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Pinus pinea L.

Distribuzione regionale: Ampiamente coltivata e usata nei rimboschimenti, sono probabilmente naturali alcuni nuclei sulle colline sabbiose vicino Messina, sui Monti Erei a Nicosia e sulle basse Madonie nei pressi di Cefalù.

L'indigenato di questa specie in Sicilia sembra accertato dal ritrovamento di resti fossili sulle colline dei Peloritani, dove ancora oggi caratterizza un interessante cenosi in compagnia di Cistus crispus.  Si tratta tuttavia di una formazione naturale molto limitata, mentre sempre sui Peloritani Pinus pinea è stato abbondantemente utilizzato per estesi rimboschimenti.

Famiglia: Pinaceae

Forma biologica: P scap

Descrizione: Albero alto fino a 25 metri, sebbene in genere sia sui 12-20 m.  Ha un portamento caratteristico, con un tronco corto e una grande chioma espansa a globo, che col tempo diventa sempre più simile a un ombrello. Presenta una corteccia spessa, marrone-rossiccia e fessurata in placche verticali. Le foglie sono aghiformi  flessibili e di consistenza coriacea per la cuticola spessa, in coppie di due e sono lunghe da 10 a 20 cm (eccezionalmente 30 cm). I microsporofilli sono giallo-arancione, più evidenti di quelli femminili, posti alla base del germoglio. I macrosporofilli sono rossi, e crescono all'estremità dei nuovi germogli.  Gli strobili sono lunghi 8-15 cm, ovoidali e grandi. Impiegano 36 mesi per maturare, più di qualsiasi altro pino. Si aprono a maturità per far uscire i semi. Questi ultimi, i pinoli (chiamati in inglese pine nuts e in spagnolo piñones) sono grandi, lunghi 2 cm, di color marrone chiaro con un guscio coperto da una guaina scura che si gratta con facilità e hanno una rudimentale aletta di 5 mm che va via facilmente. Il vento non ha effetto per trasportare i semi, che vengono dispersi dagli animali, tipicamente gli uccelli, ma oggi perlopiù dagli uomini.

Biologia: Fiorisce da aprile a maggio.

Ecologia: Dune, macchie e pendii aridi. (0-500 mslm).

Corologia: Eurimedit.

Distribuzione nazionale: Pianta di dubbio indigenato, quasi ovunque coltivata lungo le coste della Penisola, Sicilia, Sardegna, Corsica e isole minori, verso Nord fino a Ravenna e Chioggia. Più rara nell'interno.

 

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