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Zelkova sicula Di Pasquale, Garfì & Quèzel

Famiglia: Ulmaceae

 

Forma biologica: P scap

Descrizione: Arbusto o piccolo albero deciduo alto sino a 6 m (ma è probabile che in assenza di disturbo possa assumere dimensioni maggiori). Le foglie sono ovali-acute, lunghe 1-5 cm e larghe 0,5-3,5 cm, lobate con 6-8 lobi acutiusculi per lato. La lamina presenta meno di 10 paia di nervature secondarie ed è densamente ricoperta su entrambe le pagine da densi peli corti e rigidi. Il picciolo è lungo 1-4 mm. I fiori maschili sono solitari o disposti in glomeruli sessili di 2-3, ascellari, giallo-verdastri, mentre quelli ermafroditi o raramente femminili sono solitari, nella parte terminale dei rami, verdognoli. I fiori maschili hanno perianzio campanulato con 3-7 lobi, mentre quelli ermafroditi e femminili sono 3-5 lobati. Il frutto è un achenio. La fioritura e la fruttificazione sono comunque piuttosto sporadiche nelle popolazioni naturali, mentre è più frequente la riproduzione vegetativa tramite polloni radicali.

Biologia: Fiorisce tra marzo e aprile.

Ecologia: Boschi su substrati basaltici profondi e umidi (300-500 mslm).

Corologia: Endem. Sic.

Distribuzione nazionale: Sicilia.

Distribuzione regionale: Molto rara, sono note solo due stazioni sui Monti Iblei: la prima, scoperta nel 1992, si situa nel comune di Buccheri al bosco Pisano, la seconda scoperta solo nel 2012 dista circa 17 km dalla precedente e si trova nel territorio di Melilli. In totale considerando entrambe le popolazioni sono noti circa 1000 esemplari, anche se è probabile che si tratti di cloni svillupatisi come polloni di uno o pochi individui originari.

Zelkova sicula presenta un grande interesse fitogeografico in quanto appartenente a un genere che mostra una distribuzione alquanto frammentaria e relittuale, andando dall'estremo oriente (Cina, Corea, Giappone) per Z. serrata, alla zona caucasica (Armenia, Georgia, AzerbaIjaan, Iran) per Z. carpinifolia e fino al mediterraneo orientale per Z. abelicea a Creta e Z. sicula in Sicilia. Tuttavia in passato è molto probabile che il genere fosse ampiamente distribuito anche in Europa, come testimoniato dai numerosi pollini fossili. Nel terziario, in condizioni più calde e umide delle attuali, doveva occupare la fascia submontana, immediatamente al di sopra del laureto sempreverde, dove partecipava alla formazione di foreste caducifoglie affini a quelle attualmente presenti nella regione caucasica. Oggi Zelkova sicula sopravvive in condizioni ecologiche decisamente poco favorevoli alle specie di questo genere, grazie a fattori edafici locali che permettono di superare l'aridità della stagione estiva. In entrambe le stazioni infatti Z. sicula vegeta su suoli profondi che tratttengono bene l'umidità, compensando la bassa altitudine che favorisce invece la presenza di specie xerofile negli ambienti circostanti. Il numero esiguo di individui e la bassa variabilità genetica rappresentano un grave problema per la sopravvivenza della specie, così come il pascolo eccessivo, gli incendi, i cambiamenti climatici possono costituire un ulteriore minaccia. Le popolazioni sono comunque formalmente protette e sono stati avviati progetti di conservazione in situ, in parte finanziati dall' Unione Europea, ma anche extra situ con il tentativo di propagare la specie tramite innesto su olmi.

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