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Distretto Eolico

L'arcipelago delle Eolie, situato a largo delle coste nord-orientali della Sicilia, comprende sette isole maggiori più alcuni scogli e isolotti, tutti di natura vulcanica.  Benchè l'origine relativamente recente di questo arcipelago di isole vulcaniche (circa 800 mila anni fa), non abbia permesso la differenziazione di una grande numero di endemismi, sono comunque presenti alcune specie a gravitazione W-mediterranea che si sono più o meno debolmente differenziate dai loro parenti più prossimi posti nei territori limitrofi (Silene hicesiae, Genista thyrrena, Centaurea aeolica), ma anche alcuni dilemmi biogeografici come Cytisus aeolicus e Bassia saxicola. Inoltre la variabilità ambientale, dovuta al discreto sviluppo altitudinale di alcune isole che spesso sfiorano i mille metri (962 mslm Monte Fossa delle Felci a Salina), garantisce la presenza di una flora abbastanza ricca e diversificata.

Clima

Il clima varia in maniera signficativa secondo l'altitudine, benchè il mare tenda comunque a esercitare un'attività mitigante su tutto l'arcipelago. Sulle coste la temperatura media annua è di circa 18° C, con una bassa escursione annua tra la stagione fredda e quella calda. Benchè manchino dati certi, alle maggiori altitudini di Salina e Stromboli sono presumibili valori termici ben più bassi. Le precipitazioni sulle coste sono di circa 650 mm  annui,  ma anche  in

 

questo caso è assai probabile che più in alto aumentino sensibilmente. Come nelle altre isole minori i venti assumono una certa importanza, con una predominanza del maestrale.

Endemismi esclusivi del distretto Eolico

Anthemis aeolica, Bituminaria basaltica, Centaurea aeolica, Cytisus aeolicus, Daucus foliosus, Erysimum brulloi, Genista tyrrhena subsp. tyrrhena, Silene hicesiae.

Specie non endemiche in Sicilia esclusive del distretto Eolico

Bassia saxicola, Citrullus colocynthis, Clematis flammula, Helichrysum litoreum, Malcolmia ramosissima, Wahlenbergia nutabunda.

 

1. LA FASCIA TERMOMEDITERRANEA
​​​Questa fascia comprende gran parte del territorio, esclusi i maggiori rilievi sopra i 600-700 presenti soprattutto a Stromboli e Salina. Sono rappresentate varie forme di garighe e macchie, anche dense, mentre delle vere formazioni boschive sono alquanto rare. 

1.1 Il litorale sabbioso

Le isole presentano per lo più coste rocciose, talvolta anche molto alte, frammiste a piccole cale, mentre solo a Vulcano e Panarea sono presenti delle vere e proprie spiaggie sabbiose con lembi di flora psammofila fortemente minacciati dalla notevole pressione antropica. Nella zona più prossima al mare su substrati sabbiosi o ciottolosi si rinvengono comunità di terofite alofile attribuite al Salsolo-Cakiletum maritimae. Solo a Vulcano, tra Porto di Ponente e lo stagno dell'istmo, si sviluppano radi popolamenti di Agropyron junceum, riferibili al Sporobolo-Agropyretum juncei, che si insedia sulle dune embrionali, dove sono presenti anche Cyperus kali, Eryngium mariitimum, Echinophora spinosa, Achillea maritima e Pancratium maritimum. Inoltre negli incolti sabbiosi prossimi all'istmo si rinviene il curioso Citrullus colocynthis, probabilmente non indigeno. A Panarea nella caletta dei Zimmari, nelle schiarite di un canneto si sviluppano aspetti di vegetazione psammofila effimera, riferibili al Maresio-Wahlenbergietum nutabundae, dove si rinvengono specie molto rare o assenti in Sicilia come Maresia ramosissima, Wahlenbergia nutabunda, Polycarpon diphyllum e Corynephorus fasciculatus.

 

Cala degli Zimmari (Panarea)                                                                                                    Depositi sabbiosi con Maresio-Wahlenbergietum a cala degli Zimmari

1.2 Il litorale roccioso

Tutte le isole presentano tratti rocciosi e scogliere vulcaniche lungo le loro coste, a volta a notevoli altezze come a Stromboli, Alicudi e Panarea. Nella fascia più prossima al mare si sviluppa il Limonietum minutiflori, caratterizzato dall'endemico Limonium minutiflorum, presente oltre che alle Eolie anche a Capo Milazzo, sono inoltre ben rappresentati Crithmum maritimum, Daucus gingidium, Reichardia maritima, Lotus cytisoides, Mesembryanthemum nodiflorum, Hyoseris baetica, Catapodium marinum, Inula crithmoides, Allium commutatum.  Nei tratti più acclivi, sulle scogliere laviche si sviluppa l' Hyoseridetum taurinae subass. dianthetosum aeolici, dove prevale Hyoseris taurina, a cui si associano Dianthus rupicola subsp. aeolicus e solo nello scoglio di Strombolicchio la rarissima Bassia saxicola. Allontanandosi dal mare, tra le rocce in ambienti meno acclivi si sviluppa il Senecioni bicolor-Helichrysetum litorei, dove prevalgono Senecio bicolor ed Helichrysum litoreum, a cui si associa talvolta Genista tyrrhena che costituisce la principale componente della macchia costiera che si sviluppa in successione. Solo nell'isolotto di Lisca Bianca, su superfici piane e ricche di nitrati, si insedia una comunità arbustiva dominata da varie chenopodiaceae quali Suaeda vera ed Atriplex portulacoides associati a Dianthus rupicola subsp. aeolicus e all'endemica puntiforme Anthemis aeolica.

Coste meridionale di Lipari                                                                                                         Isolotto di Strombolicchio

Senecio-Helichrysetum a Punta Milazzese (Panarea)                                                           Cala di  Punta Milazzese

1.3 La vegetazione erbacea

Su tutte le isole sono frequenti aspetti di prateria dominati da Hyparrhenia hirta, riferibili all'Hyparrhenietum hirto-pubescentis. Le specie più comuni sono Foeniculum vulgare subsp. piperitum, Convolvolus althaeoides, Misopates orontium, mentre solo a Filicudi si rinviene Bituminaria basaltica e solo a Panarea sui pendii più ripidi l'endemica Silene hicesiae. Solo a Lipari e Panarea si rinviene anche Cenchrus ciliaris, che caratterizza il Cenchro ciliari-Hyparhenietum hirtae. In aree molto disturbate o nei campi abbandonati, su substrati con scarsa pendenza, l'ifarrenieto è sostituito da una prateria dominata da Brachypodium retusum, attribuita al Pulicario odorae-Brachypodietum ramosi, per la presenza di Pulicaria odora. Altri aspetti di vegetazione erbacea sono quelli a prevalenza di terofite acidofile come il Tuberario-SenecIonetum lividi, che vede la presenza di Tuberaria guttata, Tuberaria plantaginea e Senecio lividus. Sui ripidi versanti di Stromboli, lungo i sabbioni vulcanici e sui detriti si insedia lo Scrophulario bicoloris-Senecionetum bicoloris, una comunità pioniera dominata da Scrophularia bicolor e Senecio bicolor, a cui si associano Centaurea aeolica, Spartium junceum, Daucus foliosus, talvolta frammisto agli aspetti di macchia caratterizzati da Cytisus aeolicus. Sporadicamente si rinvengono altri aspetti di praterelli effimeri con terofite acidofile riferibili a varie associazioni quali l'Asterolino lini-stellati-Xolanthetum guttatae che predilige le schiarite della macchia a cisti, in stazioni rocciose, ed è differenziato da Asterolinon linum-stellatum, Veronica avrensis, Valerianella microcarpa e Arabis verna. Il Galio divaricati-Xolanthetum guttatae si insedia invece nelle schiarite delle praterie o nella macchia, oppure lungo i viottoli su suolo sabbioso. Le specie più frequenti sono Galium divaricatum, Andryala integrifolia e Hypochoeris glabra. Infine il Rumici bucephalophori-Ophioglossetum lusitanici è limitato all'isola di Vulcano, dove predilige i versanti settentrionali più umidi.

Hyparrhenietum hirto-pubescentis a Panarea

Ifarrenieto a Salina

1.4 La vegetazione arbustiva

Le macchie e le garighe sono ampiamente diffuse in tutte le isole specialmente sui rilievi e costituiscono in genere comunità di sostituzione dell'originaria copertura forestale. L'aspetto di macchia più diffusa, che si insedia soprattutto sopra i 300 m, è riferito al Genistetum tyrrhenae, a causa dell'abbondante presenza dell'endemica Genista tyrrhena, a cui si associano Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis, Cistus eriocephalus​​, Spartium junceum, Micromeria fruticulosa,  Micromeria consentina specialmente nei contesti più degradati e nelle zone di cresta, mentre in aree meno disturbate e più umide, la cenosi è arrichita dalla presenza di Erica arborea e Arbutus unedo​. Anche l'endemico Cytisus aeolicus si inserisce in questa cenosi, colonizzando le rupi e i ripidi sabbioni vulcanici a Stromboli ed Alicudi, caratterizzando la subass. cytisetosum aeolici, che rappresenta dunque un aspetto dal carattere pioniero del Genistetum tyrrhenae. Tuttavia a Vulcano Cytisus aeolicus si rinviene in ambiente pianeggiante, sebbene in stato di semi-addomesticazione, dimostrando comunque la possibilità di vivere anche in condizioni meno estreme di quelle osservabili nelle altre isole e confermando l'ipotesi che in passato doveva avere una distribuzione molto più ampia sui rilievi di tutte le isole dove rappresentava una componente importante della vegetazione forestale e delle macchie, che hanno poi subito un pesante impatto antropico che soprattutto negli ultimi decenni ha portato Cytisus aeolicus sulla soglia dell'estinzione. 

Vegetazione erbacea pioniera a Stromboli                                                                           Vegetazione pioniera nella zona alta di Stromboli

Genistetum tyrrhenae a Stromboli                                                                                           Zona basale di Stromboli

Un aspetto di degradazione della macchia con G. tyrrhena molto diffuso in tutte le isole è rappresentato dai cisteti, formazioni piuttosto povere dal punto di vista floristico, dove dominano Ciistus creticus subsp. eriocephalus e C. salvifolius. Un altro aspetto di macchia piuttosto comune su tutte le isole ad altitudini inferiori, in condizioni più xeriche è l'Oleo-Euphorbietum, che vede la dominanza di Euphorbia dendroides a cui si accompagnano Olea europaea, Thymelaea hirsuta, Calicotome villosa, Artemisia arborescens, Prasium majus, ecc. A Panarea in ambienti ben ventilati ed esposti all'areosol marino, si insedia il Myrto-Pistacietum ,formazione caratterizzata da Myrtus communis, Pistacia lentiscus e Thymelaea hirsuta. Mentre nei maggiori rilievi di Salina, Lipari e Alicudi in condizioni più mesiche caratterizzate dal mantenimento di un certo grado di umidità anche in estate quantomeno nelle ore notturne, si sviluppa l'Erico-Arbutetum unedonis, una macchia alta costituita da Arbutus unedo ed Erica arborea, che lascia ben poco spazio alle erbacee, esclusa la felce Pteridium aquilinum che spesso forma delle estese formazioni monofitiche nelle radure della macchia o in corrispondenza delle depressioni dei crateri estinti.

Oleo-Euphorbietum   a Stromboli                                                                                             Myrto-Pistacietum a Panarea

Erico-Arbutetum a Panarea                                                                                                       Genistetum tyrrhenae

 

 

1.5 La vegetazione forestale

Prima dell'arrivo dell'uomo le isole Eolie erano probabilmente ricoperte da formazioni forestali fin quasi dal livello del mare, tuttavia oggi di quelle formazioni restano solo alcuni residui nelle zone più impervie, anche se raramente alcuni lembi sono fortunosamente sopravvisuti anche in superfici più piane (Pirrera a Lipari, Gelso a Vlcano, e Ficogrande a Stormboli). L'aspetto forestale più frequente è la lecceta acidofila riferita all' Erico-Quercetum ilicis, dove a Quercus ilex si associano nelle strato arbustivo Erica arborea, Arbutus unedo, Fraxinus ornus, Lonicera implexa, Teline monspessulana, Cytisus villosus, mentre in quello erbaceo soprattutto nelle radure tra le entità più interessanti si ricordano Cyclamen repandum, Narcissus tazetta, Stachys cretica, Hieracium crinitum, Cirsium vulgaris, Hypericum triquetrifolium, Viola alba, Anemone hortensis, ecc.

Popolamenti di Pteridium aquilinum sul cratere di Alicudi

 

In alcune isole l'uomo ha sostituito la lecceta con iil castagno, che oggi appare però in regressione, ma sono ancora presenti esemplari di un certo rilievo, soprattutto nella parte sommitale di Monte Fossa delle Felci a Salina e a Filicudi. Una cenosi molto più rara è l'Erico-Pinetum halepensis, una pineta acidofila caratterizzata dalla presenza di Erica arborea ed Arbutus unedo, che si insedia su substrati silicei in condizioni più xeriche della lecceta ed è nota quasi esclusivamente a Lipari.

Macchia con Cytisus aeolicus a Stromboli                                                                              Cisteto a Panarea

​Erico-Quercetum ilicis a Stromboli                                                                                           Lecceta a San Vincenzo (Stromboli)

2. LA FASCIA MESOMEDITERRANEA

Il bioclima mesomediterraneo è limitato solo alla zona più alta dei maggiori rilievi delle Eolie, ed è potenzialmente caratterizzato dalla presenza di formazioni boschive, ormai piuttosto ridotte e degradate per la millenaria presenza umana.

2.1 La vegetazione erbacea

Nelle pendii, nelle schiarite dei boschi, si rinvengono formazioni erbacee che ospitano alcune specie montane come Teucrium chamaedrys, Taraxacum obovatum, Ranunculus pratensis, Ajuga orientalis, Jasione montana, ecc.  Sono presenti anche praterelli di terofite riferibili al Tuberario-Aphanetum microcarpae, che si insedia nelle schiarite delle formazioni arbustive nelle aree più elevate ed esposte al vento, e vede la presenza di Tuberaria guttata, Aphanes microcarpa e altre terofite.  Le aree sommitali dei vulcani attivi delle Eolie ospitano alcuni aspetti pionieri piuttosto peculiari. In particolare la zona più elevata del Gran Cratere a Vulcano è colonizzata da un aggruppamento di nano-terofite effimere quali Filago gallica, Vulpia ciliata, Rumex bucephalophorus, Vulpia aetnensis, Silene gallica e Aira caryophyllea. A Stromboli invece la specie che raggiunge le maggiori altitudini è Silene vulgaris subsp. angustifolia, presente sin sulla cima (926 m), In genere associata con Dactylis glomerata. Lungo i pendii sabbiosi del vulcano si rinvengono inoltre sporadici individui di Ficus carica, che sembra svolgono un importante ruolo nel favorire l'insediamento delle  specie erbacee su superfici così acclivi.

2.2 La vegetazione arbustiva

La forma di macchia più diffusa nella parte più elevata dei rilievi Eoliani (a parte Stromboli a causa dell'attività vulcanica) è l'Erico-Arbutetum unedonis che talvolta origina delle formazioni abbastanza estese come a Salina, Lipari e Filicudi con un ricco sottobosco di specie erbacee e sparsi esemplari di Quercus ilex e Castanea sativa. Sono inoltre frequenti aspetti di sostituzione a dominanza di Cistus creticus subsp. eriocephalus, C. monspeliensis e C. salvifolius, mentre soltanto nelle zone sommitali di  Alicudi e Filicudi si rinvengono interessanti aspetti arbustivi montani caratterizzati dalla presenza della rara Rosa micrantha, oltre che da Prunus spinosa e Crataegus monogyna.

3. LA VEGETAZIONE AZONALE

​Erico-Quercetum ilicis ad Alicudi                                                                                               Lecceta ad Alicudi con Fraxinus ornus

Cisteto ad Alicudi                                                                                                                         Erico-Arbutetum unedonis a Salina

2.3 La vegetazione forestale

L'unico aspetto forestale dal carattere prettamente mesico presente alle eolie è un querceto caducifoglio riferito all'Erico-Quercetum virgilianae, dove domina Quercus virgiliana nello strato arboreo, accompagnato da un sottobosco costituito da Erica arborea, Arbutus unedo e Cytisus villosus, tale associazione è comunque ormai rarissima, essemdo limitata a piccoli lembi relittuali a Salina e Panarea.

 

Ambienti antropizzati a Panarea

3.1 La vegetazione sinantropica
Negli incolti e nelle aree più antropizzate sono frequenti vari aspetti di vegetazione sinantropica. Nei campi incotli si insediano aspetti nitrofili dell'Echio-Galactition tomentosae, che solo ad Alicudi ospitano l'endemico Erysimum brulloi. Una cenosi molto comune che colonizza i coltivi abbandonati è il Trifolio glomerati-Vicietum bithynicae, dove sono considerate caratteristiche Vicia bithynica e Trifolium glomeratum, oltre a Linaria pellisseriana, Vulpia bromoides, V. muralis, Briza maxima e Trifolium arvense. Nelle aree incolte con ampia rocciosità affiorante, soprattutto in seguito ad incendi, si insedia il Thapsio garganicae-Feruletum communis, dove dominano Thapsia garganica, Ferula communis, Dittrichia viscosa, Oryzopsis miliacea, Foeniculum piperitum e Achillea ligustica. Nei campi abbandonati particolarmente ricchi in nitrati si sviluppano aspetti ricchi in Galactites tomentosa, riferibili all'Achilleo ligusticae-Galactitetum tomentosae.

 

Sui muretti a secco dei terrazzamenti si insedia il Galio muralis-Sedetum cepaeae, che predilige stazioni ombreggiate, mentre il Sedetum litoreo-stellati si sviluppa in ambienti più soleggiati. A Stromboli ampie superfici, soprattutto sui substrati sabbiosi, sono state occupate da densi popolamenti di Saccharum aegyptiacum, specie originariamente introdotta come frangivento per delimitare i campi. Solo a Vulcano il pascolo è ancora una pratica abbastanza diffusa, permettendo la diffusione di una peculiare cenosi riferita al Tolpidetum gussonei oltre ad aspetti piuttosto poveri dal punto di vista floristico come quelli a dominanza di Charybdys maritima. Altre specie frequenti in queste cenosi sono Tolpis virgata, Trifolium nigrescens, T. subterraneum, Chamaemelum mixtum, Chrysanthemum segetum, ecc. Anche le aree coltivate ospitano alcune interessanti cenosi. In particolare nei vigneti si sviluppa una formazione riferibile all'Herniario glabrae-Sperguletum arvensis, dove sono considerate caratteristiche Spergularia arvensis, Herniaria glabra ed H. hirsuta, oltre a Stellaria media, Chrysanthemum segetum, Papaver setigerum, Anagallis arvensis e Oxalis pes-caprae. Un aspetto dal carattere più marcatamente termo-xerofilo, tipico ad esempio dei cappereti, è l'Heliotropio dolosi-Brassicetum fruticulosae, dove sono frequenti Brassica fruticulosa, Heliotropium dolosum, oltre a Papaver sp. pl., Gladiolus italicus, Allium nigrum, ecc. Alcuni consorzi ipernitrofili prediligono invece gli ambienti ruderali, i bordi strada, i sentieri, i depositi di macerie, ecc. Si tratta ad esempio del Malvetum parvifloro-nicaeensis e del Lavateretum cretico-arboreae, che predilige ambienti più aridi. Sui margini delel strade e negli incolti recenti si sviluppa il Lavatero cretici-Chrysanthemetum coronarii, dove prevalgono Crysanthemum coronoraium e Lavatera cretica. In ambienti costieri, o interni ma piuttosto xerici, si insediano aspetti caratterizzati dalla dominanza di Hordeum leporinum, riferibili alle associazioni Hordeo leporini-Onopordetum illyrici e all'Hordeo leporini-Sisymbrietum orientalis. Nei bordi strada più ombreggiati, nelle siepi, sotto i muri, si sviluppano aspetti dell'Acantho mollis-Smyrnietum olusatri o formazioni con Ricinus communis.

 

3.2 Gli ambienti umidi

Sulle isole mancano dei veri laghi e dei signficiativi corsi d'acqua, tuttavia in alcuni ambienti umidi effimeri si rinvengono dei popolamenti di Isoetes duriaei. E' invece presente un lago salmastro a Salina, si tratta del pantano di Punta Lingua, che ospita gli unici esempi di vegetazione alo-nitrofila a dominanza di chenopodiacee dell'arcipelago. Tra le specie più frequenti si possono ricordare Salsola soda, Atriplex triangularis, Beta maritima e Chenopodium vulgaris. Solo negli isolotti di Bottaro e Lisca bianca si insediano altri aspetti di vegetazione alofila dominati sempre da Chenopodiaceae quali Suaeda vera ed Atriplex portulacoides.

3.3 La vegetazione rupestre

Le eolie ospitano un ricco corteggio di specie casmofile che si insediano sulle rupi vulcaniche, si trattta di entità endemiche ma anche di specie presenti in Sicilia sulle rupi calcaree. Tra le prime si ricordano Centaurea aeolica, Daucus foliosus, Dianthus rupicola subsp. aeolicus, Silene hicesiae mentre tra le seconde si rinvengono Seseli bocconei (Panarea), Iberis semperflorens, Matthiola incana subsp. rupestris, Lithodora rosmarinifolia, Scabiosa cretica, ecc.  Tale cenosi di piante rupestri è riferita al Diantho-Centauretum aeolicae, che in condizioni di maggiore xericità e ricchezza di nitrati del suolo viene sostituita dal Capparidetum rupestris, un consorzio impoverito caratterizzato da Capparis rupestris, Umbilicus rupestris, Hyoseris radiata e Ficus carica. Nelle rupi e nei muri più ombrosi si insedia il Polypodio-Ranunculetum rupestris, dove prevalgono diverse felci quali Polypodium australis, Cheilanthes tinaei, Selaginella denticulata, Asplenium obovatum, Anogramma leptophylla e raramente Ranunculus rupestris. Altre formazioni con esigenze simili, ma dal carattere più nitrofilo, sono il Parietario judaicae-Cymbalarietum muralis, dove dominano Cymbalaria muralis, Parietaria judaica, Mercurialis annua e Theligonum cynocrambe e il Parietario judaicae-Hyoscyametum albi, limitata ad alcune stazioni prossime al mare, dove assume un certo rilievo la presenza di Hyosciamus albus.

Terrazzamenti a Filicudi                                                                                                           Canneto con Saccharum aegyptiacum a Stromboli

Diantho-Centauretum aeolicae a Panarea ​                                                                          Rupi sul versante nord di  Alicudi

 

Rupi sul versante NW di  Panarea ​                                                                                         Polypodio-Ranunculetum rupestris ad Alicudi                                                

 

4. LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE BOTANICO

1) Lipari: La maggiore delle Eolie è anche una delle più antropizzate, ma nonostante ciò ospita una discreta varietà di ambienti che permettono lo sviluppo di una flora relativamente ricca, ma mancano endemismi esclusivi. Di un certo rilievo sono i lembi boschivi di pineta e lecceta, mentre è ancora relativamente estesa, soprattutto nel Vallone bianco, la macchia alta di Erica arborea e Arbutus unedo. Tra le specie rare per l'arcipelago si possono ricordare Jasione montana, Hieracium crinitum, Isoetes duriaei, Viola dehnhardtii, Ranunculus pratensis, Polypogon viridis, Typha latifolia, Cenchrus ciliaris, Chamaerops humilis

 

 

 

 

 

Lipari

 

 

 

2) Vulcano: Terza isola per dimensione, è la più vicina alle coste siciliane. Caratterizzata da un intensa attività vulcanica che in passato ne ha scoraggiato la colonizzazione umana, negli ultimi anni ha tuttavia subito uno scriteriato sviluppo edilizio. Sono comunque presenti gli unici ambienti dunali dell'arcipelago e una densa popolazione semi-selvatica di Cytisus aeolicus in località Piano. Altre specie rare sono Citrullus colocynthis, Agropyron junceum, Pancratium mariitmum, Achillea maritima,, Osmunda regalis, ecc.

 

 

Vulcano

 

 

 

3) Salina: La seconda isola per dimensioni, presenta una particolare orografia per la presenza di due edifici vulcanici alti rispettivamente 850 m (Monte Rivi) e 962 m (Monte fossa delle felci), separati da una depressione di 285 m. Grazie alla notevole altitudine presenta una buona varietà ambientale, è di grande rilievo la macchia ad erica e corbezzolo e la vegetazione delel zone più elevate che ospita Cirsium creticum, Ajuga orientalis, Hieracium crinitum,, Ranunculus monspeliacus, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

Salina

​4) Stromboli: E' l'isola più settentrionale dell'Arcipelago, ben nota per la sua continua attività vulcanica che influenza fortemente la vegetazione presente. Benchè manchino endemismi esclusivi è sicuramente una delle isole più interessanti delle Eolie dal punto di vista floristico, per la presenza della maggiore popolazione di Cytisus aeolicus e per gli aspetti di vegetazione pioniera che si sviluppano nelle zone sommitali, ospitanti endemismi quali Genista tyrrhena, Centaurea aeolica e Daucus foliosus.

 

 

 

 

 

 

 

 

Stromboli

5) Alicudi: La più piccola dopo Panarea e la più occidentale, presenta tuttavia un endemismo esclusivo come Erysimum brulloi abbastanza diffuso soprattutto nelle zone più elevate. Altri endemismi presenti sono Centaurea aeolica, Silene hicesiae, Cytisus aeolicus sui pendii occidentali, che nel complesso rendono Alicudi una delle isole più interessanti dal punto di vista botanico.

 

 

 

 

​Alicudi

6) Filicudi: Poco ad est di Alicudi, Filicudi  raggiunge i 774 m con il cratere di Fossa delle Felci. E' presente un endemismo esclusivo, come Bituminaria basaltica, e altre specie rare come Helichrysum litoreum, Genista tyrrhena, Limonium minutiflorum, Aphanes mcirocarpa, Stachys cretica, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Filicudi

 

 

 

​7) Panarea: La più piccola dell'arcipelago, è anche una delle più interessanti dal punto di vista botanico, grazie alla presenza di specie endemiche espressive della flora eoliana come Centaurea aeolica, Genista tyrrhena, Silene hicesiae e Daucus foliosus. Sono inoltre presenti specie rare come Tuberaria plantaginea, Helichrysum litoreum , Senecio bcolor, Maresia ramosissima, Wahlenbergia nutabunda, ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

​Panarea

 

 

 

8) Isolotti minori: Oltre le sette isole principali, nelle Eolie sono compresi anche alcuni isolotti, spesso di dimensioni trascurabili. Tra i più grandi si possono ricordare Basiluzzo dove è di rilievo per le eolie la presenza di Chamaerops humilis, Lisca Bianca e Bottaro che ospitano dei popolamenti di Suaeda vera, Halimione portulacoides ed Anthemis aeolica solo a Lisca Bianca. Infine il piccolo scoglio di Strombolicchio ospita l'unica popolazione eoliana della rara Bassia saxicola.

 

 

 

 

 

 

 

Dattilo

Bibliografia

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Brullo S., Gianguzzi L., La Mantia A., Siracusa G..2008- La classe Quercetea ilicis in Sicilia. Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat.

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