccola delle Pelagie, somiglia molto a Lampedusa dal punto di vista geologico. Una colonia di Gabbiani insediata nell' isola favorisce l'affermarsi della vegetazione nitrofila, a scapito della vegetazione più evoluta. Gli endemismi esclusivi sono Bellevalia pelagica e Limonium albidum.

 

 

 

3) Isola dei Conigli: Piccola isola di appena 4 ettari, contigua a Lampedusa, con cui in passato era collegata da un effimero istmo sabbioso. Pur mancanco endemismi esclusivi, è degna di nota per la presenza di alcuni ottimi esempi di vegetazione arbustiva. 

Pozze con Elatine gussonei

Sulle rupi soggette a stillicidio, ma aride in estate si insedia l'Eucladio verticillati-Adiantetum capilli-veneris. Gli ambienti salmastri costieri sono del tutto scomparsi da Lampedusa in seguito all'attività umana, portando all'estinzione dell'endemica Limonium intermedium, che tuttavia sopravvive coltivata nei giardini botanici. A Lampione su superfici con terreno ricco di sali e soggette a inondamenti invernali, si insediano salicornieti dominati da Arthrocnemum glaucum.

 

 

3. LUOGHI DI INTERESSE BOTANICO

 

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Lampedusa

Lampione

Isola dei Conigli

Bibliografia

Blasi C. (ed.), 2010 - La vegetazione d'Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

Brullo S., Gianguzzi L., La Mantia A., Siracusa G..2008- La classe Quercetea ilicis in Sicilia. Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat.

Giardina G., 2012- Sicilia, piante, vegetazione e ambienti naturali. Orto Botanico dell'università di Palermo.

Corti C., P. Lo Cascio, M. Masseti, S. Pasta 2003- Storia naturale delle Isole Pelagie. L'Epos.

 

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