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Fagus sylvatica L.​

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Famiglia: Fagaceae

Forma biologica: P scap

Descrizione:  Albero alto 10-30 m (a volte sino a 50 m), con corteccia grigio-scura, compatta, nei rami di 1-3 anni bruna, lucida, glabra, con lenticelle grigie puntiformi, gemme acute bruno-chiare. I brachiblasti sono brevi e pubescenti. Le foglie hanno picciolo di 10-15 mm e lamina ellittica (40-47 x 60-70 mm), base rotondata, un pò asimmetrica, punta ottusa, margine quasi intero od ottusamente crenato. La pagina superiore è glabra e lucida, di sotto ciuffi di peli rossastri agli angoli fra le nervature. Gli amenti maschili sono di 1,5-2 cm. Il frutto è una nucula rossastra di 8 x 20 mm, completamente inclsa in una cupula legnosa a 4-5 valve con deboli aculei erbacei incruvati o patenti (3-8 mm).

Biologia: Fiorisce in maggio.

 

Ecologia: Boschi montani (1100-2000 mslm).

Corologia: Centro-Europ.

 

Distribuzione nazionale: Comune in tutto il territorio, esclusa la Sardegna dove manca del tutto.

Distribuzione regionale: Solo sui monti della Sicilia settentrionale, dove costituisce formazioni boschive estese sui Nebrodi e più limitatamente su Madonie, Etna e Peloritani.

Il faggio in Sicilia caratterizza la vegetazione del piano supramediterraneo, generalmente ad altitudini superiori ai 1400 m, specialmente sui Nebrodi e sulle Madonie dove arriva sino alle maggiori cime, benchè in presenza di condizioni edafiche particolari o per la deforestazione possa essere sostituito dagli astragaleti. Sull'Etna invece il faggio vive in condizioni pressochè uniche all'interno del su vasto areale, infatti difficilmente altrove è possibile rinvenire faggete su un vulcano attivo. Sono comunque presenti solo piccole formazioni, spesso dal carattere pioniero in genere sopra i 1400 mslm, tuttavia sulle pendici nord-orientali del vulcano eccezionalmente il faggio si rinviene già a 800-900 mslm. Anche sul settore occidentale dei Peloritani si rinvengono piccoli nuclei di faggeta sotto i 1000 m, tra cui spicca in particolare il Bosco di Malabotta. La presenza del faggio, specie tipicamente centro-europea, in un isola nel cuore del Mediterraneo come la Sicilia si spiega considerando l'isola come una stazione di rifugio per la specie durante le glaciazioni. Dopo il ritorno di condizioni climatiche più miti il faggio è stato relegato alle maggiori altitudini si versanti settentrionali. Attualmente la Sicilia rappresenta il limite meridionale dell'areale di Fagus sylvatica, e le condizioni climatiche attuali sembrerebbero poco favorevoli alla sopravvivenza della specie, se confrontate a quelle tipiche dell'areale. A permettere la sopravivvenza del faggio in un clima a lui ostile sono sopratutto fattori microbioclimatici o edafici, che concorrono a mitigare la mediterraneità e a ricreare condizioni ambientali di tipo subatlantico. Un ruolo importante è svolto ad esempio dal vento di Tramontana, umido e fresco in Sicilia, che prevale nel periodo primaverile, proteggendo le tenere foglie giovani dall'eccessiva traspirazione, ruolo a cui concorrono anche le frequenti nebbie e la nuvolosità primaverile.

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