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Distretto Cosirense

 

Il distretto include la sola isola di Pantelleria, situata nel canale di Sicilia, a circa 60 km dalle coste tunisine e a poco più di 90 da quelle siciliane. L'isola di natura vulcanica ha un origine relativamente recente (probabilmente alla fine del terziario), e inoltre circa 45.000 anni fa una grande eruzione ricopri interamente l'isola eliminando del tutto la vita vegetale. Ciò non ha comunque  impedito la differenziazione (in alcuni casi non ancora completata) di alcuni neoendemismi, ma in rapporto con la superficie dell'isola la flora non è molto ricca annoverando "solo" 597 entità intraspecifiche nella più grande isola circumsiciliana. Sono però presenti molte specie a distribuzione mediterranea sud-occidentale che mancano del tutto o sono rarissime in Sicilia. Inoltre Pantelleria è l'unica isola circumsiciliana a presentare una copertura forestale ancora relativamente estesa e in generale presente una notevole varietà ambientale, con la presenza di interessanti ambienti umidi, falesie, boschi, macchie, praterie ecc.

Clima

Il clima nonostante le piccole dimensioni dell'isola è abbastanza vario in funzione dell'altitudine, che raggiunge gli 839 m con la cima di Montagna Grande, ma non mancano altri rilievi quali Monte Gibele (600 m), Cuddia Attalora (560 m) e altri coni (cuddie) minori.  Sulla costa il regime termico non è molto diverso da quello della Sicilia occidentale, con temperature medie annue intorno i 18° C. Anche le precipitazioni non si discostano molto da quelle siciliane con valori medi annui intorno i 400 mm.

Mancano dati certi sul clima delle aree più elevate dell'isola ma è comunque ipotizzabile che le precipitazione salgano fino a 600 mm e le temperature si abbassino di alcuni gradi. Un fattore climatico di grande importanza per Pantelleria è rappresentato dal vento che soffia per gran parte dell'anno, determinando condizioni ostili per le piante specialmente sulle coste, mentre in Montagna apporta delle benefiche nebbie che mantengono alto il grado di umidità.

Endemismi esclusivi del distretto Cosirense

Genista aspalathoides var. gussonei, Helichrysum rupestre var. errerae, Limonium cosyrense, Limonium parviflorum, Limonium secundirameum, Matthiola incana subsp. pulchella, Medicago truncatula var. cosyrensis, Senecio leucanthemifolius subsp. cosyrensis, Serapias cossyrensis, Trifolium nigrescens var. dolychodon

Specie non endemiche in Sicilia esclusive del distretto Cosirense

Andryala rothia subsp. cosyrensis, Asplenium marinum, Asplenium obovatum subsp. lanceolatum (?), Brassica insularis, Calicotome rigida, Carex illegitima, Limodorum trabutianum, Ophrys sphegifera, Persicaria attenuata, Pimpinella lutea, Pinus pinaster subsp. hamiltonii, Rosa rugosa, Schoenoplectus litoralis subsp. thermalis, Tillaea alata.

 

1. LA FASCIA INFRAMEDITERRANEA

Il bioclima inframediterraneo riguarda le zone costiere e l'entroterra sino a 200 mslm, ed è caratterizzato da temperature elevate e precipitazioni piuttosto scarse (sotto i 400 mm annui). Come nelle altre isole del canale di Sicilia che godono delle stesse condizioni la principale forma di vegetazione climax è rappresentata dalla macchia di caducifoglie estive, ancora ben sviluppata nelle falesie più impervie, ma molto ridotta in ambienti più raggiungibili a causa della diffusa antropizzazione delle coste.

Arco dell'Elefante

1.1 La vegetazione del litorale roccioso

Le spiaggia sabbiose sono completamente assenti nell'isola, tuttavia sui piccoli accumuli di sabbia trasportati dal mare sulle scogliere talvolta si rinvengono aspetti riconducibili al Salsolo kali-Cakiletum, con la presenza di Cakile maritima, Salsola kali, Euphorbia peplis e Euphorbia paralias. Sono invece ampiamente rappresentate falesie e tratti rocciosi più o meno alti. Nei tratti a più diretto contatto con il mare si sviluppa il Limonietum cosyrensis, una vegetazione alo-rupicola dove domina Limonium cosyrensis a cui si accompagnano Crithmum maritimum, Lotus cytisoides, Reichardia maritima, Frankenia hirsuta, Plantago macrorrhiza e Thymelaea hirsuta. Frammisti al Limonietum, su piccoli straterelli di suolo vulcanico, si insediano praterelli effimeri attribuiti all' Oglifetum lojaconoi, caratterizzati dalla presenza di Oglifa lojaconoi, endemica di Pantelleria e Linosa.  Allontanandosi dal mare, al Limonietum si sostituisce una peculiare vegetazione pioniera di camefite subalofile, dfferenziata dagli endemici Helichrysum errerae e Matthiola incana subsp. pulchella, associati a Lotus cytisoides, Reichardia mariitma, Crithmum maritimum, Frankenia hirsuta, Plantago macrorrhiza, Thymelaea hirsuta ecc. Si tratta del Matthiolo pulchellae-Helichrysetum errerae, che caratterizza i tratti rocciosi più all'interno rispetto le scogliere colonizzate dal Limonietum. Sugli accumuli di terriccio tra la vegetazione del Matthiolo-Helichrysetum o della macchia, si insediano aspetti erbacei effimeri, attribuiti al Sileno sedoidis-Bellietum minuti. Tale vegetazione, rappresentata principalmente a Punta Spadillo, ospita il raro Bellium minutum, specie est-mediterranea a cui si accompagna Silene sedoides.

Scogliere vulcaniche con Limonium cosyrensis                                                                Matthiolo pulchellae-Helichrysetum errerae​​​​​​​​​​​​​​​​

 

1.2 La vegetazione erbacea

Negli incolti tende a svilupparsi nelle prime tappe della successione ecologica, la prateria di Hyparrhenia hirta, spesso frammista a colture e altri aspetti di vegetazione. Solo raramente è possibile identificare una tipica espressione del Hyparrhenietum hirto-pubescentis, comunque in una forma impoverita. In questo ambito sono presenti Andropogon distachyus, Micromeria graeca, Convolvolus althaeoides, Phagnalon saxatile, Lathyrus articulatus, Asphodelus microcarpus, Dactylis hispanica, Reichardia picroides, Verbascum sinuatum, Daucus carota, Hyoseris radiata, Urginea maritima, ecc.  Nelle zone subcostiere, frammisti alla prateria, si insediano praterelli di terofite riferiti al Crassulo tilleae-Sedetum cosyrensis, dove prevalgono Sedum rubens var. cosyrensis, Tillaea muscosa, Sagina apetala, Trifolium soffocatum, Trifolium glomeratm, Aira cupaniana, Galium murale, Tuberaria guttata, Vulpia myuros, Plantago bellardi, Oglifa gallica, Hypochoeris glabra, Linum trigynum, Rumex bucephalophorus, ecc.

1.3 La vegetazione arbustiva

La vegetazione climax del piano inframediterraneo nelle zone non soggette all'effetto diretto del mare, è data dalla macchia-boscaglia di Juniperus turbinata, riferita al Periploco angustifoliae-Juniperetum turbinatae, presente anche a Lampedusa. Tuttavia anche qui questa vegetazione è stata molto ridotta dall'attività umana per l'agricotlura e la richiesta di legname.  Gli aspetti più estesi sono ormai relegati alle alte falesie della costa sud-orientale, dove sui piccoli pianori si rinvengono aspetti peculiari descritti come Periploco angustifoliae-Juniperetum turbinatae subass. brassicetosum insularis, differenziato dalla presenza, talvolta abbondante, di Brassica insularis e Senecio cineraria. Aspetti di degradazione di questa formazione sono, oltre le praterie e i praterelli di terofite, la macchia bassa a periploca minore, riferita al Periploco angustifoliae-Euphorbietum dendroidis. In questo caso a Periploca angustifolia si accompagnano Euphorbia dendroides, Pistacia lentiscus, Lycium intricatum, Olea europaea, Asparagus albus, Prasium majus, Phillyrea latifolia, Calicotome villosa, Lonicera implexa, Asparagus angustifolius, Smilax aspera, Rubia peregrina, ecc. Più all'interno, Periploca angustifolia tende a rarefarsi, lasciando spazio a una maggiore presenza di Olea europaea, permettendo di distinguere l'Oleo-Euphorbietum. Altri aspetti arbustivi  sono dati dallle garighe a timo e rosmarino (Rosmarino-Coridothymetum capitati subass. lavanduletosum stoechadis), che si sviluppano in presenza di particolari condizioni edafiche ma probabilmente da riccollegarsi dinamicamente al Periploco-Euphorbietum. Sono considerate tipiche di questa comunità Rosmarinus officinali, Coridothymus capitatus e Lavandula stoechas.

Periploco-Euphorbietum                                                                            Falesie di Punta di Cuntignolo con Periploco-juniperetum subass. brassicotesum insularis

2. LA FASCIA TERMOMEDITERRANEA

Tra i 200 e i 650 mslm si sviluppa il piano termomediterraneo, anche in questo caso l'originaria vegetazione è strata stravotla dalla millenaria attività umana. La forma di vegetazione culminante della serie dinamica nelle altitudini minori è data dal pineto di Pino d'aleppo ormai ridotto solo a Contrada Dietroisola, o da aspetti di lecceto termofilo, mentre più in alto si sviluppano pineti misti.

2.1 La vegetazione erbacea

Gli ampelodesmeti non sono molto frequenti a Pantelleria e raramente formano estensioni apprezzabili. Si tratta di una vegetazione secondaria che si insedia sia nel piano termo che mesomediterraneo come tappa di sostituzione del bosco.  Nei contesti più aridi Ampelodesmos mauritanicus è sostitutio da Hyppharenia hirta. Nelle depressioni con solo profondo sono frequenti aspetti dominati da Pteridium aquilinum, mentre nei piccoli straterelli di suolo all'interno della prateria, si sviluppano praterelli effimeri piuttosto peculiari per la presenza di Trifolium nigrescens var. dolychodon, Andryala cosyrensis, Paronichya echinulata, Medicago truncatula var. cosyrensis, che permettono di individuare il Trifolio dolychodon-Andryaletum cosyrensis. Questa cenosi è dinamicamente legata soprattutto con la serie del bosco di Pino marittimo (Pinus pinaster subsp. hamiltonii) sia nel piano termo che mesomediterraneo. Altre specie più frequenti nei praterelli sono Trifolium glomeratum, Trifolium subterraneum, Trifolium arvense, Trifolium campestre, Trifolium scabrum, Plantago bellardi, Aira cupaniana, Aira caryophyllaea, Andryala integrifolia, Oglifa gallica, Linum bienne, Linum trigynum, Campanula erinus, Briza maxima, Ornithopus compressus, Avellinia michelii, Centaurium maritimum, Vulpia ligustica, Hypochoeris glabra, Galium divaricatum, ecc.

2.2 La vegetazione arbustiva

La vegetazione arbustiva è rappresentata prevalentemente da arbusteti interpretabili come aspetti secondari, dinamicamente legati alla vegetazione forestale del pineto o del lecceto. Alla serie del lecceto è attribuibile l'arbusteto dominato da Calicotome villosa, Cistus creticus subsp. eriocephalus, Cistus salvifolius e Cistus monspeliensis, a cui si associano Phagnalon saxatile, Daphne gnidium, Rubus ulmifolius e Lonicera implexa. Questa vegetazione è probabilmente riferibile al Calicotomo villosae-Cistetum monspeliensis, descritto per l'Italia meridionale. Alla serie del pineto a Pino d'aleppo si ricollega invece il Genisto aspalathoidis-Rosmarinetum officinalis, ampiamente diffusa nelle zone collinari dell'isola. Prevale Rosmarinus officinalis, a cui si associano Erica multiflora, Gensita aspalathoides, Dorycnium hirsutum, Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis, Lavandula stoechas, Fumana laevipes, Fumana thymifolia, Phillyrea latifolia, Daphne gnidium, Pistacia lentiscus, ecc. Alla serie del bosco misto di Pinus pinaster e Pinus halepensis, che si sviluppa sopra i 400 mslm, è dinamicamente legata la macchia bassa a ginestra di pantelleria e corbezzolo (Genisto aspalathoidis-Rosmarinetum officinalis subass. arbutetosum unedonis) che costituisce il mantello della formazione forestale. Prevalgono Genista aspalathoides, Rosmarinus officinalis, Arbutus unedo, Erica multiflora, Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis, Cistus creticus subsp. eriocephalus, Calicotome villosa, Lavandula stoechas, ecc. Negli incolti abbandonati da tempo prevalgono invece Rubus ulmifolius, Spartium junceum e Teline monspessulana.

2.3 La vegetazione forestale

La forma di vegetazione forestale più xerofila di Pantelleria è rappresentata dal pineto di Pinus halepensis, ormai ridotto solamente al versante meridionale di Cuddia Attalora, dove le particolari condizioni edafiche legate alla notevole acclività del versante che non permette lo sviluppo di un buon spessore di suolo, determinano condizioni altamente xeriche, esaltate dall'esposizione alle calde correnti meridionali.  Benchè gli incendi siano da considerare normali anche naturalmente in questi pineti, l'alta frequenza di questi dovuti all'uomo,impedisce lo sviluppo dello strato arboreo mantenendo la formazione a uno stato giovanile. La cenosi, descritta come Pistacio lentisci-Pinetum halepensis, nella sua migliore espressione presenta uno strato arboreo dominato da Pinus halepensis, con un altezza di 4-6 m, a cui si associa uno strato arbustivo caratterizzato da Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus, Asparagus acutifolius, Myrtus communis, Arbutus unedo e Daphne gndiium. In aspetti più diradati diventano più frequenti Erica multiflora, Rosamrinus officinalis, Calicotome villosa, Dorycnium hirsutum, Cistus salvifolius, Lavandula stoechas, Cistus monspeliensis, Fumana laevipes, Fumana thymifolia, ecc. Probabilmente in passato il pineto di pino d'aleppo caratterizzava i substrati poco evoluti dell'orizzonte  termomediterraneo più seccp, ponendosi in continuità verso la costa con la macchia-boscaglia di Ginepro feniceo. Più in alto ad altitudini di 350-500 m, in condizioni meno xeriche, si sviluppa il pineto misto di Pinus pinaster subsp. hamiltonii e PInus halepensis, una formazione con caratteri intermedi tra il pineto di Pino d'aleppo più in basso e il pineto di Pino marittimo più in alto. Si tratta del Genisto aspalathoidis-Pinetum hamiltonii, una forma termofila del pineto puro di Pino marittimo, diffuso più in alto. Il sottobosco è caratterizzato da Genista aspalathoides, Asparagus acutifolius, Lonicera implexa, Pistacia lentiscus, Smilax aspera, Phillyrea latifolia, Rubia peregrina, Arbutus unedo, Erica arborea, Teline monspessulana, Melica arrecta, Daphne gndium, ecc.  Per quanto riguarda le leccete, è possibile distinguere due aspetti decisamente differenti a Pantelleria. Nella parte più bassa del piano termomediterraneo, solo in Contrada Khaggiar e a Fossa del Russo, su roccie laviche caratterizzate dalla presenza di grossi massi si insedia una rada boscaglia pioniera dove a Quercus ilex si accompagna Juniperus turbinata, riferita all'Erico arboreae-Quercetum ilicis subass. juniperetosum turbinatae. Altre specie caratteristiche sono Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Daphne gnidium, Erica arborea, ecc. Più in alto si insedia una forma di lecceta più tipica, riferita all'Erico arboreae-Quercetum ilicis subass. typicum. Si tratta di una lecceta acidofila dove sono abbondanti poche specie quali Erica arborea, Arbutus unedo, Teline monspessulana, Melica arrecta, Asplenium onopteris, Carex distachya, Rubia peregrina, Smilax aspera, Phillyrea latifolia, Daphne gnidium, ecc.

Vegetazione erbacea ai piedi di Monte Gibele                                                                  Erico-Quercetum subass. juniperetosum

​Erico-Quercetum ilicis subass. typicum                                                                              Genisto-Pinetum hamiltonii a Montagna Grande

 

3. LA FASCIA MESOMEDITERRANEA

Ad altitudini superiori ai 600 m e sino alla cima di Montagna Grande (830 mslm), le precipitazioni aumentano sino a raggiungere i 600 mm e le temperature annue medie scendono intorno ai 16°C, inoltre diventano più frequenti le nebbie. Sono ancora ben rappresentati e diffusi aspetti forestali in questa fascia.

3.1 La vegetazione erbacea

Gli aspetti erbacei non sono molto diffusi in questa fascia, si rilevano comunque lembi di ampelodesmeto e in contesti subrupestri, al margine del lecceto insediato sul versante meridionale di Montagna Grande, la prateria a Brachypodium rupestre. Sono invece più diffusi nelle schiarite dei boschi, nelle fasce tagliafuoco o al margine dei cisteti i praterelli terofitici riferibili al Tuberarietum guttatae. Altri aspetti sono quelli dominati da Pteridium aquilinum, che rappresentano il massimo grado di degradazione del pineto. Infine nella parte più elevata di Montagna Grande si localizza in stazioni sciafile in vicinanza dei muretti a secco o in aree subrupestri, una particolare cenosi di specie annue caratterizzata da Senecio lividus e Ranunculus parviflorus che permettono di individuare il Ranunculo parviflori-Senecionetum lividi. Altre specie presenti in questo contesto sono Galium  murale, Campanula erinus, Arabidopsis thaliana, Cardamine hirsuta, Myosotis ramosissima, Centranthus calcitrapa, Fumaria flabbelata, Rumex bucephalophorus, Stellaria media, ecc.

Vegetazione erbacea sulla cima di Montagna Grande                                                    Praterie rupestri a Montagna Grande

3.2 La vegetazione arbustiva

Gli stadi di degradazione del lecceto del piano mesomediterraneo sono rappresentati dalle garighe di cisti e da una macchia alto-arbustiva che costituisce il mantello del lecceto stetto. Quest'ultima formazione, riferita all'Erico arboreae-Arbutetum unedonis subass. cistetosum salvifolii, è caratterizzata da Arbutus unedo, Erica arborea, Phillyrea latifolia, Daphne gnidium, Lonicera implexa, Rubus ulmifolius, Teline monspessulana. Tale vegetazione arbustiva è legata dinamicamente anche alla pineta di Pino marittimo, insediandosi ai suoi margini o nelle radure. Più esternamente segue la gariga di cisti, particolarmente sviluppata nelle fasce tagliafuoco. Le specie più comuni sono Cistus creticus, Cistus monspeliensis, Cistus salvifolius, Cytinus ruber, Cytinus hipocistis, Calicotome villosa e Genista aspalathoides.

3.3 La vegetazione forestale

Sui substrati vulcanici giovani, con notevole rocciosità affiorante, si sviluppa una lecceta più mesofila, riferita all'Erico arboreae-Quercetum ilicis subass. typicum facies a Myrtus communis. Questa formazione, strettamente legata alla zona delle nebbie, è caratterizzata dalla dominanza nello strato arbustivo di Myrtus communis, Erica arborea e Arbutus unedo. Nei tronchi dei lecci si insediano comunità briofitiche e Polypodium cambricum come epifita. Sopra i 450-500 mslm, su suoli profondi ed evoluti a Montagna Grande e Monte Gibele, Pinus pinaster subsp. hamiltonii diventa sempre più dominante sino a formare boschi puri. Lo srato arboreo raggiunge anche una notevole altezza e si presenta molto denso. Nel sottobosco prevalgono Arbutus unedo, Erica arborea, Myrtus communis, Lonicera implexa, Phillyrea e in minor misura Daphne gndiium, Pistacia lentiscus, Smilax aspera, Teline monspessulana, Melica arrecta, Rubia peregrina, Allium subhirsutum, Carex illegittima, Asplenium onopteris, Pteridium aquilinum. Dal punto di vista fitosociologico questa cenosi è stata descritta come Genisto aspalathoidis-Pinetum hamiltonii subass. arbutetosum unedonis.

Genisto-Pinetum a Montagna Grande                                                                              Erico arboreae-Quercetum ilicis

4. LA VEGETAZIONE AZONALE

4.1 La vegetazione degli ambienti umidi

Una vera vegeazione lacustre è rinvenibile nel lago Specchio di Venere, situato nella parte centro settentrionale dell'Isola, che si è originato per sprofondamento calderico e raggiunge una profondità di 12 metri. Il lago è alimentato da acque meteoriche ma anche da sorgenti termali, le cui acque sono pure di origine meteorica ma hanno subito il contatto con le rocce calde del sottosuolo causando un elevata evaporazione che porta all'accumulo di sali che determinano l'elevata alcalinità dell'acqua. All'interno dello specchio di Venere si rinvengono solo alcune alghe, mentre spostandosi ai margini esterni si insedia una comunità di elofite riferita al Cypero laevigati-Schoenoplectetum thermalis, cenosi tipicamente Nordafricana differenziata in due subassociazioni. La subass. typhetosum angustifolii si localizza in prossimità delle sorgenti termali arrivando sin dentro il lago, ed è differenziata da Schoenoplectus litoralis subsp. thermalis e Typha angustifolia. La subass. cyperetosum laevigatae è invece fisionomizzata da Cyperus laevigatus, che forma densi popolamenti nella parte melmosa più esterna. In posizione più marginale, sulle rive sabbiose della parte sud si insedia il Limonietum secundiramei, dove domina l'endemico Limonium secundirameum, a cui si associano Lotus cytisoides, Reichardia maritima, Frankenia hirsuta, ecc. Nei piccoli ambienti umidi a carattere stagionale che si sviluppano lungo il cratere di Monte Gibele, si insedia l'Isoeto durieui-Ranunculetum parviflori, caratterizzato da Isoetes durieui, Ranunculus parviflorus, Ranunculus muricatus, Ranunculus trilobus, Juncus bufonius, Lythrum hyssopifolia, Lotus angustissimus e Mentha pulegium.

4.2 La vegetazione delle fumarole

Le fumarole rappresentano il più evidente aspetto del vulcanesimo secondario a Pantelleria, tra le più note si possono ricordare quelle di Cuddia di Mida, Favara Grandie, Fossa del russo, ecc. In prossimità delle fessure si manifestano condizioni di scarsa luminosità e alte temperature per le emissioni di vapori caldissimi, che permettono la vita solo di alcune cianoficee. Il vapore emesso ad alta temperatura condensa a contatto con l'aria esterna determinando una condizione di particolare umidità nelle aree circostanti, permettendo lo sviluppo di peculiari formazioni di terofite, riferite al Radiolo linoidis-Kichxietum cirrhosae, dove sono considerati tipici Radiola linoides, Kichxia cirrhosa, Lotus angustissimus, Lotus parviflorus, Centaurium maritimum, Sideritis romana, Plantago coronopus, ecc.

Arbusteto con Genista aspalathoides                                                                                  Pineta pura di Pino marittimo

Lago Specchio di Venere e Montagna Grande                                                                   Vegetazione igrofila allo Specchio di Venere

Favara Grande e Monte Gibele                                                                                              Fumarole di Favara Grande

​4.3 La vegetazione sinantropica

Le colture più diffuse nell'isola sono la vite (nella varietà Zibibbo), l'olivo e il cappero. La vegetazione infestante dei coltivi è riferibile alla classi Stellarietea mediae e Artemisietea vulgaris. Negli incolti sono presenti espressioni di vegetazione subnitrofila dominati da Stipa capensis, a cui si accompagnano Bromus rubens, Euphorbia serrata, Plantago lagopus, Lotus edulis, Galactites tomentosa, Trifolium cherleri, Lupinus luteus, Hedypnois cretica, ecc. Nelle vicinanze di aree destinate al deposito di macerie e materiale di riporto si sviluppa il Lavaretum cretico-arboreae, dove dominano Lavatera arborea e Lavatera cretica.  Nelle stazioni costiere, sui bordi strada in condizioni ombrose è frequente il Diplotaxio tenuifoliae-Oryzopsietum miliaceae, dove si rinvengono Oryzopsis miliacea, Diplotaxis tenuifolia, Lobularia maritima, Dittrichia viscosa, ecc. Sui muri è frequente la presenza di Anthirrinum tortuosum. Nel bordo dei sentieri e dei viottoli di campagna dell'area costiera si insedia una vegetazione ruderale riferita al Senecioni cosyrensis-Hordetum leporini, caratterizzata dall'endemico Senecio leucnathemifolius subsp. cosyrensis, a cui si associano Chrysanthemum coronarium, Carduus pycnocephalus, Reseda alba, Lophochloa cristata. infine sui muri a secco, nelle fessure delle rocce laviche, in condizioni nitrosciafilem si insedia il Parietarietum judaicae, dove prevale nettamente Parietaria judaica, mentre in condizioni di maggiore nitrofilia si isnedia il Chenopodio muralis-Parietarietum judaicae, dove prevalgono Chenopodium muralis, Parietaria judaica, Lavatera cretca, Malva parviflora, Sisymbrium irio, ecc.

4.4. La vegetazione rupestre

A Pantelleria manca una vera vegetazione casmofitica, ma sulle rupi basaltiche ombrose si rinvengono piccole popolazioni di felci quali Asplenium obovatum, Asplenium lanceolatum, Asplenium marinum e Asplenium balearicum.

Incolti sotto Monte Gibele                                                                                                     Dammusi e muretti a secco

 

 

 

5. LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE BOTANICO

1) Montagna Grande: Il maggiore rilievo di Pantelleria alto 839 mslm, presenta estese formazioni forestali, come pinete e leccete, ma anche alcuni aspetti erbacei rilevanti come quelli legati alle fumarole, aspetti prativi, flora rupestre, ecc.

Cuddie di Mida e Montagna Grande

2) Lago Specchio di Venere: Lago situato nel nord dell'Isola presenta una rilevante flora igrofila con Cyperus laevigatus e Schoenolepctus thermalis, e con l'endemico Limonium secundirameum.

Lago Specchio di Venere

 

 

3) Punta Spadillo: Situato nella parte centro orientale dell'isola, ospita lembi di lecceta con ginepro e la maggiore popolazione italiana di Bellium minutum. Da rilevare anche la presenza di Asplenium balearicum.

 

Punta Spadillo

4) Falesia della costa sud orientale: E' la zona costiera più selvaggia dell'isola, grazie alle alte falesie inaccessibili (Punta Formaggio, Balata dei Turchi, Punta Cuntignolo) che ospitano una boscaglia di Juniperus turbinata, con abbondante presenza di Brassica insularis.

 

Punta Formaggio

 

 

5) Monte Gibele: La seconda cima di Pantelleria ospita estese pinete, mentre sul cratere si insedia una peculiare flora igrofila legata a stagni temporanei.

 

 

​Monte Gibele

 

6) Costa occidentale: Benchè più antropizzata delle altre aree costiere, interessante la presenza di Limonium cosyrensis e Anthemis secundiramea. Sono presenti diversi coni vulcanici minori di notevole interesse vulcanologico, come Cuddie Rosse, Monte Gelkhmar, ecc. In alcune siti è frequente Asplenium balearicum.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cuddie Rosse

Bibliografia

Blasi C. (ed.), 2010 - La vegetazione d'Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

Gianguzzi L., 2003- Il paesaggio vegetale dell'isola di Pantelleria. Azienda Foreste Demaniali.

Giardina G., 2012- Sicilia, piante, vegetazione e ambienti naturali. Orto Botanico dell'università di Palermo.

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